Fantasmini

Serie: Wiccats.


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: La magia che costringe la vittima a guardare il sedere dell'incantatrice non è mai fastidiosa per uno spirito dell'aria amante della figura femminile. Rendendo inutile il ringhio di protesta.

Gli bastava concentrarsi quel tanto da mettere a fuoco i colori della magia che somigliavano ad una patina fumosa, come quando fuori fa davvero freddo e si usa l’acqua bollente per lavare le mani.
Davide vide la tinta di quell’incantesimo che costringeva a guardare inopportunamente il fondoschiena della strega francese, la avvolgeva quasi totalmente: un bel rosa confetto tendente al rosso fragola.

Davide le afferrò delicatamente il polso e assorbì l’incantesimo facendolo scorrere attraverso il suo corpo e depositandolo sulla moquette del negozio.
– Strano! Nessun ringhio rabbioso! – disse ad alta voce sorpreso.
– Que fais-tu? Qu’est-ce que ça veut dire ? Che significa? – chiese Nadine con un’espressione dubbiosa.

– Niente, niente. – Il golem interno, lo spirito dell’aria legato alla sua anima,  solitamente avrebbe protestato ringhiando e sbavando.
 La bella fattucchiera aveva i capelli raccolti in una treccia ordinata, sembravano più chiari rispetto all’ultima volta che l’aveva vista e i suoi occhi grigio verdi brillavano come due fanali accesi.
– Pensavo solo di modificare il tuo incantesimo così da non far passare l’intera popolazione padovana per maniaci pervertiti. –
Davide diede un’occhiata al Libro, individuando quasi immediatamente il sortilegio che faceva al caso suo, lo disegnò sul retro del cartellino che doveva ristampare: un cerchio con delle spirali al suo interno e tre simboli che tradotti volevano significare “volto”, “vista” e “confusione”.
Lo applicò sul braccio della strega attivandolo istantaneamente.
Un flash rossastro illuminò il reparto di Davide, mentre il rettangolo di carta veniva ridotto in polvere finissima.

– Cosa mi hai fatto tu? – domandò Nadine guardandosi poco sopra il polso destro.

– Ohh! Posso nuovamente guardarti negli occhi! – disse Davide soddisfatto, dando una leggera pacca sulla spalla della strega.
– Ma… – Stava protestando lei.
– Va’ da Ariele prima che si arrabbi con me! Dopo se vuoi andiamo a pranzo insieme! – propose lo stregone sorridendo scioccamente.
– D’accord ! – rispose sorpresa Nadine tornando nel suo reparto poco distante, tenuta d’occhio dal suo tenebroso collega.
Girandosi, non riuscì a trattenere un sorriso di felicità che il suo viso non ricordava di saper fare.

– Ma conosci Davide? – chiese Ariele con un tono sospettoso.
– Mais certainment ! È il mio vicino di casa! – rispose la strega bionda ramata con un’espressione che fece tremare il cuore del collega fintamente misogino.

Ariele non aveva mai lavorato tanto.

I clienti sembravano attratti magneticamente dal suo reparto: chi era uscito con la ferma idea di acquistare un mixer ad immersione professionale o un rasoio elettrico regola barba, si ritrovava a desiderare ardentemente una macchinetta fotografica compatta con funzionalità social avanzate e display OLED orientabile da tre pollici e mezzo.

La nuova arrivata riusciva a gestire due clienti alla volta ed il terzo lo affidava al collega con la promessa di un saluto di congedo personalizzato da un occhio verde chiarissimo strizzato e da un sorriso che irradiava un bel calore avvolgente e questo indipendentemente dal sesso e dall’orientamento di questi ultimi. Non serviva neanche una conoscenza tecnica del prodotto, le bastava indicare un modello a caso e il cliente era già convinto.

– Ma hai visto che strage che sta facendo la tipa nuova? – Giorgio guardava con trasporto le movenze di quei bellissimi capelli ramati.

– Non ho mai visto tanta gente in reparto foto! Come hai detto che si chiama? Danièle? –

– Nadine! Si chiama Nadine. – Davide stava spostando, con un transpallet manuale, un bancale di monitor appena arrivati.

– Questi li mettiamo al posto delle multifunzione, ne sono rimaste solo quattro! Mi dai una mano a toglierle? – Davide aveva sollevato le tre stampanti imballate e quella da esposizione tenendole con la mano destra come fossero fatte di carta velina, porgendole al collega che lo guardava con le sopracciglia sollevate in una espressione di sconforto.

– Guarda che io non voglio mica farmi venire un’ernia del disco a causa del tuo masochistico senso del dovere! Poggiale a terra, che le prendo una alla volta. –

– Scusatemi, posso chiedere a voi per una scheda video elleggibbittì con le errettì… emme? – Un cliente sui cinquant’anni, armato di rivista specializzata, dimostrò a nessuno dei due ragazzi in particolare, la sua innata capacità di mettere delle lettere a caso nella richiesta dei componenti elettronici.

Davide e Giorgio si guardarono sorridendo.

– Ariele dice che a dèjeuner… a mangiare ci posso andare alle due! Tu a che ora vai? – Nadine arrivò correndo e saltellando mentre i due ragazzi stavano impilando i monitor appena arrivati dando loro una forma quasi artistica all’esposizione.

– Vuoi andare prima tu Giorgio? Vai all’una e poi mi dai il cambio alle due o preferisci diversamente? – chiese Davide rivolto al collega.

– Per me è indifferente! Ciao! Piacere di conoscerti, mi chiamo Giorgio! – rispose il ragazzo dal pizzetto perfetto porgendo la mano alla nuova assunta.

– Ciao Giorgiò! Io sono Nadine! La vicina di casa di David! C’est un plaisir… Tutto un piacere! – strinse con decisione la mano del nuovo collega.

– Alle due passa in reparto che andiamo a mangiar… Vicina di casa? In che senso? – Lo stregone non riusciva a collegare la parte della vicina di casa con il pranzo.

– Tout est fait ! Tutto è sistemato. Sono stata bravissima! – Posò entrambe le mani sulle spalle di Davide, come promessa di un futuro radioso fatto di piccole magie di supporto e sostegno: qualcosa che nella testa della strega dai capelli di fuoco sbrilluccicava in un modo nuovo, un sentimento che non aveva ancora un nome preciso, ma era molto simile all’eccitazione del primo giorno di scuola elementare.

Ariele dal suo reparto osservava con una cupa gelosia insensata il suo collega divenuto improvvisamente un probabile rivale.

– Ma abita in via San Prosdocimo anche lei? – chiese Giorgio immaginando una cena da organizzare con Davide, con la nuova collega tanto bella e con la sua dolce compagna con cui conviveva da quasi tre mesi e che si lamentava sempre di come non uscissero mai insieme ad amici, colleghi o conoscenti.

– Giorgio, io non so neanche chi abita nell’appartamento accanto al mio! Sono una specie di orso, mi conosci… –

Serie: Wiccats.


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Discussioni

  1. Nadine è carinissima, la vorrei anche io come collega di lavoro (finché non mi fa qualche incantesimo). 😻 Nella mia testa ha una voce ben precisa e ogni volta che parla non posso fare a meno di sorridere marcandone l’accento francese.
    Ariele? Tutti nella vita abbiamo incontrato almeno un paio di Ariele e non mi dispiace vederlo implodere di gelosia. 😼
    Leggerti è sempre una ventata di aria fresca! 😸

    1. Nadine piace anche a me con quel suo accento sensuale. Oh, nel mio immaginario l’accento francese ha qualcosa abbinato alle voci sexy, non posso farci niente! Sarò stato influenzato da una qualche commedia sexy all’italiana che trasmettevano a tarda sera su uno di quei canali locali, dalle mie parti c’era Tele Marte che programmava le commedie con Renzo Montagnani e Lino Banfi fino a mezzanotte, poi si passava ai porno improponibili con gli attori orribili coi baffoni (quello fu il mio primo shock prepuberale).
      A parte i porno baffuti, grazie mille Mary e sempre esaltante leggere un tuo commento. ♥

  2. Caspita Emiliano, sei riuscito a esorcizzare uno degli incantesimi cui sono maggiormente e magicamente soggiogati la maggior parte degli individui:)
    “Ohh, posso nuovamente guardarti negli occhi”
    Mi hai fatto troppo divertire. Bravissimo

    1. Ciao Cristiana! Penso che questo incantesimo maledetto, che costringe gli uomini a fissare punti diversi dagli occhi quando si parla ad una donna, deve essere stato lanciato parecchi anni fa… Non so di preciso quando, ma credo si possa far risalire al primo pezzo di pelliccia animale utilizzato per proteggersi dal freddo. Stavo pensando anche ad un’altra soluzione: un paio di occhiali con sulle lenti stampati degli occhi fasulli che guardano sempre verso l’alto… Così si eviterebbe di importunare maghi e fattucchieri.
      Grazie mille Cristiana! Lo sai vero che ti voglio bene! ♥