
Al, il gallo imitatore
Al era un gallo particolare. Fin dall’infanzia aveva sempre tentato di imitare i versi degli altri animali. Era contro tutte le convenzioni e anche contro gli altri galli che pensavano il gallo dovesse fare solo “chicchirichì”.
Si esercitava ogni giorno per varie ore. Dapprima cominciò con il verso del tacchino che abitava lo stesso pollaio. Poi con quello del gatto che spesso si affacciava alla recinzione guardando le galline famelicamente ma loro non lo temevano perché era fedele al padrone e non avrebbe mai oltrepassato la rete.
Tutti erano amici di Al ma quello che lui considerava come il suo migliore compagno era il cane Joe. Era molto anziano ma aveva molta pazienza e lo aiutò ad affinare il suo latrato finché quasi non si distinguevano.
Al era diventato famoso anche nei pollai vicini e tutti volevano che si esibisse nelle sue performance imitative. La sera, quando il padrone tornava a casa nel vicino paese, lui usciva da un buco nella recinzione, che si trovava proprio davanti alla cuccia di Joe, lo salutava in linguaggio canino e si recava nei vari pollai. In cambio gli regalavano grano, erba fresca e la compagnia delle giovani pollastrelle.
Un giorno Joe, che era vecchio e malato, lasciò questo mondo e Al se ne dispiacque molto. Quel giorno stesso lo invitarono in un pollaio importante ma un po’ lontano tanto che dovette partire di mattina per arrivare in tempo per lo spettacolo. Nel frattempo il padrone si accorse del buco nella recinzione e lo riparò.
Quella stessa notte, quasi all’alba, Al ritornò al suo pollaio e si accorse che non poteva entrare. Percorse tutto il perimetro ma non trovò modo. Scavalcare era impossibile. Pensò di passare la notte nel granaio e proprio mentre vi si stava dirigendo notò, alla luce della luna, una figura dirigersi lentamente e inesorabile verso la sua casa. Era una faina. Al era preoccupato specie quando vide che cominciava ad arrampicarsi su per la recinzione. Non sapeva che fare. Correva il rischio di essere sbranato anche lui ma cominciò a gridare, per avvisare gli altri polli. Niente da fare, nessuno si svegliò. Pensò di cambiare lingua e fece il verso del tacchino.
«Gluglù, gluglù» voleva spaventare la faina ma quella sembrò muoversi ancora più veloce.
«Miao, miao» niente, non si fermava. Non sembrava preoccuparsi minimamente.
A un certo punto guardò la cuccia vuota di Joe e un lampo gli attraversò il piccolo cervello.
«Bau, bau!» la faina si fermò, aveva paura. Al continuò ad abbaiare, a ringhiare, e si avvicinava sempre di più alla faina nascosto dall’erba. Quella si spaventò a morte. Tornò indietro velocemente e sparì fra i cespugli.
Al si addormentò davanti all’entrata. Quando il padrone tornò e lo trovò fuori si stupì, lo prese e lo mise dentro. Nessuno seppe che Al, quella notte, li aveva salvati tutti.
Avete messo Mi Piace6 apprezzamentiPubblicato in Fiabe e Favole
Le suggestioni dei moduli fiabeschi, in particolare con la personificazione del mondo animale, sono ben riusciti e non hanno tempo, a volte nemmeno luoghi riconoscibili come esistenti, ma preservano degli spazi aperti e luminosi, dove l’immaginario impugna il reale, con i suoi codici e i suoi significati, per sublimarli e vaporizzarli nei colori della sua dimensione. Ho pensato subito a Esopo, come atmosfere e dinamiche metaforiche degli accadimenti e della loro rielaborazione. La tua narrazione, sempre scorrevole e curata, attraversa diversi gradi di profondità. Molto toccante, sul finale, la consapevolezza di Al di aver fatto del bene, salvando delle vite, senza che nessuno lo saprà mai. Apre molti fronti di lettura, sia sulla natura e sull’identità, che sull’amore per gli altri e la percezione che in qualche modo se ne avrà.
Bella storia.
Un librick semplice ma efficace e divertente.
Grazie!
Grazie per aver letto
Ciao Domenico!
I galli sono davvero fenomenali anche nella vita reale 🙂
Sì, è vero. Ciao
Spesso le scelte prese da alcuni vengono reputate strambe da altri, una sorta di insensatezza che non potrà mai avere un senso o uno scopo; almeno nel mondo reale e schematizzato in cui l’umano “crede” di vivere. Però, in realtà, molte delle invenzioni e innovazioni che esistono, sono nate proprio da originalità e stramberie; che oggi sono divenute, per assurdo se ci si riflette, la nuova normalità.
Spero che chi a meriti riceva il riconoscimento che gli spetta, riguardo ciò; sopratutto dopo tutta la fatica e l’impegno che sono stati impiegati combattendo contro stereotipi e offese.
Grazie per la tua analisi. Cogli sempre nel segno.
Al ha sfidato le convenzioni, utilizzato l’ingegno e salvato la situazione. Un racconto molto carino!
Grazie per aver letto
Simpatico questo librick 🙂
È una storia per bambini 🙂