Frullatore
Serie: Wiccats.
- Episodio 1: Lory
- Episodio 2: Mizu
- Episodio 3: Thanos
- Episodio 4: Ditteri
- Episodio 5: Order Received!
- Episodio 6: Velluto bordeaux
- Episodio 7: Il Libro della strega
- Episodio 8: Palla di pelo
- Episodio 9: Idropittura
- Episodio 10: Matilda
- Episodio 1: Argilla rossa
- Episodio 2: Diluvio
- Episodio 3: Clientela
- Episodio 4: I tuoi desideri…
- Episodio 5: Hollandia
- Episodio 6: La crudeltà delle streghe
- Episodio 7: Mamma mia
- Episodio 8: Battaglia!
- Episodio 9: Caramello
- Episodio 10: Luci e Ombre
- Episodio 1: T-shirt
- Episodio 2: Nhtoi
- Episodio 3: Divorare l’anima
- Episodio 4: Prigionieri segreti
- Episodio 5: Lezioni di metafisica
- Episodio 6: Il nero più nero
- Episodio 7: Una faccia maledetta
- Episodio 8: Ricordi neri
- Episodio 9: Vibrisse
- Episodio 10: Nuovi colleghi
- Episodio 1: Francesismi
- Episodio 2: Fantasmini
- Episodio 3: Un grido d’aiuto
- Episodio 4: Spettacolo di luci
- Episodio 5: Rompere il legame
- Episodio 6: Pace
- Episodio 7: Proiezione
- Episodio 8: La fata delle tempeste
- Episodio 9: Alessandrite
- Episodio 10: Separazioni
- Episodio 1: Sigilli
- Episodio 2: Otto & Mele
- Episodio 3: Snack
- Episodio 4: Una nuova vita, una vecchia morte
- Episodio 5: Nome di battaglia
- Episodio 6: Umori variabili
- Episodio 7: La morte nel cuore
- Episodio 8: A testa bassa
- Episodio 9: Frullatore
STAGIONE 1
STAGIONE 2
STAGIONE 3
STAGIONE 4
STAGIONE 5
Ora, finalmente, era in grado di seguire i movimenti di quelle braccia deformi e letali.
Era capace di muoversi in una strana danza dai passi bruschi e irreali, evitando ogni colpo, scansando ogni lama. Al mago sembrava di osservare una moviola di un vecchio film di arti marziali, quando il colpo partiva riusciva a percepirne direzione, velocità e forza. Aveva tutto il tempo per muoversi, schivarlo e osservare quale altro braccio scattava per l’attacco successivo.
Pensò che l’incantesimo che lo stava aiutando nei movimenti, fosse ottimo per prendere al volo le fastidiose mosche senza dover ricorrere all’insetticida, non certo salutare per i suoi gatti, ogni assalto veniva scansato, ogni aggressione colpiva solo il vuoto… L’essere nero smise con i suoi inutili tentativi di carica combinata.
«Sei l’unico a non essere morto entro i primi minuti affrontandomi nella mia forma originale. Devo complimentarmi con te stregone, ma il giochino si è fatto noioso… Perciò ragazzino, temo proprio che dovrò distruggerti.»
Usò un tono falsamente dispiaciuto che con la sua voce distorta da un angosciante riverbero mentale, emanava una aura di pericolo e di una terribile morte definitiva e obliante.
Lo stregone aveva un’espressione interrogativa, con un sopracciglio sollevato in modo curioso.
«Davvero sta imitando la Maga Magò?»
«Mad Madam Mim, intendi? Ah! Lei è la mia strega preferita. Avrò visto il cartone centinaia di volte…» La creatura sembrò sorridere, anche se quella testa oblunga non possedeva una faccia, erano gli occhi luminosi che si erano stretti come fossero racchiusi in palpebre e pieghe della pelle neri come la notte. «…ma io, al suo posto, avrei fatto una strage. Altro che draghi viola.»
Il terreno iniziò a tremare. A Davide sembrava come se qualcosa stesse battendo da sottoterra: un gigante che prendeva a spallate la bara in cui era stato sepolto vivo.
«Che diavolo vuole fare?»
«Lo hai detto prima… A me piace esagerare.» Linee nere disegnarono una enorme ragnatela con al suo centro i piedi dello stregone, che desiderò di aver ascoltato la strega delle rocce e la sua amata gatta e non aver preso l’iniziativa di sfidare una simile terrificante creatura magica.
Afferrò velocemente un pugno di terra gialla rendendola malleabile come la plastilina e posizionandola sulla conca che si era venuta a creare nella spalla colpita durante il primo attacco tentacolare. La creta prese subito la forma di ciò che mancava, restituendo la mobilità al braccio danneggiato.
L’intero giardino della casa ebbe un sussulto, dietro lo stregone si udirono vetri andare in frantumi e colpi sordi di grossi oggetti pesanti cadere all’interno della casa.
Il terreno iniziò a sollevarsi, parallelepipedi perfetti di erba, terra, fango e roccia stavano formando gradini di una scalinata sbilenca.
Dagli spazi di quelle fette di terreno tagliate come un’enorme torta matrimoniale a più livelli, si intravedeva un movimento di qualcosa di vivo, nero, pastoso e oscuro che probabilmente aveva disegnato quel reticolato semovente.
Aiutami Pazu. Dammi un’idea su come affrontare questa creatura.
Un altro sussulto fece quasi perdere l’equilibrio a Davide. I gradini si stavano trasformando in alte piattaforme di terreno. Si udiva un brontolio minaccioso, una vibrazione sonora a bassa frequenza, greve e agghiacciante.
Qui la magia è inutile. Il corpo fisico di Matilda è totalmente ricoperto dall’essenza di questo spirito. Un essere immateriale, come lo sono io, non teme la magia; gli incantesimi d’attacco non hanno effetto… Anzi, rafforzano solo la nostra rabbia.
Davide saltò su una piattaforma di terreno che sembrava più stabile.
Ah! Me li ricordo i tuoi grugniti e il tuo ringhiare quando Nadine mi lanciava i suoi incantesimi con le rocce taglienti.
Una gabbia fatta di sottili tentacoli neri circondò il quadrato dove sostava il mago. Sollevandosi di un paio di metri sopra la testa dello stesso.
Scansati che prendo io il controllo.
Davide fece un balzo di diversi metri, i tentacoli si chiusero intrecciandosi a spirale in un attimo, riducendo il parallelepipedo di terreno in dadini poco più grandi della pancetta nella confezione del supermercato sotto casa.
Pazu, nel corpo dello stregone, rimase sospeso in aria, sostenuto da un turbinio d’aria concentrato sotto la pianta dei piedi, dando a entrambi una prospettiva particolarmente inquietante della situazione. L’intera tenuta della strega era stata ritagliata e tutto il terreno sembrava muoversi come fosse vivo e stesse respirando.
Matilda socchiuse quegli occhi maligni e luminosi in due fessure sottili e rancorose. L’intera tenuta esplose, lanciando tonnellate di terra, pietre, oggetti da giardinaggio, paletti e reti della recinzione, mirando alla buona la figura ferma a mezz’aria.
Pazu non si scompose più di tanto, utilizzò il suo elemento, l’aria, come una lama invisibile, sgretolando ogni proiettile solido come se quei cubi di terriccio venissero infilzati da un grosso spiedino.
«Aria, acqua, ghiaccio, sei una continua sorpresa… tsk! Altro che un mercuriale amante del fuoco. Mi sembri più un figlio illegittimo delle silfidi.» La voce della creatura vibrava nel petto dello stregone, aveva il potere di atterrire, di sollecitare il sistema limbico e l’amigdala ad una reazione istintiva di fuga in preda al panico.
Ma nello stregone non vi era nulla che potesse essere stuzzicato in quel senso, la sfera d’acciaio che conteneva la sua anima e la memoria, reagiva per semplice associazione di ricordi: quando una situazione richiamava una qualche esperienza pericolosa, lui collegava il ricordo, cercando di rispondere di conseguenza.
Pazu, che al momento stava “pilotando” il corpo di Davide, reagiva invece seguendo la sua di esperienza da spirito dell’aria.
Aveva accettato controvoglia l’umiliazione di diventare un servo, uno squallido golem tuttofare solo per il debito nei riguardi del suo amore, la strega Vainilla, per poi scoprire che la compagnia di quel ragazzo si era rivelata piacevole e divertente.
Il lancio di enormi cubi di terreno era diventato continuo e martellante, gli oggetti lanciati differivano per forma, dimensioni e materiali e ricalibrare ogni volta la pressione dell’aria ed il suo spessore come lama utilizzata per rendere efficace lo scudo, stava diventando molto impegnativo.
Crea tre spade di diverso tipo, lame che riescano a tritare tutto. Ne bastano solo tre, falle girare in modo da circondare il mio corpo, falle girare ad una velocità sufficiente a sbriciolare ogni cosa.
La voce dello stregone sembrava divertita.
Pensò che l’incantesimo che lo stava aiutando nei movimenti, fosse ottimo per prendere al volo le fastidiose mosche senza dover ricorrere all’insetticida, non certo salutare per i suoi gatti, ogni assalto veniva scansato, ogni aggressione colpiva solo il vuoto… L’essere nero smise con i suoi inutili tentativi di carica combinata.
Usò un tono falsamente dispiaciuto che con la sua voce distorta da un angosciante riverbero mentale, emanava una aura di pericolo e di una terribile morte definitiva e obliante.
Afferrò velocemente un pugno di terra gialla rendendola malleabile come la plastilina e posizionandola sulla conca che si era venuta a creare nella spalla colpita durante il primo attacco tentacolare. La creta prese subito la forma di ciò che mancava, restituendo la mobilità al braccio danneggiato.
Il terreno iniziò a sollevarsi, parallelepipedi perfetti di erba, terra, fango e roccia stavano formando gradini di una scalinata sbilenca.
Dagli spazi di quelle fette di terreno tagliate come un’enorme torta matrimoniale a più livelli, si intravedeva un movimento di qualcosa di vivo, nero, pastoso e oscuro che probabilmente aveva disegnato quel reticolato semovente.
Una gabbia fatta di sottili tentacoli neri circondò il quadrato dove sostava il mago. Sollevandosi di un paio di metri sopra la testa dello stesso.
Scansati che prendo io il controllo.
Davide fece un balzo di diversi metri, i tentacoli si chiusero intrecciandosi a spirale in un attimo, riducendo il parallelepipedo di terreno in dadini poco più grandi della pancetta nella confezione del supermercato sotto casa.
Pazu, nel corpo dello stregone, rimase sospeso in aria, sostenuto da un turbinio d’aria concentrato sotto la pianta dei piedi, dando a entrambi una prospettiva particolarmente inquietante della situazione. L’intera tenuta della strega era stata ritagliata e tutto il terreno sembrava muoversi come fosse vivo e stesse respirando.
Matilda socchiuse quegli occhi maligni e luminosi in due fessure sottili e rancorose. L’intera tenuta esplose, lanciando tonnellate di terra, pietre, oggetti da giardinaggio, paletti e reti della recinzione, mirando alla buona la figura ferma a mezz’aria.
Pazu non si scompose più di tanto, utilizzò il suo elemento, l’aria, come una lama invisibile, sgretolando ogni proiettile solido come se quei cubi di terriccio venissero infilzati da un grosso spiedino.
«Aria, acqua, ghiaccio, sei una continua sorpresa… tsk! Altro che un mercuriale amante del fuoco. Mi sembri più un figlio illegittimo delle silfidi.» La voce della creatura vibrava nel petto dello stregone, aveva il potere di atterrire, di sollecitare il sistema limbico e l’amigdala ad una reazione istintiva di fuga in preda al panico.
Ma nello stregone non vi era nulla che potesse essere stuzzicato in quel senso, la sfera d’acciaio che conteneva la sua anima e la memoria, reagiva per semplice associazione di ricordi: quando una situazione richiamava una qualche esperienza pericolosa, lui collegava il ricordo, cercando di rispondere di conseguenza.
Pazu, che al momento stava “pilotando” il corpo di Davide, reagiva invece seguendo la sua di esperienza da spirito dell’aria.
Aveva accettato controvoglia l’umiliazione di diventare un servo, uno squallido golem tuttofare solo per il debito nei riguardi del suo amore, la strega Vainilla, per poi scoprire che la compagnia di quel ragazzo si era rivelata piacevole e divertente.
Il lancio di enormi cubi di terreno era diventato continuo e martellante, gli oggetti lanciati differivano per forma, dimensioni e materiali e ricalibrare ogni volta la pressione dell’aria ed il suo spessore come lama utilizzata per rendere efficace lo scudo, stava diventando molto impegnativo.
Crea tre spade di diverso tipo, lame che riescano a tritare tutto. Ne bastano solo tre, falle girare in modo da circondare il mio corpo, falle girare ad una velocità sufficiente a sbriciolare ogni cosa.
La voce dello stregone sembrava divertita.
Serie: Wiccats.
- Episodio 1: Sigilli
- Episodio 2: Otto & Mele
- Episodio 3: Snack
- Episodio 4: Una nuova vita, una vecchia morte
- Episodio 5: Nome di battaglia
- Episodio 6: Umori variabili
- Episodio 7: La morte nel cuore
- Episodio 8: A testa bassa
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