Ada

Serie: Il cacciatore di sogni


    STAGIONE 1

  • Episodio 1: Prologo
  • Episodio 2: Ada
  • Episodio 3: Ballerine

Stavolta fu l’odore dell’incenso a svegliarlo. Si ritrovò in ginocchio, con le mani giunte di fronte all’immagine del Cristo morente scolpito sulla pietra.

Non ricordava perché fosse lì; era credente, ma di rado oltrepassava la soglia di una chiesa. Si guardò intorno e vide un prete che sistemava i ceri. Era un prete di colore incredibilmente alto, con i sandali ai piedi come un francescano.

Si sforzò di ricordare, l’ultima volta era con Ada sul lungomare di Mergellina. Nella testa c’era la nebbia e lui cercava a tentoni di ritrovare le cose, le persone. In quel momento il cellulare vibrò e Ennio uscì in fretta. Sul display c’era scritto “mamma”.

«Tesoro, volevo sapere come sta la tua amica. Cosa dicono i medici?»

Una fitta alla testa gli portò un ricordo: qualcuno lo aveva chiamato mentre era al lavoro e gli aveva detto che Ada era rimasta coinvolta in un incidente. C’erano voluti i pompieri per liberarla dall’abitacolo.

«Mamma, credo sia una cosa grave. Ti richiamo appena so qualcosa.»

Raggiunse in fretta il reparto, mentre i ricordi gli arrivavano a ondate. Trovò la porta chiusa, un cartello informava i parenti che le visite sarebbero riprese dopo la visita medica.

Ennio si accasciò su una sedia e si preparò all’attesa. Un’altra fitta alla testa lo costrinse a chiudere gli occhi. Aveva già parlato con il medico e gli aveva detto che le ferite alle gambe erano di una tale gravità da essere incompatibili con l’attività fisica.

Le sue gambe, due giunchi sottili e delicati non avrebbero più danzato sulle punte.

Gli venne in mente una frase che aveva letto da qualche parte: “un angelo con le ali spezzate” e subito dopo si ritrovò nella sua stanza, disteso sul letto, con un pigiama a righe a guardare la parete spoglia. Era accaduto tutto in modo così repentino, che se n’era accorto solo perché l’aria era impregnata di disinfettante.

Stavolta le infermiere erano due e stavano cambiando le lenzuola del letto. Parlavano tra loro e fu così che seppe il nome del donnone.

Si chiamava Ada.

Serie: Il cacciatore di sogni


Avete messo Mi Piace1 apprezzamentoPubblicato in Narrativa

Discussioni

    1. Ciao Dario, bentrovato. Anche io adoro i testi sospesi tra sogno e realtà… Devo studiarmi bene Ada, che ai miei occhi appare un po’ come la Bates di “Misery non deve morire”. Ma quel nome non l’ho dato a caso, ci deve essere un perché. Devo solo trovare il bandolo della matassa e poi parto con il terzo round 😀

    1. Appena arriva un’idea decente comincio a scrivere. Quanto alle domande, direi che si tratta senz’altro di sogni, ma potrebbe esserci dell’altro. Lo scopriremo insieme, io qualche minuto prima di voi 🙂 Ti ringrazio Giuseppe per lettura e commento 🙂

    1. Ci sono varie possibilità che sto vagliando. Scrivo senza una trama, perché in realtà il prologo avrebbe dovuto essere un racconto autoconclusivo. Sto pensando a un risvolto fantasy, ma non è detto… A presto e grazie, Massimo.