A come Abbandono, Abbraccio, Accettazione

Serie: Abbecedario sentimentale


Cento storie

Abbandono

La tua assenza ha il peso silenzioso di una coperta bagnata, stesa sul fianco vuoto del letto. Non hai lasciato parole, né spiegazioni: solo il cigolio dell’uscio e la pioggia che batteva sul vetro come dita impazienti.

Ancora adesso, il soffitto sembra restituirmi la tua voce in un bisbiglio spezzato, come se l’intonaco ne custodisse l’impronta. Cerco con la mano la forma del tuo corpo. Una curva, una piega, un’eco, ma trovo soltanto la memoria muta del freddo.

Il tuo profumo, annidato nel tessuto del cuscino, si sta dissolvendo come nebbia all’alba. Il mio petto, svuotato a forza, batte in una cassa toracica diventata grotta.

Nel buio, ti chiamo. Nessuna risposta. Solo il cigolio del tempo che passa senza di te.

Mi arrendo al vuoto, che ora mi veste come un mantello troppo grande.

Abbraccio

Le sue braccia non stringono: accolgono. Avvolgono come una promessa mantenuta, come un’onda che sa dove fermarsi. Lei vi si adagia, come acqua che torna alla sua conca.

Nel battito profondo del suo petto, i pensieri smettono di mormorare. L’inquietudine si scioglie come sale nella pelle. Non serve parlare: c’è un lessico che appartiene solo ai corpi quando si riconoscono.

Fuori, il vento graffia i vetri con dita d’argento, ma dentro quell’intimità sospesa non esiste inverno.

Il tempo smette di misurarsi in secondi: pulsa in un ritmo antico, forse primordiale. Lei non pensa più a ciò che manca, non rincorre domande.

In quell’abbraccio trova non una risposta, ma la fine stessa del bisogno di cercarla. Non è un gesto, è una tregua.

Accettazione

Si ferma davanti allo specchio come davanti a un altare. La superficie riflettente non è più un giudice, ma un interlocutore.

Ha evitato per anni quello sguardo, temendo certi dettagli. La pelle che si arrende, le pieghe sottili come scritture segrete. Ma oggi no.

Oggi posa la mano su di sé come su un oggetto sacro. Ogni segno è una nota scritta su uno spartito unico: la sinfonia della sua esistenza. Le cicatrici non chiedono più di essere nascoste, ma ascoltate. I fianchi che non rientrano nei canoni disegnano una mappa che solo lei può leggere.

Una risata bassa, incredula, le si arrampica in gola. Non è l’ironia a farla nascere, ma la dolcezza di una resa.

Per la prima volta, lo specchio non riflette una mancanza. Riflette lei, così com’è. Intera, imperfetta, insostituibile.

Serie: Abbecedario sentimentale


Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Voglio avere il tuo libro. Sul serio. Una volta, tanti anni fa, mi fu regalato un libro. L’ho letto tutto d’un fiato. Peccato che non ricordi né il nome dell’autore né il titolo: per qualche strano motivo me l’hanno rubato. Le citazioni di quel libro mi sono rimaste impresse nella memoria. Ho sempre desiderato ritrovarlo, oppure trovare qualcuno capace di scrivere con la stessa melodia nelle parole. Ora ho capito che, da quando ho scoperto i tuoi racconti, quel libro non mi manca più così tanto.

  2. Questo episodio di avvio è molto interessante. “Abbandono” mi è entrato dentro. Mi ricorda alcune riflessioni che ho fatto in passato. Senza togliere nessun pregio al resto, chiaro! 😉

    1. Ciao Tiziana, grazie per i tuoi commenti: sono sempre graditi. L’idea è di scrivere un abbecedario sentimentale con almeno cento voci. Mi farebbe piacere ricevere per ogni voce un tuo commento perché vorrei in occasione della seconda stesura avere anche un parere femminile. Sono quasi pronto con altre cinque. A presto.

  3. “Ha evitato per anni quello sguardo, temendo certi dettagli. La pelle che si arrende, le pieghe sottili come scritture segrete. Ma oggi no.”
    Non posso evitarlo, ora ti riempio la pagina di commenti. Davanti a questa descrizione, annuisco e penso: ” Cavoli, ha descritto a parole un pensiero che ogni tanto mi attraversa la mente” 👏

  4. “La tua assenza ha il peso silenzioso di una coperta bagnata, stesa sul fianco vuoto del letto. Non hai lasciato parole, né spiegazioni: solo il cigolio dell’uscio e la pioggia che batteva sul vetro come dita impazienti.”
    Questa merita una bella citazione👏 👏 👏