Ep 12: Il ritorno dell’affittuaria.
Serie: Il maledetto cacciatore di fantasmi - with Lorenzo R. Gennari
- Episodio 1: “Adrianaaaaa!”
- Episodio 2: Temi tu la morte?
- Episodio 3: Una serie di sfortunati tentativi.
- Episodio 4: Ivan, il capo del gabinetto.
- Episodio 5: Ep 5: “C’è gente che dormono!”
- Episodio 6: Ep 6: il caffè non si nega.
- Episodio 7: Ep 7: L’haboob di caffé nero nerissimo
- Episodio 8: Ep 8: Per il buon nome del caffè.
- Episodio 9: Ep 9: Ti presento Vapor.
- Episodio 10: ep. 10: Conversione all’ a-tè-ismo.
- Episodio 1: Ep 11: l’arrivo di Hippie Jackson
- Episodio 2: Ep 12: Il ritorno dell’affittuaria.
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Hippie Jackson nel suo completo contrastante di rosso zoppicò verso lo schermo. La sua mano putrida fuoriuscì da esso come da una bolla d’acqua. Il tanfo del suo putridume raggiunse il naso di Eugenio, non tanto disgustato dalla puzza, quanto dal soggetto, vergognosamente pacifista. La sola vista di quel cantante gli gettava addosso un terrore più unico che raro, dopo anni che la sua figura infestava il suo televisore.
All’improvviso un grido si propagò nella stanza, un grido agghiacciante, oserei dire da ragazzina. Eugenio ci mise un minuto per capire che era sé medesimo ad urlare. Si ricompose quasi all’istante, quando dallo schermo cominciò a formarsi il suo esercito di morti viventi danzanti. Partirono una serie di accordi dissonanti di una tastiera elettronica vintage. Eugenio affondò le dita nei cavi uditivi, la riconosceva quella melodia fastidiosa e imbarazzante, Thrilling di hippie Jackson!
Disgusto! Onta! Seghe roteanti nelle orecchie! “Perché devo subire tutto ciò?” si chiese Eugenio. Gli zombie cominciarono a danzare come burattini nel salotto, seguendo le movenze del loro capo che avanzava nella sua conquista. In casi ordinari avrebbe fatto vedere a quei viscidi ectoplasmi i suoi pugni da motociclista, ma il terrore ed il disgusto lo divorarono dall’interno.
Si precipitò nelle calde mura di camera sua. Si chiuse la porta alle spalle con il viso stravolto. Preso dalla furia, già che il suo occhio vi era caduto, prese a trascinare l’armadio davanti alla porta sentendo i mugugni dei nemici farsi sempre più appresso. Lo marcò come un giocatore di football contro il suo avversario, spingendolo sulla porta per evitare lo sfondamento.
Il pavimento fremette, si scosse, perturbando il silenzio. Poi la voce stridente ed al contempo melodiosa di Maria strillò:
– Chi sono i fot***i giud*i che mi rovinano l’appartamento?! Chi sono i figli di put**na, che***e di Ge*va, evasori fis**li che hanno deciso di rompermi le ova*e!? Venite qui basta**i! Non ho nemmeno iniziato CON VOI! — La sua voce mutò nelle ultime due parole in quella del demonio.
Risonante come un ruggito di un leone, fremette gli animi anche degli zombie. I quali non erano più sicuri di esser morti, tanta la paura che provarono al pensier dei loro problemi fiscali.
Dal corridoio si udirono tonfi poco rassicuranti. Un boato fece pensare ad Eugenio che parte dei suoi mobili fossero stati sventagliati da uno stormo di proiettili. Cosa che non lo preoccupava più di tanto vista la morte dietro l’angolo. Fu con notevole autocontrollo e coraggio che Eugenio trovò la forza intestinale e fisica di spostare l’armadio. La maniglia lucida della porta era ben poco invitante. Come l’afferrò, affermando una volta per tutte la sua indole da bambinone indifeso, la abbassò aprendo uno spiraglio.
Una fila di carcasse dondolavano scompostamente e nella maniera quanto più frenetica potesse permettere il loro stato, lungo tutto il corridoio. Eugenio, nonostante il caos, decise che la via era sicura. Poi un suppellettile in truciolato sottile a quattro gambe andò a schiantarsi sul muro a pochi centimetri dal suo naso, disintegrandosi quasi all’istante.
Il cagnolino, vedendo tante ossa e carne da rosicchiare, si incuneò tra le gambe dei morti viventi, provocando una serie di rovinose cadute di faccia. La piccola bestiola abbaiava contento come se si trovasse in una fossa comune. Maria, nella sua forma più divina portò gli zombie verso un punto cieco: il bagno. Vennero seguiti dai suoi occhi sbrillanti e dalle zanne di Kadmon, incapaci di mollare l’osso.
La visione della splendida donna raggelò di nuovo Eugenio, che si nascose ancor di più dietro all’anta osservando le mani di lei arroventate sulla sua arma accompagnatrice. La porta del bagno sbatté. Ivan ingiurò contro l’orda di invasori penetrati nel suo territorio Comuni**a.
La fenomenale Maria rimase fuori dalla porta con un ghigno deliziosamente malefico.
– Oh mio Fürer! C’è una porta chiusa! Come farò mai?! Povera me! – sogghignò, godendosi i mormorii sollevati degli zombie, i quali si mescolavano con un continuo trascinare di mobili. Il bagno non sarebbe più stato lo stesso. Fu allora che la brillante Maria penetrò il muro con una quantità impressionante di proiettili, ve ne erano talmente tanti che il muro urlava in braille. Le bastò una testata per disintegrare un pezzo di parete, ed entrare all’interno sparando all’impazzata.
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- Episodio 1: Ep 11: l’arrivo di Hippie Jackson
- Episodio 2: Ep 12: Il ritorno dell’affittuaria.
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