Cavaliere

Nadya mosse in avanti i suoi uomini, e loro si batterono come dannati, gli AK74 che scatenavano fiammate.

I jihadisti reagirono al fuoco, ma ci fu chi morì, chi rimase ferito e invocava soccorso. Ai loro compagni non interessava la sorte degli sfortunati. Lottavano.

I miliziani agli ordini di Nadya ebbero successo, raggiunsero i piedi della torre simile a quella di Pisa e bonificarono l’area.

Nadya, forte del suo esoscheletro da battaglia, si fece in avanti e fu a sua volta ai piedi della torre, allora entrò seguita da un drappello dei suoi ragazzi.

I suoi ragazzi…

Erano ai suoi ordini, e lei li seduceva e li trattava al tempo stesso con la bacchetta di ferro, guai a sgarrare.

All’interno della torre, alcuni tiratori e si ritornò a combattere.

Si dovettero sganciare le spolette di un paio di granate per eliminare la minaccia.

A minaccia conclusa, a segnalare l’evento una pioggia di sangue e brandelli di carne, Nadya e i suoi ripresero a salire le scale.

Quando giunsero in cima, Nadya si fregò le mani ricoperte dai guanti in metallo e sorrise. Sapeva di essere seducente, e lo era quando era felice; adesso, però, c’era qualcosa in più.

Di fronte a sé c’era Cavaliere, messaggero e codice inteso come libro.

Il libro.

Quel libro che le sarebbe servito per assumere il potere totale.

Quella era una guerra strana, un po’ civile, un po’ a bassa intensità, come un fiume carsico riprendeva per poi smettere e limitarsi a delle innocue scaramucce.

E adesso, lei aveva raccolto con sé il suo plotone per marciare sulla torre e impadronirsi del libro, di Cavaliere, e nessuno più l’avrebbe fermata.

Lo prese, lo infilò in tasca, andò via.

Un caporale che aveva assistito alla scena inarcò un sopracciglio: «Sono felice di vederla contenta, signore, ma… tutto questo per un libro?».

Nadya lo schiaffeggiò. Lei poteva. «Idiota, non è un semplice libro, con questo si possono muovere intere armate e ci si avvicina a essere un dio».

Il caporale non rimase sconvolto dallo schiaffo, ma più dalle parole, era chiaro. «Stento a crederci».

«Poi vedrai». Quel libro era una testimonianza su Supersaladino, e quella era la guerra di Siria.

Presto, il conflitto avrebbe visto una nuova protagonista.

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