Bisogna imparare a lasciarsi sorprendere

Serie: I viaggi di Elisa C. Ritorno a Piantorto


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Dopo un colloquio di lavoro andato male, Lisa si prepara per il matrimonio tra Irien, il suo ex fidanzato, e Clara, la sua storica nemesi.

Non avevo alcun motivo per non presentarmi al matrimonio, anche se la tentazione era forte. Avrei rivisto molte facce di cui avevo volontariamente dimenticato i nomi, avrei dovuto indossare un falso sorriso e mandare giรน pettegolezzi e racconti riguardo a persone a me ignote.

Se cโ€™รจ una cosa che ho imparato dai miei viaggi, perรฒ, รจ che non bisogna mai partire prevenuti ed รจ bene lasciarsi sorprendere dalla vita ogni tanto. Non dico che si debba essere degli yes man a tutti i costi, ma dire di sรฌ, talvolta, puรฒ trasformarsi in una piacevole sorpresa. E poi, chi sono io per dire di no a una festa?

Letโ€™s get this party started.

La cerimonia si tenne nella chiesa di Piantorto e la festa in una cascina poco distante. Fui felice che non avessero scelto la villa dei genitori di Irien per i festeggiamenti: lโ€™ultima volta che vi avevo messo piede stavo ancora con lui.

Si trattรฒ di una cerimonia cattolica da manuale: lo sposo in piedi davanti allโ€™altare, spalleggiato dal suo testimone di nozze, ovvero il fratello piรน giovane, Yanko, era in trepidante attesa della sposa, la quale apparve accompagnata dal padre e da una versione leggermente rivisitata della marcia nuziale a rintoccare ogni passo della bella di bianco vestita. Con un coro di voci bianche ad allietare la scena mi sentivo giร  spiritualmente piรน elevata. Tutti intorno a me erano in coppia o in gruppo, mentre io a stento riconobbi qualche volto. I genitori di Irien, in prima fila, si tenevano per mano, traboccanti di gioia e probabilmente sollevati che non fossi io a vestire i panni della sposa. Come dar loro torto? Mi trovavo pienamente dโ€™accordo. Donatella, la madre, sfoggiava un cappellino decorato da fiori freschi e da un velo di tulle celeste, perfettamente in tinta con le scarpe e la borsetta. Non ricordavo questa sua passione per i cappellini in stile corte di Windsor. Maurizio, il padre di Irien, sembrava piรน rapito dalle navate e dallโ€™architettura della chiesa, piuttosto che dalla cerimonia.

Decisi di partecipare al matrimonio anche per una questione di curiositร : avevo preso parte alle piรน svariate feste e cerimonie in giro per il mondo, ma avevo assistito a due soli matrimoni italiani nella mia vita. Partecipai al primo allโ€™etร  di cinque anni, quando una cugina di mio padre mi scelse come damigella in miniatura per portare gli anelli allโ€™altare. Anche durante la tenera etร  ero unโ€™anticonformista guastafeste, cosรฌ allโ€™ultimo momento mi rifiutai di percorrere la navata centrale e portare gli anelli ai novelli sposi, tanto che per sottolineare la mia ferma intenzione mi tolsi una scarpa โ€“ solo una, poichรฉ i lacci erano terribilmente complicati da slacciare โ€“ e mi sedetti per terra nel mio bel vestitino a balze bianco. Tenni perรฒ sul capo la coroncina di fiori che mi piaceva tanto. Alla fine, una cugina piรน grande di me, estremamente invidiosa del mio ruolo, mi strappรฒ di mano il cuscinetto con gli anelli e si immolรฒ per la causa, sorridendo e posando per il fotografo con cui credo avesse un flirt.

Il secondo matrimonio a cui presi parte fu quello di uno zio ateo che si sposรฒ in comune con una cerimonia umile e sbrigativa e che, non appena sancito il sacro vincolo del matrimonio, si trasferรฌ in Svezia con la moglie e non si fece piรน vedere.

La mia presenza al matrimonio di Irien e Clara aveva perciรฒ scopo di ricerca sociologica. La marcia nuziale, la messa, lo scambio degli anelli, i due โ€œlo voglioโ€ esclamati con voce rotta dalla commozione e tra le lacrime dei presenti, il lancio del riso, le fotografie in posa fuori dalla chiesa. Tutto molto prevedibile, tutto molto ovvio. Mi preparai a lasciarmi sorprendere dalla festa in cascina.

Come prima cosa, fui sorpresa dallโ€™abbondanza di cibo che imbandiva i tavoli e che fuoriusciva ininterrottamente dalla cucina su vassoi dโ€™argento sorretti da svelti camerieri dal passo felpato. Nรฉ mi aspettavo che si sarebbe trattato di un pranzo a buffet. Credevo che ci saremmo accomodati a tavoli prestabiliti e che avremmo mangiato per ore, invece, si trattรฒ di un pranzo molto piรน movimentato, interrotto di quando in quando da un ballo o da un brindisi.

Stavo analizzando delle tartine molto invitanti, per decidere su quale avventarmi prima, quando una voce alle mie spalle mi distrasse.

-Sposo o sposa?-

Accanto a me un uomo sulla trentina sorseggiava distrattamente un cocktail, seguendo con lo sguardo i movimenti degli sposi sulla pista da ballo.

-Sposo- risposi, incerta su quanto rivelare. -Lui รจ il mio ex fidanzato. Tu?-

-Nessuno dei due. Sono amico del testimone.-

-Amico del testimone? Non sapevo si ricevesse un invito per questo.-

-Di sicuro รจ meno strano dellโ€™ex fidanzata dello sposo- commentรฒ, lanciandomi unโ€™occhiata con la quale si aspettava di scatenare una mia qualche reazione. Io, in tutta risposta, mi lanciai su una tartina al salmone.

Il suono di una campanella, accompagnato da urla di eccitazione, indicรฒ che era giunto il fatidico momento del lancio del bouquet. Una sorta di animatore, ingaggiato per assicurarsi che tutto procedesse in tempo e senza intoppi, radunรฒ tutte le donne presenti โ€“ nubili, si intende โ€“ e non mi riuscรฌ di scampare a quella messa in scena. La sposa, di spalle, era pronta a lanciare il suo bouquet a delle contendenti che speravano di trovarsi presto al suo posto o che avevano semplicemente voglia di portarsi a casa un bel mazzo di fiori parecchio costoso. Un poโ€™ di folklore, suvvia.

Mentre ragionavo su cosa motivasse le donne tra cui ero schiacciata a contendersi il bouquet della sposa, fui distratta dallโ€™arrivo nel cortile esterno di una carrozza trainata da cavalli bianchi. Dunque, era cosรฌ che Irien e Clara avrebbero fatto la loro uscita in grande stile? Fu lโ€™ultima cosa che vidi, prima di essere colpita in faccia, nellโ€™occhio destro per la precisione, dal bouquet della sposa.

-Non ci posso credere: nessuno ha preso il dannato bouquet?!- esclamai barcollante, mentre mi coprivo lโ€™occhio con la mano, giร  immaginando prognosi apocalittiche in cui perdevo la vista. Una ragazza mi prese sottobraccio e mi condusse ai margini della sala, facendomi accomodare su una sedia. Non riuscii a scorgere il suo volto, la vista offuscata dalle lacrime che avevano preso a sgorgare non appena ero stata colpita, prima che ella sparisse con la promessa di tornare da me con del ghiaccio. Forse avrei avuto bisogno di unโ€™ambulanza?

La stessa voce che si era rivolta a me poco prima di fronte al tavolo delle tartine, mi incalzรฒ nuovamente.

-Se fossi superstizioso, direi che questo รจ un segno- scherzรฒ, riferendosi allโ€™incidente.

-Non รจ divertente. Potrei perdere la vista!- esclamai, piuttosto sconvolta.

-No, non credo.-

-E tu che ne sai?-

-Sono un medico. Avanti, togli la mano e fammi vedere.-

Non riuscivo ad aprire lโ€™occhio per il dolore e, da quanto appresi, anche per il gonfiore. Il medico-amico del testimone, che si presentรฒ come Andrej, mi condusse in bagno dove mi medicรฒ con un kit da pronto soccorso che era riuscito a reperire. Il risultato fu una benda sullโ€™occhio che avrei dovuto portare fino al giorno seguente. Se solo si fosse trattata di una festa in maschera, sarei stata perfetta. Ahoi, in arrivo una piratessa sulla pista da ballo!

-Quindi, quali sono i privilegi in qualitร  di amico del testimone?-

-Ho avuto un โ€œpiรน unoโ€.-

-Io non ho avuto un โ€œpiรน unoโ€. Dovโ€™รจ il tuo?-

-Non cโ€™รจ. Non mi interessava.-

Mi diede un antidolorifico che ingollai con un sorso di champagne.

-Non รจ giusto, avresti potuto cederlo a qualcun altro.-

-A te, per esempio?-

-No, grazie. Non mi serve un โ€œpiรน unoโ€.-

-Ti dona la benda, sai?-

-Mi manca solo il pappagallo sulla spalla.-

-Fa male tanto quanto vedere il tuo ex ragazzo sposarsi con unโ€™altra?-

Non mi piacque affatto quellโ€™insinuazione. Feci un altro sorso di champagne, constatando mio malgrado che non ve nโ€™era rimasta una goccia.

-Non mi fa alcun effetto. Hai presente il significato della parola โ€œexโ€?-

-Il fatto che sia un ex non implica che non provi ancora qualcosa per lui.-

-Ascolta, ti ringrazio per la medicazione, ma lasciamo stare i giochetti mentali, dโ€™accordo?-

-Scusa. Non volevo farti arrabbiare.-

Forse per lโ€™effetto dellโ€™antidolorifico mischiato allโ€™alcol, decisi di spiegare a quellโ€™uomo come era andata la storia tra me e Irien, quali erano state le mie decisioni e che per nessun motivo avrei desiderato tornare sui miei passi. Negli ultimi mesi con Irien mi ero sentita bloccata, come se stessi vivendo una vita che non fosse mia. Quando avevo cominciato a viaggiare, finalmente mi ero sentita libera: libera di essere ciรฒ che volevo e di cucirmi addosso la vita che preferivo. Ero decisamente sollevata nel vedere Clara nel vestito da sposa, mentre io sfoggiavo con orgoglio la mia benda sullโ€™occhio.

Serie: I viaggi di Elisa C. Ritorno a Piantorto


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Discussioni

  1. Ciao Erica! I matrimoni sono un brodo primordiale in cui dare vita a nuovi intrecci e nuovi risvolti. Senza nulla togliere ai primi episodi di questa Serie, sto notando una fluiditร  sempre crescente nello stile e sopratutto un grado di ironia ancora piรน presente che rende la lettura davvero piacevole. Viva gli sposi (si fa per dire).

  2. In fondo non รจ andata cosรฌ male. Spesso, risulta piรน facile aprirsi a confidenze con un estraneo: soprattutto dopo aver ingollato parecchio champagne. Analisi accurata, mi sono divertita nel leggere queste tue “scene da un matrimonio”. A dire il vero ho ricordato il mio, dove tutti si divertivano tranne i diretti interessati ๐Ÿ˜€

  3. Concedersi il beneficio del dubbio a volte fa bene, questo consente alla protagonista di entrare in quel microuniverso che possono essere i matrimoni, con molteplici forme di relazioni e interrelazioni compressi in un breve spazio e poi, l’immancabile momento del lancio del bouquet, violenza pura in quel momento che mi ha ricordato quell’ironia alla Bridget Jones che forse mi mancava in un’autrice italiana. Ma forse, anche per essere molto italiani, bisogna viaggiare. MI รจ piaciuto, scusa per la citazione Bridget, per par condicio dirรฒ che, ora che hai svelato le tue influenze, posso scorgere quell’acutezza nel descrivere ed inviduare radici e legami all’interno e tra le persone. Alla prossima!