
Caso chiuso
Serie: Arturo Piccolit - Detective Privato
- Episodio 1: Il nemico del mio nemico
- Episodio 2: Incubo
- Episodio 3: Fuga da Little York
- Episodio 4: Ombre d’argento
- Episodio 5: Caso chiuso
- Episodio 6: Detective Piccolit, il caso è tuo.
- Episodio 7: L’Occhio di Oberon
- Episodio 8: Sibilla
- Episodio 9: La teoria della Sirena
- Episodio 10: Rainbow Street
STAGIONE 1
«Questo sì che è un colpo di scena» disse il detective, stretto nella morsa del troll.
«Davvero?» domandò Succhiabudella. «A me sembrava abbastanza scontato.»
«Perfino un troll è più sveglio di te, Piccolit» disse Ariele con un sorriso che avrebbe sciolto il cuore di uno Yeti. «Anche se devo ammettere che quando siete fuggiti dal Cauldron mi hai fatto preoccupare.»
«Se non fosse stato per me sarebbe ancora a marcire sottoterra» brontolò Sibilla.
«C’è proprio bisogno di puntualizzare?» domandò piccato Piccolit.
«Mi piace essere precisa.»
Ariele si avvicinò, passò le dita affusolate sulla guancia di Sibilla, mentre la fatina si divincolava nella stretta del troll. «In effetti, non avevamo calcolato te. Anche se pensavo che uno squalo della finanza coi suoi scagnozzi sapesse tenere a bada una lucciola color confetto.»
La stanza si illuminò violentemente di rosa. «Come ti permetti?» gridò Sibilla, «Guarda che sei una fatina come me.»
«Già» rispose la de Pixes, lanciandole uno sguardo languido. «Non si direbbe, vero?»
Per la prima volta in tutta da quando l’aveva incontrata, Arturo vide la campagna rimanere senza parole. Sarebbe stato un momento piacevole, se non fosse che se anche lo spirito battagliero di Sibilla si era spento, allora non c’era più speranza per nessuno.
O’greedy non fiatava, si limitava a guardare Ariele adorante, più che uno squalo, in quel momento sembrava una triglia.
«Comunque,» continuò la fata, «tutto è bene ciò che finisce bene. Voi avete arricchito la vostra inutile vita con un paio di giorni di avventura e io ho ottenuto ciò che volevo. Siamo tutti contenti. Adesso potete anche morire.»
Di fronte alla prospettiva di finire schiacciato tra le mani di pietra del troll, Piccolit si riscosse: «Perché?»
«Niente di personale, gnometto. Perché il mio piano riuscisse mi serviva la collaborazione di un pessimo detective, un perdente di cui non importasse nulla a nessuno da sacrificare. Tu ti sei dimostrato così pessimo che per poco non rovinavi tutto.»
Soltanto una settimana prima la risata malvagia con cui Ariele terminò la frase avrebbe distrutto ogni sua velleità. Ma erano bastati due giorni in compagnia di Sibilla perché la sua fiducia di forgiasse a forza di frecciatine acide e padellate sulla nuca.
«Mi riferisce alle vittime del vostro Nettare modificato. C’era bisogno di rovinare così tante vite? A che scopo?»
«Non vedo perché dovrei dirtelo. Spiaccicateli.»
O’greedy tossicchiò imbarazzato. «Mi scusi mia Signora» balbettò. Non sembrava nemmeno lontano parente del boss della finanza incontrato a Rainbow Street.
«Cosa vuoi?» ringhiò Ariele con la faccia contratta dall’ira, neppure lei assomigliava molto alla sensuale, seppur fragile ereditiera che aveva chiesto protezione.
Troppi colpi di scena e persone ambigue in questo lavoro, pensò il detective. Avrei dovuto fare lo gnomo da giardino come voleva mamma.
«Credo che dovrebbe spiegare il suo piano criminale» la voce del leprecauno era diventata un po’ più acuta. «E’ la prassi.»
Piccolit, grazie alle sue notevoli capacità di sopravvivenza, sviluppate quasi per intero nelle ultime due notti, intervenne.
«Lo spregevole folletto ha ragione» gridò indignato. «Da quando in qua si lascia una vittima di un raggiro all’oscuro? Nemmeno lei, signorina de Pixies è così malvagia.»
«Sciocchezze, risparmiamo tempo e uccidiamoli ora.»
«E poi si fa chiamare fata» sbuffò sdegnata Sibilla. «Nemmeno un Imp si abbasserebbe a tanto. Rifiutarsi di spiegare con dovizia di particolari il proprio piano criminale!»
«Una cosa inaudita» mugugnò Succhiabudella.
«Dove andremo a finire, signori miei» disse Spaccaossa.
«E va bene» sbuffò Ariele. «Ma un riassunto breve, poi li facciamo fuori.»
Tutti nella sala annuirono, Ariele si avvicinò al mobile bar e si servì una generosa porzione di acquardente. Ne ingollò la metà prima di parlare.
«L’occhio di Oberon è una farsa» esordì. «Solo un sasso di fiume su cui ho scolpito una pupilla e due o tre simboli a caso.»
«Allora anche Gretto de Pixies era coinvolto?» domandò Piccolit.
«Ma certo che no, stupido di un nano. È proprio per lui che l’ho creato. Negli ultimi anni mio padre non ci stava più tanto con la testa, tutte quelle speculazioni finanziarie e polvere di fata giù a Rainbow Street gli avevano fritto il cervello. Aveva iniziato a trascurare gli affari per dedicarsi allo studio di leggende del piccolo popolo. Voleva anche fondare un’associazione benefica allo scopo di preservare la memoria popolare. Un’associazione benefica! Vi rendete conto? Ho provato a dissuaderlo. A proporgli di lasciare a me le redini dell’azienda, ma si è rifiutato. Non potevo far altro che ammazzarlo.»
«Quindi ha ucciso suo padre?» sbraitò Sibilla indignata.
«Certo mia cara, con un candelabro in libreria.»
«Lo sospettavo» bofonchiò Arturo.
«Non sospettavi un bel niente, dolcezza. È per questo che ti ho scelto.»
Ariele si avvicinò al detective e gli grattò sotto il mento con le lunghe unghie, come fosse un animaletto. Nonostante fosse quasi stritolato da due bicipiti rocciosi, Piccolit dovette trattenersi per non fare le fusa.
«Perché gli Imp?» ringhiò appena ebbe ripreso un po’ di controllo.
«Il Guercio e la sua banda di debosciati puzzolenti ha fatto il suo tempo. Little York ha bisogno di un nuovo re del crimine. O una regina, nel mio caso. Mentre i giornali battevano le accuse del furto di un prezioso manufatto all’interno della mia villa da parte del Guercio, ho iniziato a distruggere la sua organizzazione con il mio Nettare modificato. Vittima e carnefice allo stesso tempo, chi avrebbe potuto sospettarmi?»
«Non la farai franca!» gridò Sibilla, di nuovo la stanza si illuminò di rosa.
«Tu credi, farfallina? E chi potrebbe fermarmi.»
«Io» gridò una voce basso e sassosa, come una scossa di terremoto.
Di colpo Arturo fu libero e si ritrovò steso sul tappeto, l’impatto fu duro ma ignorò il dolore. Sopra di lui incombeva un’enorme massa ondeggiate, anche Sibilla era nella stessa situazione, ma la fatina faticava a riprendersi dall’impatto. Si mosse più velocemente di quanto avrebbe mai sperato di fare, rotolò elegante, avvolgendo la fatina col suo corpo come nei suoi sogni più segreti, e la trascinò con sé; appena prima che due valanghe di sassi e crudeltà si schiantassero a terra.
«Frank» gridò Ariele, la sua voce era più acuta e molto meno elegante. La figura della guardia del corpo svettava come un picco roccioso sugli scagnozzi di O’greedy.
«Signorina, mi dispiace. Ma si è spinta troppo oltre, quello che ha fatto a suo padre»
La voce del troll era triste, come il soffio del vento in un canyon, se Arturo non avesse saputo per certo che da quella dura roccia non potessero uscire acqua, avrebbe pensato di vedere una lacrime brillare sotto gli occhiali scuri, lasciando dietro di sé una traccia di muschio.
«Tu e le tue stupide idee» urlò Ariele al leprecauno. «Ora mi tocca far fuori anche questo idiota.»
Ariele rovesciò la testa all’indietro, recitando parola potenti e sconosciute, un vento innaturale si insinuò nella villa, spegnendo ogni luce; il viso della fata contratto in un’estasi dolorosa era illuminato dalla sua stessa luce azzurrognola.
Frank fu sbalzato sul soffitto, come fosse un fantoccio di stracci, le grida del troll coprivano a malapena il rumore di roccia frantumata.
«Conosce l’antica magia» gridò Sibilla, scollandosi di dosso Arturo.
«Sei una fata anche tu, no? Fai qualcosa.»
«Io non uso quella roba, è da cafoni» rispose seccata.
Arturo avrebbe voluto risponderle, ma il tempo stringeva e le radici che tenevano assieme le membra di Frank non avrebbero retto a lungo.
«Vorrà dire che ci faremo bastare le armi che abbiamo.» Arturo di alzò, affrontando il vento magico . O’greedy era paralizzato sulla poltrona e i suoi scagnozzi non davano segno di ripresa.
Guardò la fata circondata da lampi blu, aveva desiderato un caso importante per tutta la vita, ma in cuor suo amava la tranquilla monotonia. Aveva sempre saputo di non avere il fegato per essere il detective che voleva essere
«Al diavolo» disse stringendo i pugni, se la vita che sognava era impossibile da realizzare, almeno la morte sarebbe stata all’altezza.
Caricò le piccole gambe muscolose per l’ultimo salto della sua vita. «Ci vediamo all’inferno, zuccherino.»
Nonostante la frase ad effetto fosse degna di nota, Arturo non riuscì a raggiungere la fata, un campo di forza lo sbalzò via. Per fortuna un tavolo in legno massello fermò la sua caduta.
Vide a malapena Ariele traballare dopo l’impatto, prima di svenire una flebile lucida rosa tentare di arginare la marea azzurra. Con una padella.
Oltre il velo delle palpebre alcuni lampi blu balenavano nelle tenebre. Ariele de Pixies aveva vinto, Little York era in mano a una nuova, terribile regina del crimine.
Quando trovò il coraggio di aprire gli occhi scoprì che in realtà quelli erano i lampeggianti della Polizia Fatata e che una squadra di fatum stavano portando via una confusa Ariele e il suo tirapiedi.
«Hai finito di dormire?» disse una vocina fastidiosa, troppo vicina al suo orecchio. Sibilla lo guardava con un mezzo sorriso. «Come al solito tocca fare tutto a me, quella smorfiosa mi ha pure disintegrato l’arma.»
«Ne compreremo un’altra.»
Arturo cercò di alzarsi, ma le sue ginocchia si opposero con forza, Sibilla lo afferrò prima che cadesse. Profumava di fatica e magia.
«Ho sentito la tua frase finale, molto bella. Da vero duro.»
«Vero? Ho improvvisato. Dopo questo caso avremo molto lavoro, mi servirà un socio all’agenzia.»
«Forse conosco la fatina che fa per te.»
Fuori l’aria era pensate e umida, la città sembrava più sporca e fragile che mai, ma il piccolo popolo poteva dormire sogni tranquilli, Little York aveva due nuovi eroi
Serie: Arturo Piccolit - Detective Privato
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- Episodio 4: Ombre d’argento
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- Episodio 7: L’Occhio di Oberon
- Episodio 8: Sibilla
- Episodio 9: La teoria della Sirena
- Episodio 10: Rainbow Street
Bellissima serie, ironica come sempre, un hard boiled fantasy umoristico… Solo tu potevi creare questo cocktail, e farlo così bene!
Grazie mille Sergione, sono contento che ti sia piaciuta la mia piccola serie, un abbraccione
“Credo che dovrebbe spiegare il suo piano criminale» la voce del leprecauno era diventata un po’ più acuta. «E’ la prassi.»”
😂 😂 😂 In effetti!
Le regole vanno rispettate 🤣
Solo una parola per descrivere la serie: GENIALE!
Complimenti!
Ciao Gnam gnam ti ringrazio di cuore, mi piace giocare con l’ironia e mischiare le narrazioni, anche se geniale forse è un po’ troppo. Comunque me lo piglio volentieri.
Grazie ancora
Bellissima serie! Divorato ogni episodio. Mio nipotino la leggerà da solo tra qualche anno, e lo zio la ripasserà. Sto ancora ridendo per la maglietta “Peter Pan sei un’infame”
Grazie infinite Carlo, davvero. Mi hai migliorato la giornata.
Se ti va e hai tempo, ho scritto una serie di favole che potrebbero essere più adatte al tuo nipotino, so intitola le sentinelle della Luna
“Avrei dovuto fare lo gnomo da giardino come voleva mamma.”
Mi ha fatto ridere 😂
Grazie ♥️
Finale molto anni 80, quando il cattivo perdeva tempo a spiegare il proprio piano criminale. Si vede che la tua è stata una scelta voluta.
Arturo e Sibilla si sono dimostrati un duo ben affiatato; spero di “vederli” ancora in azione.
P.S. MI sembra di aver colto un omaggio a Tolkien (Lo Hobbit) sul finale. Non so, forse me lo sono immaginato…
Ciao Alessandro, grazie per le trovate esilaranti di questa bella serie.
Ciao Dario, che bello leggerti qua. GRazie mille per il tuo commento e per aver seguito fino in fondo le avventure di Arturo. E’ stato bello scriverlo, l’ho fatto in primo luogo per divertirmi a inventare e per prendere in giro gli hard boiled anni 80/90. Sono contento che ti sia piaciuto.
Purtroppo però la citazione finale è involontaria.
A presto
Oramai la padella di Sibilla è entrata nella Storia con la S maiuscola: al suo confronto, anche Excalibur impallidisce. Con questa serie mi hai regalato ben più di una risata, spero in un ritorno di questi due piccoli grandi detective ;D
Ciao Micol, grazie mille per il tuo supporto fino all’ultima puntata, forse prima o poi ci sarà di nuovo bisogno di Arturo e Sibilla
“Ma erano bastati due giorni in compagnia di Sibilla perché la sua fiducia di forgiasse a forza di frecciatine acide e padellate sulla nuca.”
😂
🤣🤣🤣
E siamo arrivati alla fine, mi sento un po’ triste ma molto appagata da un finale giusto, che per altro lascia un’apertura su nuovi scenari. Grazie Ale, questa serie mi è piaciuta molto ❤️
E’ sì per adesso Piccolit si ferma, penserò un po’ ad altri progetti. Grazie davvero per averlo seguito fino qua, un bacio da Arturo e Sibilla
“come il soffio del vento in un canyon,”
Questo passaggio mi è piaciuto
🙂 vedi imparo a forza di leggere i tuoi brani
“Avrei dovuto fare lo gnomo da giardino come voleva mamma.”
😂 😂
un posto sicuro, poco faticoso e con i contributi pagati
Tutto è bene quel che finisce bene! Una serie davvero molto carina, complimenti Alessandro!
Ciao Giò, grazie mille per il commento e per aver letto fino qua. Un abbraccio ♥️♥️♥️
Ci hai fatto sospirare un po’ per quest’ ultimo episodio, ma il finale e` gratificante. “Adoro” i piccoli eroi imbranati che, nonostante tutto, vincono sui più forti, cattivi e prepotenti. Ho gustato questo episodio e altri della stessa serie come da piccola, quando guardavo i miei cartoni animati preferiti.
Grazie Maria, è un gran bel complimento, sono contento che la storia di Arturo ti sia piaciuta
Molto originale, l’ho trovato coinvolgente!
Grazie mille Kenji, anche da Arturo