Bar e memorie

Serie: La ricerca del vento


“Accarezzami… accarezzami.

Amami ancora

ogni giorno

come solo tu sai fare

prendendo il meglio di me

lasciando le foglie secche al vento.

Ecco la mia mano…

E’ possibile vero?

Prendila:

è tua… tua.

Con la libertà del vento correremo insieme

incontro alla gioia

di essere vivi

e di dover morire un giorno lontano

senza paura di non aver vissuto abbastanza.


Amore amore amore…

Canterai ancora per me?

Canterai di nuovo le promesse silenziose che mi hai fatto?

Canterai di nuovo i segreti che mi sussurravi al buio

come candele accese?

Lontano lontano

sento il suono del vento e del mare

ma non della tua voce

amore,

non della tua voce…

Dove sei?

Ti perdo

e ti cerco

ti cerco

ti cerco

per sapere se

un giorno

canterai ancora per me…”


In un bar affollatissimo al centro di Venezia, si perdevano in un vortice d’aria tutti i pensieri. Era calda quella notte d’estate.

Bicchieri di vetro brindavano nell’armonia delle risate; una musica jazz suonava lontana, sussurrata da qualcuno che, quella stessa sera aveva amato molto una donna; divanetti rossi accoglievano l’intimità degli sguardi e dei baci di amanti che fuggivano dai rumori assordanti del mondo, per una notte soltanto.

Solo per quella notte.


La mattina seguente, all’alba, avrebbero affrontato di nuovo la dura bellezza del mondo, dei fatti e delle lotte, portandosi dentro la morbidezza di una pelle nuova.

Luci soffuse facevano da cornice ai corpi caldi che abitavano il locale. 
Quasi fosse un sogno, tutto era avvolto da nebbia e fumo. Un profumo di tabacco e vaniglia, come un’onda, travolgeva i sensi.

Negli occhi di Dafne, annebbiati dal vino rosso, si delineava una specie di favola.

Avrebbe voluto raccontarla esattamente come la percepiva. Difficile, dannatamente difficile. 

L’unico modo era lasciarsi andare al vortice di bellezza e fumo da cui era avvolta. 
Avrebbe trovato le parole, prima o poi. Prima o poi… Non importava quando, in quel momento.
Importava solo quanto amasse quella sensazione. 
Sentirsi viva nel mondo, sentire la vita degli altri scivolarle dentro senza fare male. E farla un po’ sua. Lasciare che mordesse nel profondo, che riaccendesse i sensi.
E così scivolavano parole confuse e dense fino a farle girare la testa. 

Un sorriso ad occhi chiusi ridisegnò i lineamenti, adesso più morbidi.

Da dietro le palpebre poteva vedere i volti e gli sguardi delle persone che amava. 

La melodia della loro voce riecheggiava nella pancia come il suono di un flauto primordiale;
frammenti, momenti, memorie.         

Serie: La ricerca del vento


Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Hai una prosa molto curata e pulita che consete di calarsi subito nella prospettiva di Dafne e del suo sistema di sensi e di ricordi. Bello anche l’incipit poetico. Vado avanti con gli altri episodi 🙂