Cenni

Serie: FULL


Me ne stavo in giardino, sulla sdraio, una birra in mano... questo รจ l'ultimo ricordo della mia precedente vita

Ormai non ne potevamo piรน di mattinate calde come quella, senza vento. Il sole crepava lโ€™asfalto.

Il camion della nettezza urbana passรฒ sbuffando dagli stantuffi, lasciandosi dietro rumore di vetri infranti e il tanfo di immondizia.

Me ne stavo in giardino, sulla sdraio, una birra in mano il giornale sul tavolino.

Erano le dieci passate quando sentii i primi rumori dalla casa accanto. Non era la prima volta. Achille aveva una voce che attraversava i muri, oltre alla sua voce un suono rotto: un tonfo senza eco.

Poi un rumore piรน forte, come di un mobile spostato di colpo o un vaso caduto.

Rimasi a fissare la siepe che divideva i due giardini, trattenendo il respiro, cercando di capire.

Forse stavano solo spostando qualcosa, mi dissi. In effetti poteva trattarsi di qualsiasi cosa.

Subito dopo un tonfo secco e poi un debole gemito. O almeno cosรฌ mi sembrรฒ, non ne ero sicuro.

I suoni si mescolano nella testa e tutto questo caldo non aiuta certo a far chiarezza, non si puรฒ essere lucidi.

Guardai verso la cucina e Giulia era alla finestra. Mi fissava, braccia conserte, fronte corrugata; era come se mi chiedesse se stessi sentendo anche io. Voleva sapere se stavo capendo qualcosa.

Ci fu un altro rumore forte, un botto, poi il silenzio.

Mi accorsi che stavo stringendo il collo della bottiglia con troppa forza, le dita avevano cominciato a diventare blu. Un brivido lungo la schiena.

Cosa stava succedendo dallโ€™altra parte? Forse niente, mi dissi, non cโ€™era motivo di pensare al peggio.

Mi alzai e mi avvicinai alla siepe. Cโ€™era un varco tra i rami, abbastanza largo da vedere lโ€™ingresso della cucina dei vicini. Lei era lรฌ, distesa sul pavimento come un oggetto abbandonato. Le gambe erano piegate innaturalmente, come disarticolate. I lunghi capelli scuri sparsi attorno a lei, creavano una corona nera sul marmo bianco del pavimento. Gli occhi erano chiusi, le palpebre pesanti, serrate, come a nascondere una veritร  che non avrei dovuto vedere.

Achille la guardava immobile dallโ€™alto, il petto che andava su e giรน come se avesse corso una maratona. Immobile come se stesse aspettando una reazione della moglie.

Lui la fissava ed io fissavo lui, in un silenzio denso che sembrava non finire. Poi Achille alzรฒ lo sguardo, si girรฒ e mi vide. Restammo cosรฌ, a guardarci, io da dietro la siepe e lui sulla soglia della cucina. Nei suoi occhi cโ€™era il vuoto a mascherare forse quella che era paura? Rassegnazione? Stava chiedendo aiuto? Un vuoto cosรฌ profondo da non poterlo riempire con niente.

Fece un leggero cenno con la testa, come a dire qualcosa. Io rimasi fermo. Le gambe pesanti, il corpo bloccato. Si era creata una muta intesa che non volevo assolutamente, ma ormai era li, nel buco della rete, nel poco spazio che ci separava, nel silenzio.

Achille abbassรฒ lo sguardo, fece un passo indietro e scomparve nel buio della casa.

Tornai sulla sedia sdraio. Guardai di nuovo verso la finestra. Giulia era ancora lรฌ, dietro i vetri. Mi fissava come prima, immobile. Aveva gli occhi lucidi, la bocca serrata.

Istintivamente feci un cenno, appena un movimento con la testa. Lei chiuse gli occhi, le spalle le tremavano. Rimase cosรฌ per qualche secondo, poi li riaprรฌ e li abbassรฒ.

La vidi allontanarsi dalla finestra, le braccia lungo i fianchi, lenta e instabile, come una foglia che cade.

Sentivo il cuore battermi nelle orecchie.

La birra era ormai calda e sapeva di metallo. Non cโ€™erano piรน rumori da fuori.

Solo il silenzio e un leggero vento che aveva portato via il fetore dโ€™immondizia, nientโ€™altro.

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Discussioni

  1. Interessante la scelta di una narrazione lenta e ripetitiva che dร  al lettore la perfetta sensazione di attesa, curiositร  e poi stupore e rassegnazione.
    L’abbandono della scena da parte del protagonista e della moglie certamente sconcerta, ma diventa un escamotage per lo scrittore per prepararci al finale a dir poco agghiacciante.