
Game, Set, Match – Killer Instinct
“Il tennis è uno sport così maledettamente solitario. Soltanto i pugili possono capire la solitudine dei tennisti – anche se i pugili hanno i loro secondi e i manager. Persino il suo avversario fornisce al pugile una sorta di compagnia, qualcuno a cui può avvinghiarsi e contro cui grugnire. Nel tennis sei faccia a faccia con il nemico, scambi colpi con lui, ma non lo tocchi mai, né parli a lui o a qualcun altro.”
Andrè Agassi
Al quarto campo che mi risponde che è già tutto prenotato spacco la Wilson Blade customizzata Tzizipraz (350 europe, incordatura e grip esclusi) in 2.
Ho il torneo di primavera over 45 lim. 4.3 a Marina Velka tra una settimana. E non tocco palle, a parte quelle nelle mie parti basse, da due settimane, il meteo non mi è amico come spesso succede per il net.
Io ed il mio socio nonche sparring partner, Daniel Malignaggy, soprannome coniato per via della somiglianza con il pugile siculo-newyorkese Paulie Malignaggi, siamo alla ricerca spasmodica di un rettangolo su qualsiasi superficie, parquet incluso, in-out-extra-door.
A proposito quel vecchio volpone ebreo ed errante del Maly sarà anche il mio manager nel circuito. Senza un business man giudeo nin si va da nessuna parte. Questa è la Regola delle regole.
Dopo interminabili chiamate scoviamo un campetto last minute su erba spelacchiata imboscato in Località “La Cavaccia” a mezz’ora di auto e a circa 400 tornanti, dalla città.
Cavaccia perche fino agli inizi del ‘900 era una vera e propria cava per estrazione di allume. Mentre negli anni ’70 si e prestata a location di svariati set “Spaghetti Western”.
Scrocchiamo un passaggio in uno scassone furgonato con a bordo un contadino diretto da quelle parti . Con il suo Fiorino al cartoccio imbevuto di essenze arbre magik gusto di bietola e cicoria sgommiamo a strombo di mazza, schivando: Attraversamento di volpini, ricci, cacciatori armati con l’abilità slalomista di Gustav Thoeni.
Giunti sul posto in largo anticipo sull’orario di gioco il Maly passa in rassegna la scenografia di gioco. Studia le correnti, la luce, insomma da buon maniaco dei particolari non lascia niente al caso. Sembra uno Zeffirelli un pò meno frocio della coreografia in fibra.
Nel tennis, regina delle noble arts, sono le minuzie, le invisibilità, le scaramanzie a fare la differenza.
Anticipare le strategie degli avversari e assai meglio che subirle (Volp de la Palice).
Bisogna tentare puntate sicure: All in for easy cash.
Al torneo di primavera, senza un regolamento sulle scommesse, il Maly punterà sul suo cavallo di razza vecchio e sciancato ma classificato col rank 843 fino al 2010, me, myself and I.
Al torneo di Marina Velka sono così wild card ormai che mi hanno regalato anche una carta di credito Vip con il logo wild card.
La Wild card è uno speciale invito di partecipazione, da parte degli organizzatori del torneo, a chi non avendo diritto a partecipare secondo la classifica; viene eletto a “testa di serie” honoris causa, e permette un accesso già alla fase eliminatoria che poi conduce al tabellone dei tornei di tennis più prestigiosi.
E’ pur vero che ultimamente la wild card viene concessa non per meriti sportivi ma per demeriti sociali che fanno tanto gossip e fanno bene tanto alle masse quanto alle casse. Ivanisevich ad esempio con una wild card ci ha vinto Wimbledon.
Sul campo 1 della Cavaccia passiamo oltre il custode sfregiato da rughe a causa di un persistente vento di indomita tramontana che sbuccia semi di arachidi con unghie sudicie ed indica il campo con un automatismo da cancello Faac.
Mentre ci riscaldiamo il Maly sbotta: “A me piace coinvolgere amici e conoscenti nel mondo delle scommesse, chi non mi conosce pensa che io sia un Lucignolo contemporaneo, ma perché ho la competenza e l’esperienza per sopravvivere in questa epoca di bolle economiche. Le faccio scoppiare queste bolle, con il gioco d’azzardo io guarisco il mondo da questo bubbone pestilenziale economico. Io mi reputo un portatore sano di fregna ma ogni mattina mi sveglio apro il portafogli ed è un pianto: tra soldi mancanti e schedine strappate al vento che diventano coriandoli sono costretto a rifugiarmi in quei frattoni di discariche di preservativi usati kleenex incrostati in cerca di calore.”
Unico spettatore in questo luogo dimenticato da Dio e una rossa tinta ed avvizzita seduta sui gradoni del campo che violenta la sua povera multifilter con rimasugli di liquido ialuronico infiltrato su labbroni da mick jagger.
Tiene gli occhialoni Gucci fissi sul suo smartphone, probabilmente confidava in carne fresca scattante, nervosa e con foia post sport endofrinica, invece che in due attempati loser della Domenica.
Dopo il corredo di convenevoli, palleggi da fondo campo, volè e demìvolè, smash, lob e battute, comincia a piovere a dirotto: proprio una domenica maledetta!
Unico giorno del mese del calendario di Fraccazzo Indovino da Velletri senza la tramontana a tenere lontane le nuvolose scie chimiche cariche di Co2
Dunque: Non Batti lei.
Il Tennis è concentrazione ed alienazione ininterrotta allo stesso tempo: una mindfulness che non ammette distrazioni a meno che non sia una distrazione prolungata, simil trance, che dura fino a cinque set, tie break all inclusive: o sei dentro la partita o sei fuori.
In altri sport puoi cavartela con una forma psicofisica al cinquanta per cento e portare comunque a casa la pelle, nel tennis no. Non solo si perde, ma si viene umiliati, ridicolizzati, annientati, ematomi dell’anima pesanti come un karma-coma. E vesciche indomabili come stimmate su terra battuta.
Adagio l’asciugamano intorno al collo. Iconico e mesto come l’ultimo Elvis a Las Vegas, faccio roteare la Wilson Blade con un abilissimo gioco polso – avambraccio – polpastrelli. sudo tutte le Red Bull del giorno prima, slitto la schiena sulla poltroncina, abbandono la testa all’indietro come nel film “il cacciatore” e mi lascio invadere dallo scroscio di questa pioggia sporca.
Aspettiamo fradici come pulcini la Corriera che ci riporta in città, mentre Malignaggy sciorina, per ingannare il tempo alla fermata, l’aneddoto di Ilie Nastase, iperbolico tennista rumeno:
Un giornalista lo stuzzicava sempre affermando che non era bravo ma solo fortunato, si salvava sempre a rete, allora Nastase stufo di queste frecciatine gli lanciò una sfida: – “ Io gioco col manico di scopa e tu con la racchetta, vincendolo 6-0, 6-0”. Poi con la sua solita mente iperattiva e vettoriale, deraglia il discorso sul torneo del Rolex, il torneo dei tornei del grande Slam: “Wimbledon con i fratelli Callaghan in tribuna d’onore, quasi più antipatici di Connors. I fratelli Oasis hanno fatto qualche torneo negli ambienti gay vip di Chelsea. Certo mai stati ai livelli di Lou Reed che faceva questi tornei privati extra lusso sopra i tetti dei grattacieli della New York bene. Anche se non è mai stato verbalizzato e non risulta in alcun manuale tennistico, risulta che Lou abbia battuto Pancho Gonzeles, ex numero uno del mondo. Oltre a doppi misti con Amanda Lear e Dalì, anche se Amanda era abbastanza lenta di manico grippato, mentre veloce col manico in pelle.
“Per Nadal ormai è andata, ha preso una cannonata da k.o. dopo che si è lasciato con la moglie, invece prendi il belga Balemans, un pennellone di due metri con una battuta a 280 km/h, lui è un vero scrocca-fregna: esiste un filo neanche troppo sottile, anzi un net ben definito, tra prestazioni sessuali e ranking atp.
Il cash viene e va ….. il giocatore che si salva è quello che non gioca: il mainstream dei bookmakers, ma scova percorsi ancora non battuti su cui puntare.”
Che cos’è dunque la svolta? La svolta è recuperare sul 5-0, quando l’avversario finisce la benzina proprio nel momento in cui dovrebbe dare il colpo di grazia. Invece comincia a fare doppi falli e smorzate a rete timorate da Dio; gli viene il “braccetto”, la paura di vincere. Così come avviene negli ultimi round di un tiratissimo incontro di boxe, in cui inaspettatamente viene fuori il pugile che fino a quel momento avevo incassato di brutto: è questa la svolta per il grande pubblico sembra compiersi il miracolo.
Ma non è un miracolo, non è altro che l’istinto del killer! Quel retaggio primordiale dei grandi predatori, segnato geneticamente da un tratto psicopatico, scevro da qualsiasi surplus emotivo che deve prevalere e mandare avanti la specie. Quando l’arbitro dichiara: game, set, match.
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Bello questo match che si gioca nella testa affollata del protagonista. Mi piace stare nelle teste altrui perché sono curiosa e da quel punto di vista privilegiato, si riescono a sbirciare ma anche a vedere un sacco di cose. Complimenti anche perché scrivi davvero bene e non è mai scontato.
Ti ringrazio Cristiana, troppo magnanima davvero, ci sono piu’ refusi in questo testo che doppi falli in un match di Maxime Cressy nel torneo di Dubai. 🙂
Il nostro cervello è pieno di refusi. Quindi, direi, scrittura di realtà
Letto e poi riletto per abbinare con precisione tutte le combinazioni: tennis/cinema, tennis/musica, tennis/tennis. Frenetico come il frinire della cicala. Apprezzo e confido. E si, notevolmente più antipatici di quel giuda pirata di Jimbo. Apprezzo e confido.
Grazie mille Giuseppe. Cerco sempre di accelerare in curva, l’unica volta che ho usato i freni sono uscito fuori strada. Ammiro in questo senso le accelerazioni ed i cambi di ritmo di Djokovich
“nin”
Non
Come sempre racconto pieno di umorismo e riferimenti vari. Aspettavo con impazienza l’omaggio a quello che per gli italiani è il match dei match e ovviamente non mi hai deluso. Non deludi mai.
Grazie, grazie, grazie Francesco. A me ha deluso e quasi indignato il fatto che alla celebrazione al Quirinale non abbia invitato Fabio psychofogna Fognini perché prima dell’era Sinner è stato l’unico atleta tricolore a tenere alta la bandiera con la sua meravigliosa e divertente. psicolabilita su tutte le superfici. Spero che rimedio as soon as possible
” spero almeno poco affettat”
Giammai, da te.
Si poi con il colesterolo che tengo me schiattare:) 🙏 di ❤ Giancarlo
Grande incontro, un DF Wallace da trigonometría del tennis, ma che ricorda molto nel flusso di coscienza “brevi interviste a uomini schifosi”, ci piace assai a me e a Zelda !
Ringrazio te e Zelda in primis, un complimentone ma in comune con Wallace ho solo la bandana, il giocare a tennis, ma lui è stato professionista ed il fatto di tenere una penna o mouse in mano. Thank u darling
“Palice”
😂 Una località vicino Catania?? Sì che le volpi ci sono!
Bello, adrenalinico ma un po’ affrettato, se mi posso permettere. E se non posso, basta dirmelo, torno fra il pubblico 🙂
Jacques II de Chabannes de La Palice…questi Francesi ci copiano tutto oltre allo spumantino che loro chiamano champagne anche Lapalisse per La Palice . Grazie Giancarlo per esser passato in questo match!
Giancarlo tu ti puoi permettere tutto, mai visto tanti commenti e feedback in un solo uomo 🙂 giusta osservazione, affrettato e frettoloso, spero almeno poco affettato