Battaglia sul Danubio

«Sarebbe bello combattere su delle imbarcazioni più… dignitose».

«Avanti, Gunther, non piagnucolare sempre per queste faccende! Dobbiamo accontentarci».

«Dici bene, Hagen, ma…».

Poco più in là suonò la tromba. Era l’allarme.

Tutti gli uomini d’arme salirono sulle chiatte, abbandonarono il molo e remarono verso il cuore del fiume.

Era il Danubio, grande, bello, blu… ma anche pieno di magiari.

Gunther e Hagen erano uomini d’arme fedeli agli Asburgo, dovevano combattere quelle tribù arretrate e semipagane. Avevano delle credenze così sciocche…

Ma semipagani o no, i magiari si muovevano su barchette a vela più agili e veloci delle chiatte, così circondarono le chiatte degli austriaci e lanciarono tante frecce.

Gunther si riparò con lo scudo, poi urlò per la frustrazione. Le chiatte erano come degli animali feriti, che non riuscivano a muoversi con rapidità e i magiari avevano buon gioco a punzecchiarli.

Si trattava di uno stillicidio, molti uomini d’arme erano stati feriti e c’era chi agonizzava, chi moriva…

Infine pure Hagen fu colpito. La cotta di maglia lo protesse, ma versò del sangue.

Gunther si arrabbiò. Abbandonò spada e scudo e raccolse un remo. Lo usò per picchiare contro i magiari, ma questi si abbassarono appena in tempo e il remo colpì l’albero della vela, il quale si spezzò in due e quella barchetta finì alla deriva.

Era vero, i magiari non avevano remi, ma gli austriaci sì!

«I remi, usate i remi, usiamo i remi! Fate come me!». Gunther continuò a colpire i magiari, ma più che quei guerrieri colpì gli alberi delle piccole imbarcazioni e quei nemici si ritrovarono a essere impotenti.

Per una volta essere a bordo di imbarcazioni poco dignitose aveva il suo vantaggio, pensò Gunther.

Gli austriaci esultarono e usando i remi impedirono ai magiari di continuare a punzecchiarli. Così, quei semipagani si tuffarono in acqua per scappare alla cattura.

Adesso le chiatte erano libere da quelle fastidiose barchette di magiari e poterono prendere un’insenatura che era sgombra di nemici.

Esultarono tutti, adesso l’obiettivo della missione era stato conseguito.

Gunther si ricordò di Hagen e vide che era immobile, gli occhi vitrei.

Si arrabbiò moltissimo e minacciò con il pugno il vuoto. «Maledetti magiari, ve la farò vedere io!».

Gli austriaci avevano vinto sì, ma Hagen era morto. Gunther non fu per niente felice di quella giornata.

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