IL CHIERICHETTO

Serie: I RINTOCCHI


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Il chierichetto ha un passato burrascoso, il parroco l'ha accolto a braccia aperte ma qualcosa non torna.

Durante la messa di stamattina la signora Angelini ha di nuovo messo un bottone nel cesto della carità, non lo fa per dispetto ma perché è convinta di mettere delle monete vere. Il parroco questa cosa non la sopporta nonostante sappia sia un errore fatto in buona fede, ieri ha mandato Giovanni e Laura ad accompagnarla a ritirare la pensione ordinando ai due di prendere: “Almeno la metà dei soldi, ovviamente vi do qualcosa, un vi scantate.” Al parroco non servono i soldi della signora ma ne fa una questione di principio, dopo ogni messa si sfoga con me pronunciando sempre le stesse cose: “Se un fussi pi mia la signora sarebbe a casa a disperarsi per il marito, io mi susu ai sette ogni mattina pe sti vecchi ri merda.” In realtà ha più o meno la stessa età del suo pubblico mattutino ma è evidente anche da fuori come quelli seduti sulle panche si siano arresi molto tempo fa alla loro condizione di anziani, la maggior parte sembrava aspettare da tutta la vita di essere vecchi abbastanza per poter essere chiamati tali. Il parroco no, lui è diverso dai vecchi ma è diverso in generale da qualsiasi persona abbia mai incontrato. Prima di addormentarsi va sempre sul balcone della mia stanza a fumarsi una canna, potrebbe farlo nel suo ma dice che il fumo arriverebbe in cucina, sono convinto che il vero motivo sia che il suo balcone affaccia sul giardino e il mio sulla strada dove i passanti possono stupirsi del parroco che fuma spinelli. A volte esco anche io e mi fa fare due tiri mentre mi racconta aneddoti del suo burrascoso passato, una sera mi ha raccontato che con suo padre sono dovuti fuggire in barca dalla Sicilia e sono arrivati in Sardegna, sono stati là per due anni a fare i pastori e a spacciare l’erba che avevano rubato a chi li stava cercando nel mare adriatico. “Gente pericolosa Nuccio, gente molto pericolosa” mi dice. Io mi chiamo Nunzio ma lui mi ha sempre chiamato Nuccio. Quando arrivai qui la chiesa era l’unico posto dove potevo sperare in un po’ di benevolenza, lui appena mi vide mi abbracciò a lungo con una faccia seria, quando si accorse che non stavo piangendo ma ero solo stranito da tutto quel calore cambiò espressione e sorrise leggermente, senza più fingere tristezza chiese il mio nome e mi disse di stare a casa sua, il tempo di trovare un’altra sistemazione, ovviamente sono ancora qua dopo quasi più di tre anni. Non gli ho mai parlato della mia vecchia famiglia, io so che è stato lui. E lo punirò.

Serie: I RINTOCCHI


Ti piace0 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni