Settore Ombra

Serie: L’archivio


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Mira ha preso consapevolezza del suo passato

Mira correva. I passi rimbombavano nel silenzio artificiale dei corridoi, una sinfonia di paura e urgenza. Dietro di lei, il suono metallico degli stivali dei guardiani era un promemoria costante che il tempo stava per scadere.

Il Settore Ombra. Le parole pulsavano nella sua mente. Era l’ultima possibilità, l’unico luogo dove poteva trovare la sua memoria originale. E forse, risposte.

Le luci si abbassarono improvvisamente. Un blackout temporaneo. Un errore di sistema? O qualcuno stava aiutando?

Mira non si fermò per scoprirlo.

Un pannello sul muro indicava la direzione: Settore O – Accesso limitato. Svoltò l’angolo, trovandosi davanti a una porta blindata con scanner biometrico. Tentò di controllare il respiro, poi posizionò la mano tremante sullo scanner.

Accesso negato.

Un’imprecazione le sfuggì. Doveva esserci un modo. Il codice. Il backup. Tentò di ricordare ogni dettaglio del file. 01R3M. Non era solo un codice. Era un’identità. La sua identità.

Digitò il codice sulla tastiera accanto allo scanner. Un momento di silenzio irreale, poi la porta si aprì con un sibilo.

All’interno, un lungo corridoio buio, illuminato solo da luci rosse intermittenti. Il cuore di ogni memoria cancellata. Mira avanzò lentamente, i suoi passi rimbombavano come colpi di martello nella sua testa.

File, milioni di file. Ogni stanza conteneva vite intere, rubate, archiviate, dimenticate.

Mira Valen. Doveva trovarsi lì. Doveva esistere ancora.

Un terminale si accese davanti a lei. Senza pensarci, si avvicinò. Sullo schermo, una sola parola lampeggiava:

Cercavi questo?

Il sangue le si gelò. Qualcuno sapeva. Qualcuno la stava aspettando.

Un’immagine apparve sullo schermo: il Direttore. Ma questa volta, non nella sua forma distante e impersonale. Era più giovane, più umano. E gli occhi… erano gli stessi occhi che Mira vedeva ogni volta che si guardava allo specchio.

«Ciao, Mira. È passato molto tempo.»

«No… non è possibile,» sussurrò. «Chi sei?»

«Chi sono io? Sono ciò che eri e ciò che diventerai. Sono il tuo ricordo. E sono qui per aiutarti.»

Mira si sentì crollare. Il Direttore… era parte di lei?

Lo schermo cambiò, mostrando un’unica opzione: Ripristina memoria originale.

Mira sapeva che una volta premuto quel pulsante, non ci sarebbe stato ritorno. Chi era stata? Chi sarebbe diventata? Non lo sapeva. Ma sapeva una cosa.

L’Archivio mente. Ma la memoria… la memoria non dimentica mai.

Allungò la mano tremante e premette il pulsante.

Il mondo esplose.

Non all’esterno, ma dentro di lei. La mente di Mira fu investita da un flusso violento di immagini, suoni, sensazioni. Era come cadere attraverso strati di tempo, ogni secondo una vita intera dimenticata.

Un laboratorio. Cavi ovunque, schermi lampeggianti, e lei, più giovane, più audace, che discuteva con qualcuno.

«Non possiamo permettere che l’Archivio diventi uno strumento di controllo. Era nato per preservare, non per cancellare!»

Una voce rispose, fredda e pragmatica: «Sei ingenua, Mira. Ogni strumento diventa arma, prima o poi.»

Quel volto… il suo stesso volto. Un clone? No. Un backup.

Mira sentì un dolore lancinante alla testa. Fratture. I ricordi si sovrapponevano come schegge di uno specchio rotto. Il volto del Direttore, il suo volto. Due versioni della stessa persona, divise da una scelta: controllare o distruggere.

Poi, una memoria nitida, cristallina.

La sua fuga. Un’ombra che si muoveva tra le linee di codice, creando una falla nel sistema. Aveva tentato di cancellarsi dall’Archivio, ma qualcosa era andato storto. Invece di sparire, era stata duplicata. Una parte di lei, la versione che aveva scelto il potere, era diventata il Direttore. L’altra, ribelle e incompleta, era rimasta Mira.

Il flusso di ricordi si interruppe bruscamente. Mira si trovava ancora nel Settore Ombra, ansimante, sudata, come se avesse corso per chilometri.

La sua mente, ora, sapeva troppo.

Un rumore metallico la fece voltare. I Guardiani erano vicini. Doveva muoversi. Ma dove?

Poi, una voce riecheggiò nella stanza. Non artificiale, non sintetica. La sua voce.

«Mira, sai cosa devi fare. Distruggilo.»

Era il suo sé passato, il suo vero io, che ora le parlava. E Mira capì.

L’Archivio non poteva essere riformato. Doveva essere annientato.

Serie: L’archivio


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