
Detersivo per piatti
Serie: L'Urlo Muto delle Ombre
- Episodio 1: La stufa
- Episodio 2: Matilde
- Episodio 3: Spazzino in quattro – 1
- Episodio 4: Spazzino in quattro – 2
- Episodio 5: Il cielo cova la neve
- Episodio 6: Controllori
- Episodio 7: Hell’s Tie
- Episodio 8: L’orologiaio
- Episodio 9: Pieno di benzina
- Episodio 10: Il getto
- Episodio 1: La cena (Attimi – 1)
- Episodio 2: Caffè in cialde (Attimi – 2)
- Episodio 3: Acque invernali (Attimi – 3)
- Episodio 4: Cappio (Attimi – 4)
- Episodio 5: Preferisco la tua cucina (Attimi – 5)
- Episodio 6: Gabriel (The Scarecrow – 1)
- Episodio 7: Gabbiani (The Scarecrow – 2)
- Episodio 8: Rivelazione (The Scarecrow – 3)
- Episodio 9: Agatha (The Scarecrow – 4)
- Episodio 10: Le conseguenze (The Scarecrow – 5)
- Episodio 1: Salsa barbecue? (1)
- Episodio 2: Salsa barbecue! (2)
- Episodio 3: Gelatina (1)
- Episodio 4: Gelatina (2)
- Episodio 5: Gelatina (3)
- Episodio 6: Tartarughe (1)
- Episodio 7: Tartarughe (2)
- Episodio 8: Tartarughe (3)
- Episodio 9: Tartarughe (4)
- Episodio 10: Tartarughe (5)
- Episodio 1: Del prato di casa
- Episodio 2: Aria condizionata
- Episodio 3: Sottomarino 17
- Episodio 4: Funivia (1)
- Episodio 5: Funivia (2)
- Episodio 6: Detersivo per piatti
STAGIONE 1
STAGIONE 2
STAGIONE 3
STAGIONE 4
La Signora Irma era entrata nel supermercato in via Martinelli alle sei del pomeriggio di giovedì, con l’intenzione di uscire non oltre le sei e quarantacinque. Era un tempo che rispettava senza problemi ogni giovedì, e segretamente ne andava piuttosto fiera ma, quella sera, alle sei e quaranta aveva il carrello pieno solo per metà, e da almeno cinque minuti era ferma all’inizio dello scaffale dei detersivi per stoviglie.
Ad averla indotta a fermarsi più del solito era stata una nuova marca di pastiglie per la lavastoviglie; veniva cinquanta centesimi a pastiglia, contro i sessanta o sessantacinque delle altre marche. Il problema, però, risiedeva nei prezzi alla confezione; quella da venti pezzi costava dieci euro, e quella da cinquanta venticinque euro. Facendo un rapido calcolo a mete, si era accorta che il prezzo al pezzo rimaneva lo stesso per entrambe le confezioni; cinquanta centesimi a pastiglia. E ciò era impensabile, perché da che aveva memoria di fare la spesa, le confezioni più capienti erano sempre le più convenienti, anche solo di poco. Quindi, doveva esserci un errore nei prezzi esposti; ma come esserne certi?
Si era quindi guardata attorno, in cerca di una commessa (femmina ovviamente, perché i commessi maschi sapevano solo gironzolare tra le corsie trascinandosi i piedi e guardando per aria, e non erano mai granché utili), ma quel pomeriggio il supermercato sembrava essere a corto di personale. Irma era quindi tornata a leggere i prezzi sui cartellini, il ché non aveva fatto altro che indurle ulteriore perplessità. Finalmente, al suo fianco comparve una donna. Non era una commessa, ma stava comunque analizzando le confezioni di detersivi per i piatti, e poi era più giovane di lei di almeno cinque anni. Sicuramente l’avrebbe aiutata.
“Mi scusi” le disse avvicinandosi, mostrandole la confezione da cinquanta che teneva tra le mani, “ho notato che queste…” Irma si fermò, perplessa. La donna si era voltata, ma la guardava negli occhi. Il suo sguardo era rivolto alla scatola di pastiglie; i suoi occhi erano sgranati, sul volto un’espressione che rasentava il disgusto.
“Ah!” esclamò la donna a voce alta. “Se fosse per me, la lavastoviglie la butterei dalla finestra!”
Irma ritrasse la confezione, come se – ed effettivamente era così – quell’oggetto tanto innocuo avesse procurato una dose di sgomento a quella donna. Non parlò; si limitò a ricambiare lo sguardo, non capendo bene cosa sarebbe dovuto succedere ora. La donna fece un passo avanti, accovacciandosi un poco, arrivando all’altezza di Irma, che con l’accenno di gobba dovuto all’età non era poi tanto alta.
“Quella schifosa” sussurrò. “Sì, schifosa, dico!” aggiunse con aria concitata.
“Ma chi-”
La donna si avvicinò ancora. Ora tra il suo naso e quello di Irma non c’era più molto spazio. Disse: “Quella schifosa della mia nuora.”
Irma continuava a tacere. Iniziò a provare una strana sensazione alla pancia, una sensazione che conosceva piuttosto bene; era la paura.
Come se si fosse accorta della soggezione provata da Irma, la donna indietreggiò e si impettì. Poi il suo sguardo si ammorbidì e parve rilassarsi.
“Quanto paga, lei, di acqua?” chiese con una certa cortesia. “Al mese, s’intende.”
“Sui trenta” farfugliò Irma.
“Ottantacinque!” gridò la donna, alzando di scatto le mani.
“Capisco…”
“No” disse con fermezza la donna. “Lei non può capire”. Ci fu una pausa, durante la quale Irma e la donna si guardarono, l’una con gli occhi gravosi, l’altra con un cipiglio che sfociava nella paura a ogni attimo che passava. D’un tratto, con un gesto fulmineo, la donna afferrò con forza l’avambraccio di Irma; per lo spavento lei fece cadere la confezione di pastiglie, che si aprì riversando tante capsule colorate sul pavimento. L’aria si riempì dell’odore pungente di detersivo. Un uomo in fondo alla corsia si sporse per controllare che stesse succedendo; vide due vecchiette che litigavano, scosse la testa e sparì.
“E mi dica,” proseguì la donna a bassa voce, “di corrente elettrica, quanto spende?”
Irma, che teneva sotto controllo le spese domestiche con uno scrupolo che aveva del maniacale, in quel momento non riuscì a ricordarselo. Disse: “Non saprei… forse ottanta euro.”
La donna aprì la bocca, e un lungo gemito le uscì dalla gola. Infine gridò: “Centoventotto!”
La presa sul braccio si intensificò. La donna stava per dire qualcos’altro quando Irma, con uno strattone, si liberò, fece dietro front e camminò lungo la corsia a passo svelto, lasciando il carrello mezzo pieno nel reparto detersivi, circondato dalle capsule sparse sul pavimento.
“Quella schifosa!” urlava la donna. “La lavastoviglie costa, e va usata con criterio, ma lei non lo capisce!” Quando la donna gridò un’altra volta, Irma non comprese le sue parole, perché aveva già svoltato, e ora si trovava in un altro reparto.
Le ci volle un po’ per riacquistare il controllo. Trasse un respiro profondo, alzò lo sguardo sullo schermo, lesse il numero e controllò quello del biglietto che teneva con entrambe le mani.
“Settantasei” disse il macellaio.
“Eccomi”. Irma si affrettò verso il bancone, guardandosi attorno.
“Cosa prende, signora?” chiese cordiale l’omone. Erano tutti piuttosto tarchiati, pensò, i macellai.
“Tre etti di cotto” disse Irma, e lanciò uno sguardo oltre le spalle.
L’uomo la fissò preoccupato. “Si sente bene, signora?”
“Sì.”
Il macellaio annuì con scarsa convinzione e le diede le spalle per preparare il suo ordine.
Non c’era traccia della donna, e gli unici rumori erano il ronzio dell’affettatrice e i beep delle casse, più lontani. La tensione si alleviò, e Irma ricordò di aver bisogno anche di qualche costoletta di maiale, per il pranzo della domenica. Aspettava i suoi nipoti e non poteva certo servire petti di pollo e insalata.
Fece per chiamare il macellaio alla sua attenzione, protendendo il braccio per alzare la mano, quando una mano le afferrò il polso. Irma rimase interdetta un istante, poi si voltò. Al suo fianco – a guardarla con gli occhi spalancati, la bocca digrignata che mostrava una dentatura troppo bianca e troppo regolare per una donna di quell’età – c’era la donna del reparto detersivi.
“Sono contenta, sa?” sibilò la donna. “Sono contenta, che quella schifosa sia morta.”
Serie: L'Urlo Muto delle Ombre
- Episodio 1: Del prato di casa
- Episodio 2: Aria condizionata
- Episodio 3: Sottomarino 17
- Episodio 4: Funivia (1)
- Episodio 5: Funivia (2)
- Episodio 6: Detersivo per piatti
Ho adorato questo episodio, l’ho letto tutto d’un fiato. Bravissimo!
Mi ha molto colpita la descrizione quasi chirurgica che nella prima parte Irma fa riguardo la scelta delle pastiglie. Va a contrastare ed evidenziare ancora di più l’irruzione della suocera, che ha dell’assurdo. Un personaggio inquietante, morboso, descritto benissimo. Ho visto due facce della stessa medaglia, quasi: Irma, con la sua routine maniacale ma completamente votata all”autocontrollo e all’ordine, e questa suocera, con la fissa per le bollette, una fissa maniacale che sfocia nel lato opposto, la follia. .
Le incomprensioni suocera-nuora elevate a potenza. Se è vero che l’orrore si nasconde nelle storie di tutti i giorni, questo racconto ne è un esempio. Ho trovato molto credibili i due personaggi.
Grazie come sempre Antonio!
Una storia quotidiana che diventa inquietante passo dopo passo. L’incontro tra Irma e la misteriosa donna è tanto assurdo quanto disturbante, e il finale lascia un brivido addosso.
Grazie Lino, mi fa piacere che tu abbia apprezzato il racconto 🙂