Dall’altra parte

Serie: La bicicletta


Marta, di ritorno dal lavoro in sella alla sua fedele bici, รจ stata inseguita da un grosso cane nero, decisamente malintenzionato. Nella sua fuga precipitosa, attraversa un portale magico, e ora si trova chissร  dove.

Mentre guardava ancora indietro, tutto a un tratto il portale svanรฌ e, con esso, ogni possibilitร  di ritorno in cittร . Rallentรฒ la pedalata, tornando a guardare avanti, fino a fermarsi del tutto. Il suo respiro era affannoso, con boccate dโ€™aria brevi e velocissime; il cuore le martellava ancora nel petto. Cercava di capire dove fosse e cosa fare adesso, mentre il respiro lentamente, ma con continuitร  si normalizzava e anche il cuore. 

Ora che il pericolo era cessato, anche lโ€™adrenalina in circolo scemava. La prima cosa che fece, quando fu piรน calma, fu tirare un sospiro di sollievo e portarsi una mano al petto istintivamente. โ€ Ok, adesso lโ€™imperativo รจ prima di tutto capire dove sono,โ€ si disse volgendo lo sguardo dโ€™intorno. La preoccupava anche il fatto che, se la permanenza lรฌ doveva essere lunga, lei non aveva nรฉ viveri nรฉ acqua e non le era dato sapere, almeno non al momento, se avrebbe trovato nei paraggi altri esseri umani che potessero aiutarla. 

La prima cosa che la colpรฌ fu un maestoso albero di ciliegio, doveva essere secolare, che dominava una collina proprio di fronte a lei. Era in piena fioritura. Alla sua destra cโ€™era un bosco molto fitto; non avrebbe saputo dire di che specie fossero gli alberi che lo componevano, mentre alla sua sinistra cโ€™era quello che, allโ€™inizio, le sembrรฒ un normale canneto, ma guardandolo meglio, si rese conto che era una piantagione di bambรน. โ€ Allora sono finita in Cina o in Giappone,โ€ si disse; ormai lo stupore iniziale stava scemando, accettava la cosa con stoicismo, come fosse perfettamente naturale. 

Volgendo poi lo sguardo verso lโ€™alto, cosa a cui la distrazione data da un uccello in volo la indusse, notรฒ un cielo piรน limpido di come lโ€™avesse mai visto in vita sua. Lei si trovava su un sentiero in terra battuta. A mano a mano che si calmava, oltre a regolarizzare il respiro e il battito, le sue percezioni sensoriali si facevano piรน acute. Infatti, se allโ€™inizio aveva percepito quanto la circondava solo attraverso la vista, adesso tutti gli altri sensi erano completamente allโ€™opera. 

Percepรฌ in bocca, mentre respirava, il sapore di unโ€™aria purissima e carica di buone essenze. Alle sue orecchie giungeva unโ€™armonia di versi dโ€™uccelli e altri animali. Al suo olfatto non giunsero solo i naturali profumi di un bosco, ma frammisti ad essi il suo stesso sudore, una puzza che ora si faceva leggermente nauseabonda, e lโ€™odore di legno bruciato, questo perรฒ come unโ€™eco lontana, come se qualcuno avesse acceso un falรฒ. Al suo tatto, infine, giungeva la sensazione del suo corpo interamente sudato, soprattutto le mani, nonchรฉ la sua fedele bicicletta Daytona e le sue scarpe. 

Allโ€™improvviso, qualcosa cambiรฒ. Alle sue orecchie giunse il rumore del cozzare di spade, o qualcosa di molto simile, e parole in una lingua che non riusciva a comprendere. Fu solo a questo punto che ebbe unโ€™epifania, rendendosi conto esattamente di dove, soprattutto quando, realmente si trovava, certo non per caso. โ€ Come ho fatto a non capirlo subito,โ€ si rimproverรฒ. Riprese a pedalare con molta piรน foga di quanto avesse mai fatto, persino durante lโ€™inseguimento, e, quando giunse in cima alla collina del ciliegio secolare, ebbe la conferma definitiva di quello che in fondo giร  sapeva. 

Si trovava nellโ€™antico Giappone, proprio nel giorno in cui Shintaru era morto, ancora in tempo per impedirlo. Lรฌ in cima alla collina, dovette fermarsi per riprendere fiato; vide Shintaru e Koichi, anche loro videro lei, ma non erano soli. Proprio come nelle ultime pagine del suo caro manga, stavano combattendo, schiena contro schiena per guardarsi le spalle a vicenda, contro un gruppo di pericolosi malviventi che aveva teso loro unโ€™imboscata poco prima, approfittando del perfetto nascondiglio offerto dal bosco. 

I due samurai combattevano coraggiosamente contro i malviventi, in un virtuoso susseguirsi di fendenti, parate, affondi, e altri colpi. La loro maestria, nellโ€™uso delle katane, era ammirevole, e persino il clangore del metallo contro metallo era gradevole. Sguardi fieri. Il sudore imperlava i loro visi e i loro corpi. Quando sollevate, per colpire nuovamente, le katane facevano cadere una pioggia di sangue. Lentamente, ma inesorabilmente, stavano avendo ragione dei nemici, uno dopo lโ€™altro. Sembrava quasi che le katane danzassero, piuttosto che combattere, e il vento fosse il loro zufolo. 

Quello che Shintaru non sapeva era che da tempo Koichi cercava lโ€™occasione buona per mettere in atto il suo segreto proposito omicida: certo non lโ€™avrebbe ucciso subito, non mentre erano vivi tutti quei nemici, con il rischio poi di rimetterci la pelle anche lui, solo contro tanti, ma con lโ€™occasione propizia, aspettava solo il momento in cui, ucciso lโ€™ultimo nemico e sempre stando schiena contro schiena, avrebbe potuto voltarsi di scatto, contro lโ€™amico ignaro che ancora gli avrebbe dato le spalle, e conficcargli la katana nel corpo a tradimento: con ciรฒ disonorando doppiamente sรฉ stesso, perchรฉ รจ sia un disonore colpire alle spalle, sia uccidere un amico. 

Marta non sapeva parlare giapponese, se non poche parole, quindi era perfettamente consapevole che gridare per cercare di avvertire Shintaru sarebbe stato del tutto inutile; anzi, cโ€™era addirittura il rischio di distrarlo! Ci riflettรฉ bene, in un lasso di tempo brevissimo, perchรฉ i pensieri sono velocissimi, e concluse che lโ€™unica opzione realistica, se davvero voleva salvarlo a tutti i costi, era frapporsi fisicamente, prendendo lei il colpo destinato al suo amato e quindi morendo per lui.

Serie: La bicicletta


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