
Gaudenzio e Gustavo
Gaudenzio e Gustavo, due amici il cui destino è scritto nel nome. Gaudenzio sorridente, con un approccio alla quotidianità positivo, un uomo contento di quello che ha.
Gustavo porta con sé sempre una sorta di amarcord, parla spesso al passato (viaggiavo, amavo, giocavo, sognavo) e quando si riferisce al futuro è come se qualcosa di oscuro sia pronto a tendergli un’imboscata. Non si vedono spesso, le loro vite hanno ritmi diversi. Ma esistono le eccezioni e questa volta decidono di incontrarsi.
Gustavo è contento e dopo una notte di riposo si sveglia e si alza. Prima di scendere dal letto sistema per bene le cose sul comodino, perché ciascun oggetto deve stare al suo posto. Sembra un’apparente attenzione all’ordine, una precisione spinta oltre i limiti, ma in realtà lui deve occuparsene appena sveglio perché quella è una sorta di polizza assicurativa contro possibili imprevisti. Lui li teme e quel rituale assume contorni quasi magici e protettivi.
Poi, dopo una doccia e una colazione frugale esce e, a piedi, raggiunge il luogo stabilito dell’incontro con Gaudenzio che lo accoglie sorridente «come stai vecchio mio?», mentre lo abbraccia. Gustavo risponde «Eh…tiriamo avanti…che vuoi farci…», sospirando e accennando un timido sorriso.
«E tu?», domanda Gustavo all’amico «mi affascina quanto la vita non smetta mai di sorprendermi», accenna anche lui un sorriso e insieme decidono di andare a fare una passeggiata. Il tempo scorre tra una chiacchierata e l’altra, quando, all’improvviso, Gustavo diventa scuro in volto e domanda a Gaudenzio «Che ore sono?». L’amico risponde «sono le tredici, che ne dici…andiamo a mettere qualcosa sotto i denti?».
Gustavo sempre più scuro e anche un po’ agitato risponde «Sì…No…non so…è che devo passare da casa…».
Gaudenzio lo guarda senza comprendere…mentre Gustavo incalza «devo andare prima a casa, capisci? Sta per passare il postino». Gaudenzio replica divertito «ma è normale, passa tutti i giorni anche da casa mia oppure da te è una sorta di evento?».
Gustavo non ride, anzi, sembra prendersela…«ma non capisci, la posta, la posta», ora il tono diventa più concitato «può arrivare qualunque cosa e io lo devo sapere».
Gaudenzio lo asseconda, per lui non è un problema e decidono questo piccolo cambio di programma. Giungono a casa di Gustavo, che apre la portiera della macchina dell’amico e con fare molto agitato si precipita alla buca delle lettere…ma una volta aperta la trova vuota. «Forse non sarà ancora passato» pensa.
Gaudenzio nel frattempo lo raggiunge e gli domanda «ma aspetti la lettera per andare a fare il militare?» ridendo. Gustavo lo guarda…fa una pausa poi risponde…«No, aspetto quello che spesso non arriva, ma che prima o poi temo possa arrivare».
Gaudenzio ora capisce. Abbraccia l’amico e gli sussurra nell’orecchio «sai amico mio, ti confido che anche io controllo se ho chiuso il gas o l’acqua prima di uscire di casa»…poi fa una pausa e inizia a ridere di gusto aggiungendo ad alta voce «non è vero, non controllo nulla, ma se un giorno dovesse accadere chiederò a te di farlo per me, ogni santo giorno, promesso».
Gustavo lo guarda e domanda «perché dici questo?». L’amico risponde «perché ti chiederò di farlo nel momento stesso in cui passerà il postino a casa tua e potrai renderti conto che il controllo su ogni minuto della tua vita non sarà mai possibile. E mentre ti preoccuperai di un possibile imprevisto qui a casa mia, scoprirai, poi, che non ci sarà stato alcun imprevisto a casa tua. E giorno…dopo giorno…dopo giorno…comprenderai».
Proseguono il pomeriggio insieme e Gustavo torna casa.
Sembra rinfrancato dall’incontro.
Entra e inizia, come sempre, l’ennesimo suo rituale. Perché la serata deve essere serena e rilassante, senza intoppi.
Poi si ricorda le parole dell’amico…e si domanda…«l’avrò chiusa la macchina quando ho parcheggiato?»…una pausa…«Ah già non ce l’ho…un problema in meno. Per fortuna».
Poi si addormenta…e al risveglio guarda, come sempre, il comodino.
Ti piace0 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
Ci dovrebbe essere sempre un po’ di Gaudenzio in noi, mentre spesso è Gustavo quello a prevalere.
Nessuno è immune alle piccole compulsioni/manie, credo che in questo racconto tu abbia centrato uno degli aspetti fondamentali che possono portare a comportamenti di questo tipo: la solitudine. E’ un’arma a doppio taglio, bellissima ma feroce. Chi è solito contare solo su se stesso ha la necessità di tenere ben salda la sensazione, in fondo illusoria, di avere tutto sotto controllo.
Gustavo prevale spesso perché è più complicato essere come Gaudenzio. Avere tutto sotto controllo è impossibile e, troppo spesso, fonte di problemi. Anche Gaudenzio avrà, probabilmente, le sue manie, ma non consente loro di prendere possesso della vita.
Ossessione/compulsione, piccoli continui ancoraggi alle cose e al tempo nella convinzione di poterlo gestire. Sopra a ogni cosa dovremmo avere tutti una amicizia e un colloquio così interno e veritiero. Piacevole lettura.
Ti ringrazio per l’apprezzamento. Difficile riuscire a stare nel “qui e ora” rinunciando al bisogno di voler controllare. E altrettanto difficile (se non praticamente impossibile) avere vicino un amico come Gaudenzio.
Veramente fantastico! 🙂
Grazie mille. Gustavo andava un po’ incoraggiato 🙂