EARFQUAKE
“For real, for real, for real this time.. ‘Cause you make my earthquake, oh you make my earthquake. Riding around, your love be shakin’ me up and it’s making my heart break. Don’t leave, it’s my fault.. don’t leave, it’s my fault, ‘cause when it all comes crashin’ down I’ll need you..”
(Per davvero, per davvero, per davvero questa volta.. Perché mi agiti il cuore, oh fai tremare il mio terreno. Andando in giro, il tuo amore mi dà una svegliata e questo mi spezza il cuore. Non andartene, è colpa mia.. non andartene, è colpa mia, perché quando tutto si distrugge ho bisogno di te..)
La sua voce, accompagnata dal melodioso suono delle corde della sua chitarra, sfregate affettuosamente dalle sue lunghe dita, entrava nella mente e non cessava di premere impetuosamente. Non capitava spesso di sentirlo suonare, tantomeno di accompagnare il tutto con la sua voce, delicata e limpida. Era posto davanti ai miei occhi, seduto su una sedia accanto al mio lettino, completamente trasportato dalla sua performance. Ed io ero lì, davanti ai suoi occhi, sdraiato sul lettino dell’ospedale, completamente trasportato dalla sua performance.
Accarezzai di sfuggita la sua guancia, passando per un secondo l’indice della mano nel suo labbro inferiore, che lentamente muoveva a ritmo della melodia. “Baciami , con passione, con disperazione, con violenza, con nostalgia”, era questo quello che il mio corpo diceva, ma anche “Vattene, vattene di qui”. Ma lui non andava via, lui era lì, che mi guardava, innamorato più che mai.
-Perché non vai via? Perché mi desideri?
Soffri allora, è questo che stai chiedendo. Distruggiti allora, è questo che più vuoi.
Sei fatto di questo, siamo fatti di questo. Dolore che non può essere placato, o non vuole esserlo. Il male più grande chiamato Amore mimetizza il suo essere in piacere, elettrizzante piacere. Colpisce i nostri sensi, arrivando alla mente.. e la inganna. La offusca di illusioni, la riempie di cupidigia, l’afferra e la stringe.
Mi ascolti, o preferisci che dica parole dolci?
Vuoi sentire quello che vuoi sentire, non è forse così?
Allora ti dirò che ti amo. Ti piace questa parola, riesce a cambiare tutto. Ma se dico che tengo a te, che ti ammiro, che ti sento, non è lo stesso. Non sto mostrando quanto Amore ho per te, sto solamente mostrando ammirazione, comprensione.
Ti prego, convincimi del contrario. Dimmi che tutto quello che ho detto è solo frutto di un mio assurdo scetticismo. Voglio credere a quello che pensano tutti, così che il mio tremendo dolore si nasconda nell’oscura caverna dell’ignoranza. L’amore esiste, l’amore esiste, questo devo credere. Non è un’invenzione, non è stato creato per colmare i nostri desideri più oscuri. Non è stato concepito per illudere le nostre menti, per credere che i nostri sogni possano finalmente divenire realtà.
Quindi io ti amo, ti desidero.. ma non ti conosco, non ti sento al mio fianco. Ti voglio solo per me, ma non so chi tu sia.
Non so chi tu sia, non so chi sono. Come posso volerti, se non mi voglio? Come posso volermi, se sono un mucchio di illusioni?
Fammi queste domande, forza. Hai paura della mia risposta? Io non ho una risposta.
Non voglio rispondere, ho paura. Abbiamo paura, di credere al peggio. Di credere che tutto questo non esista, che tu non mi ami veramente, che io non ti amo veramente.
Allora baciami comunque, facciamo l’amore, affrontiamo questa paura. Ti voglio dentro di me, voglio sentire il tuo corpo stretto al mio, che chiede gentilmente di avermi ancora più stretto. Il tuo respiro nel mio collo, che ansima sempre di più.
Chiediti ora se tutto questo ti soddisfa e concedimi l’onore di rispondere al tuo posto. No, perché siamo insaziabili. Vogliamo divorare i corpi e le menti, pensando di saziare il proprio appetito. Ma l’appetito non scompare, si placa.
Questo lo sai bene tu, sei ormai abituato a questo. Ma mi chiedo come faccia una persona così saggia come te a permettersi di cedere e di cadere nella più profonda parte dell’abisso.
La più profonda parte dell’abisso sono io. Si, stai dubitando delle mie parole dall’inizio ed ora, soprattutto, stai rinunciando ad una qualche forma di veridicità nel mio discorso.
Prova ad ascoltarmi, almeno.
Io rappresento solo il dolore, la tristezza. La mia mente è rovinata, non è capace di comprendere la normalità. Confusione, alterazione, caos. Queste sono le parole che comprendo.
Non riesco nemmeno più a parlare, le mie parole lacerano lentamente i miei pensieri turbolenti, sino a spezzare la mia anima.
Non cadere, Winter, non ti permettere di cadere. Non ti ingannare.. non farlo.
Vattene, vattene di qui.-
“I don’t want no confrontation and you don’t want my conversation. I just need some confirmation on how you feel, for real. You don’t want no complication, I just need to know what’s happening ‘cause I’m for real.
I said don’t leave, it’s my fault.
Don’t leave, it’s, it’s my fault.
Don’t, do-do-do-do-do, I need…”
“Non voglio alcun confronto e tu non vuoi parlarmi. Ho bisogno di conferme su come ti senti, per davvero. Tu non vuoi alcuna complicazione, ma io devo solo sapere cosa sta succedendo perché sono serio.
Ho detto di non andare, è colpa mia.
Non andartene è, è colpa mia.
Non, no-no-no-no-no, ho bisogno…”
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L’inizio del racconto mi ha fatto venire in mente che proprio oggi ho ricevuto una e-mail in inglese… Comunque bel racconto, anzi, well done!
Thank you so much!