Alla ricerca dell’Amore – Parte 2

Serie: Per tre punti passa l'infinito


Cos’è, dunque, l’amore?

È forse solo un’emozione alla quale va dato un significato? Qualcosa che sta segregato nei meandri del nostro cuore o che si insinua nei sottili percorsi che portano all’universo?

Viene quindi contemporaneamente da dentro e fuori di noi?

Forse una mistica e perfetta combinazione tra io e Dio?

Nulla che meriti di essere definito, bensì vissuto.

La mappa non è il territorio, diceva Alfred Korzybski, ingegnere, filosofo e matematico polacco. Intendeva dire che c’è differenza tra l’oggetto e la rappresentazione dell’oggetto, più in generale tra una realtà e la sua raffigurazione.

Pensiamo ad una cartina geografica, che rappresenta un territorio che vogliamo esplorare. Potrà essere completa e dettagliata, con una precisione dell’ordine di qualche metro, ma sarà sempre incompleta rispetto alla rappresentazione ambientale e sensoriale di quel posto, poiché non potrà mai cogliere gli infiniti dettagli che al contrario sulla mappa vengono esclusi, proprio perché il compito della mappa è semplificare la realtà, diminuirla.

Pensiamo ad esempio alla realtà aumentata ovvero la tecnologia combinata all’intelligenza artificiale che ci propone di aggiungere informazioni ai luoghi che visitiamo, i monumenti, le piazze, le città, attraverso l’uso di occhiali tridimensionali e schermi digitali. La versione futuristica, informatizzata e interattiva delle guide turistiche. In verità non fa altro che coprirla, sovrapponendo scritte e immagini che indirizzeranno alla sola ed esclusiva fruizione di quelle informazioni riassuntive, facendo perdere quindi di visibilità al senso più esteso della realtà in cui siamo immersi.

La mappa quindi ha struttura molto simile al territorio, ma non esaurisce per nulla quello che rappresenta. Cosi vale per le parole. Lo stesso per i sentimenti. A maggior ragione per l’amore.

Difficile quindi ricondurre ad una definizione, alle sole parole, il sentimento così potente che ognuno di noi si porta dentro in tutte le sue molteplici forme.

Sentimento di viva affezione verso una persona, che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia.

Si anche, ma non solo. È una definizione corretta, un’etichetta, che possiamo trovare tra le pagine dell’enciclopedia Treccani. Ma non è certo solo questo.

Potrebbe non essere solo verso una persona, si può indirizzare sotto varie forme e in diverse direzioni, come ci insegnano i vari filosofi e studiosi che nel corso del tempo hanno provato a dargli interpretazioni e significati.

Immaginiamo ora di trovarci in una immaginaria quanto incredibile cena seduti a tavola con i seguenti personaggi: Platone, Aristotele, Sigmund Freud, Baruch Spinoza, Sant’Agostino, Friedrich Nietzche, Jean-Jacques Rousseau, Michel de Montaigne, Tommaso d’Aquino, Simone de Beauvoir.

Immaginiamo anche di essere sufficientemente ardimentosi da riuscire a reggere il tenore delle conversazioni che potrebbero scaturire da quella goliardica compagnia (o almeno di essere cosi fortunati da poter ascoltare senza il rischio di essere coinvolti nella conversazione, in tal caso vedrei molto difficile se non impossibile reggere l’elevato tenore filosofico-culturale).

Immaginiamo poi che nel bel mezzo della conversazione, alternata da alzate di calici e pietanze sapientemente cucinate per soddisfare gli esigenti palati dei presenti, qualcuno alzi la mano per porre la domanda “cos’è l’amore per voi?”.

Ecco, qui si aprirebbe un vortice di riflessioni che porterebbero ispirazione anche alle più grandi muse greche che presiedevano alla musica ed alla poesia, e si aprirebbero mondi paralleli differenziati ognuno dalle sue specifiche rappresentazioni e significati: amicizia per Aristotele, amore divino per San Agostino, Amore amicale per Montaigne, amore naturale per Rousseau, atto di volontà per d’Aquino, desiderio per Freud e volontà di potenza per Nietzsche, amore autentico per de Beauvoir, amore intellettuale di Dio per Spinoza, amore platonico – neanche a dirlo – per Platone.

Ad ognuno la sua versione. E siamo soltanto in undici seduti a tavola (diciamo dieci, io mi limito a servire il vino).

Ecco che soltanto per essersi messi a fare conversazione con una manciata di personaggi illustri vengono fuori già dei significati, molto profondi, per ognuno di loro.

Se dovessimo estendere la conversazione ad altri dieci, cento, mille personaggi, storici e non, di questo periodo o del secolo passato, ne verrebbero fuori altrettante versioni, una diversa dall’altra. Ognuno ha la sua versione dell’amore.

Cosa penso io?

L’amore per me è energia. È movimento, sono particelle che si muovono e lo fanno travolgendo.

È la proprietà di un intero sistema che può essere scambiata tra i corpi di quel sistema. Se noi facciamo parte – attivamente – di un sistema, i nostri corpi non possono che essere avvolti e travolti da quell’energia.

Un corpo può incrementare o diminuire la sua energia in seguito all’interazione con altri corpi. Sta tutto scritto nei libri di fisica. E questa interazione può essere vis viva (forza viva), l’energia cinetica, che muove e smuove. In quel caso ci si sente al sicuro nel campo di energia di qualcosa o di qualcuno (a patto di mantenerne un po’ della propria, di energia, senza prosciugarsi), perché è energia dinamica e produce vita. Oppure può essere ferma, stagnante, statica. Forza morta – la vis mortua – che identifica l’inerzia, il non riuscire a muoversi, il bloccarsi in un campo che non fa andare da nessuna parte.

Se due corpi interagiscono in questo campo di forze, non possono uscirne uguali a prima. Se succede significa che stavano interagendo con i corpi sbagliati, in uno stato di inerzia.

Mentre quando trovano il campo di forze capace di elevare lo stato vitale, l’energia, il potenziale, significa che stanno interagendo con il corpo che in quel momento era giusto si trovasse lì, esattamente al suo posto.

Ecco che i due corpi interagiscono, condividono, si relazionano. L’amore è forza coesiva. È potente. Crea e mai distrugge.

E in una condizione siffatta, non ci sono vuoti da riempire, ma solo spazi da condividere. Ricordate il vuoto? Ecco, qui non c’è spazio per il vuoto.

L’incontro tra corpi in un sistema è un continuo scambio, frutto delle caratteristiche di ogni singolo corpo costituente quel sistema. Nessuno vorrà mai indietro l’energia scambiata perché il sistema è perfettamente in equilibrio.

Cosi come l’incontro tra due persone è un incontro alchemico, un percorso, frutto del passato di ognuno dei due.

Una persona innamorata è maledettamente viva.

Serie: Per tre punti passa l'infinito


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Discussioni

  1. L’amore ha uno spunto di riflessione infinito e mi piace che tu “cavalchi” bene questa interiorizzazione dell’argomento, ci sono dei passaggi belli, che spingonono anche ad interrogarci.

  2. Ho trovato intrigante la proposta di esaminare in questo scritto, che non saprei se definire pagine di un diario, o piuttosto un saggio, attraverso un’esposizione analitica e razionale un tema che razionale non è. Personalmente, ritengo che: se è vero che non si possa addivenire a una definizione (termine di per sé limitante) non solo letterale, il motivo possa ricondursi al fatto che dell’amore semmai è noto ciò che non è: razionale, bilanciato (o simmetrico), non richiede necessariamente una corrispondenza o un contraltare… ma credo che essenzialmente non possa rispondere a nessuna legge o regola proprio in virtù della sua irrazionalità. L’ambito di studio che penso più si accosti al fenomeno è la psicologia, proprio perché adita a valutare stati umani concreti e al tempo stesso irrazionali. Grazie per l’interessante lettura.

    1. grazie a te per il tempo dedicato nella lettura e nel condividere la riflessione.
      Quanto al ricondurre fenomeni irrazionali a leggi controllabili, tutta la natura e tutto ciò che energeticamente non riusciamo (ancora) a spiegare seguono leggi matematiche. per cui perchè non anche l’amore?
      Però si, la psicologia è la porta di accesso necessaria a far dialogare conscio e inconscio, razionale e irrazionale anche se a volte rischia di radicare energie che richiedono di essere libere per loro natura.

      1. Abbi pazienza, Luca, ma mi resta il dubbio. Non credo che “irrazionale” possa essere semplicemente un sinonimo di “sconosciuto”. Così come non sono certo che tutto possa davvero essere riconducibile (o dimostrabile) con regole logiche o matematiche, e fintanto che l’umanità non sarà onnisciente, ritengo che dovrò tenermi il mio dubbio. L’amore inteso come energia è una teoria intrigante (pur sempre un’ipotesi), benché sia una di quelle cose che mi affascinano proprio perché in sintonia con le umane contraddizioni e schizofrenie. E’ stato un piacere disquisire un poco, oltre le righe scritte, grazie

        1. siamo talmente circondati da energie sottili che facciamo fatica a codificare. E’ vanità dell’uomo voler controllare tutto, Ma per tornare ad essere volgari, anche i messaggi che riceviamo sul cellulare viaggiano in modi che non riusciamo a vedere, eppure di energia siamo circondati. Per tornare ad uno dei passaggi precedenti…horror vacui, no? 😉
          grazie a te.

  3. Punti di vista sull’amore molto interessanti. Mi ha colpito soprattutto il paragone con la mappa che mi pare molto appropriato. L’ amore é davvero energia? Credo di sì, come il suo contrario e come ogni cosa. Ma cos’ é che produce questa energia che chiamiamo amore come “forza coesiva, potente che crea e mai distrugge”, oppure il suo opposto? L’ energia universale fatta di opposti? (Il buio e la luce, lo yin e lo yang…) Forse un dio che essendo puro spirito infinito, é anche parte di noi? Arrovellarci col pensiero non ci darà alcuna certezza, ma forse una parziale consapevolezza di ció che sentiamo potrebbe spingerci a vivere alla ricerca dell’ amore piú grande, quello incondizionato. L’ innamoramento, invece, che ci rende “maledettamente vivi”, potrebbe essere un discorso a parte.

    1. Energia sicuramente.. cosa la produce? Ritengo la necessità di evolvere, che non è altro lo scopo dell’uomo (e di ogni altra forma di vita esistente).
      Più è universale, meno è egoistico.
      Più si lascia andare, più ritorna.
      L’innamoramento è solo l’innesco inziale, guarda il big bang…..