Gli antichi dèi

Serie: Ziusudra


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Avete mai letto del diluvio nella Bibbia? Non fatelo! Ve lo racconto io.

Sette furono gli Apkallu che vissero prima del Diluvio. Erano semidei sapienti, metà uomini e metà pesci. Diedero all’uomo tutte le conoscenze che possiede, i mestieri, le arti, il codice morale e ogni altra forma di civiltà. Emersero dall’abisso primordiale per ordine di Enki, il dio dell’acqua, della conoscenza e dell’artigianato.

Prima del diluvio non esistevano grandi masse d’acqua salata come ai nostri giorni perché tutta l’acqua era raccolta o sotto terra o in alto nell’atmosfera sotto forma di vapore acqueo. Questa coltre, che ricopriva tutta la terra, proteggeva gli uomini dalle radiazioni mortali presenti nel cosmo. Come risultato gli uomini erano meno soggetti a ogni tipo di malattia e avevano una vita molto più lunga rispetto a noi.

L’oceano sotterraneo era pieno di vita e, oltre a molti degli animali che oggi popolano il fondo oceanico, nella più completa oscurità, c’erano anche esseri molto intelligenti e superiori all’uomo sotto ogni punto di vista. Erano questi gli dèi che erano caduti dal cielo tempo prima e avevano popolato il mondo sotterraneo spesso in prossimità di bocche idrotermali dove si riscaldavano e ristoravano: era infatti il loro ambiente ideale. Niente a che fare con il calore che provavano prima nel regno celeste alla presenza del signore An. Gli dèi erano chiamati Anunnaki sia in riferimento a quelli celesti che a quelli ctoni.

Alcuni di questi dèi abissali, poco prima del diluvio, riuscirono a trovare una via per salire in superficie scavando il terreno supportati dal loro capo Enki. Giunti alla luce del sole, trovarono un ristoro mai provato prima e si stabilirono in vari luoghi. Erano molto simili agli uomini solo più alti e dalla pelle chiarissima che non aveva mai visto la luce. Notarono le donne ed erano per loro molto attraenti. Presero molte mogli, spesso “comprandole” dalla loro famiglia in cambio di pietre preziose, che loro avevano in quantità venendo dal sottosuolo, o molto spesso anche scambiando la loro conoscenza. Fu così che l’uomo scoprì il fuoco, le armi, la ruota ecc.

Le donne ingravidate dagli dèi, spesso concepivano dei giganti e ovviamente questi crescevano troppo per il loro piccolo corpo. Come risultato spesso le madri morivano durante la gestazione o al più tardi durante il parto. Poche erano quelle che sopravvissero a un parto di un gigante. Si diceva, addirittura, che ci fosse stata una donna che era rimasta in vita dopo aver partorito due gemelli giganti ma era morta poco dopo. Le femmine, allora, si fecero furbe. Avevano scoperto, anche grazie ai consigli che gli dèi davano, che una certa pianta chiamata silfio poteva indurre l’aborto ed era anche un buon contraccettivo. Il suo uso si diffuse tanto che gli dèi si insospettirono. Infatti, nonostante avessero rapporti regolari con le loro mogli, queste non partorivano più. Le donne furono spiate per molti giorni e alla fine tutto uscì allo scoperto. Allora il dio voleva annientarle completamente ma quelle chiesero pietà e, cosa strana a dirsi, egli fu mosso a compassione e voleva cacciarle soltanto ma le donne erano furbe:

«Mio signore, dove andremo, cosa faremo? Non abbiamo niente. Non mandarci via a mani vuote.»

Esse infatti sapevano che gli dèi possedevano immense ricchezze. Così si accordarono e il dio diede loro un sacco di oro ciascuna, e non erano poche. Le ricchezze diminuirono ma neanche così tanto. Queste donne, in seguito, cercarono marito e grazie ai soldi che avevano non fu poi tanto difficile. Si sposarono con uomini e partorirono, finalmente, bambini normali.

A causa degli esseri divini che abitavano la terra, l’odio si diffuse sempre di più nel mondo. Molti, che li conoscevano, andavano da loro per sapere come liberarsi di un’altra persona o come migliorare i propri affari a discapito del nemico e ricevevano consigli molto crudeli ma allettanti. Spesso cedevano molti dei loro beni a coloro che chiamavano dèi.

Una storia, in particolare, si tramanda attraverso i secoli: quello che fece Cud.

Cud era un allevatore che possedeva molte bestie e immensi pascoli. Litigava spesso con un suo vicino che aveva un altro allevamento anche se non grande quanto il suo. Era stanco, ogni giorno, di bestemmiare per causa sua e andò dal vicino dio a chiedere consiglio. Portò con sé un sacco d’oro. Il dio ascoltò il suo racconto e trovò una soluzione. Gli diede una polverina, arsenico, e gli disse di invitare l’uomo a casa sua e di metterlo nel vino che gli avrebbe dato da bere. Cud comprese il concetto ma non capì cosa voleva dire “veleno”. Tornò a casa e invitò il suo rivale a bere dicendogli che voleva fare pace. Prese la polvere di arsenico ma, invece di metterla nel bicchiere, la mise nell’otre da cui sarebbe stato attinto il vino. Come risultato entrambi morirono e ancora oggi si dice: “Hai fatto come Cud!”.

È vero che tra questi esseri divini ce n’erano alcuni buoni che davano consigli positivi e trasmettevano la conoscenza gradita al Signore ma erano solo sette cioè gli Apkallu. Per il resto il mondo si era corrotto, non c’era nessuno che facesse il bene e amasse il suo prossimo. L’uomo si era anche pervertito e spesso si accoppiava con i propri familiari o anche con altre specie. La prostituzione era diventata sacra e spesso le donne si vendevano per accumulare soldi in vista di un matrimonio. Non c’era rispetto neanche per i bambini che addirittura venivano sacrificati o venduti sia agli dèi visibili che a quelli invisibili. La corruzione si era estesa anche al mondo animale. Non era raro vedere un cane accoppiarsi con un lupo, cavalli con vacche, galli con oche. Il signore non poteva sopportare tutto questo e decise di distruggere il mondo che aveva creato. Decise che avrebbe rotto gli argini delle due dighe che circondavano la terra e l’acqua avrebbe annegato tutti gli esseri che respiravano con le narici. Solo i pesci e gli altri animali acquatici si salvarono perché non si erano corrotti guardando ciò che facevano gli uomini sulla terra.

Del diluvio se ne sarebbe occupato Enki in qualità di dio dell’acqua ma ebbe compassione dell’uomo e degli animali e non volle distruggerli completamente. Fra tutti gli uomini ne scelse uno che gli sembrava il più probo: Ziusudra. Enki si presentò a lui e gli descrisse minuziosamente come dovesse costruire una grande imbarcazione in cui sarebbe entrato sia lui che la moglie e gli animali.

La costruzione della grande arca richiese vari anni ma Enki poteva aspettare.

Ziusudra venne aiutato dai suoi figli nella costruzione. Dopo un po’ di tempo divenne famoso come il “pazzo” che credeva che l’acqua sarebbe caduta dal cielo. Prima di allora non c’era mai stata nemmeno una leggera pioggerella. L’acqua che si trovava nel sottosuolo evaporava e filtrava attraverso il terreno ogni mattina irrigando il suolo che era molto fertile. A quei tempi non esistevano deserti ma ovunque c’era una folta vegetazione.

Serie: Ziusudra


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Discussioni

  1. “rese la polvere di arsenico ma, invece di metterla nel bicchiere, la mise nell’otre da cui sarebbe stato attinto il vino. Come risultato entrambi morirono e ancora oggi si dice: “Hai fatto come Cud!”.”
    Lo adotterò come nuovo proverbio 😂

    1. In realtà, nel mio paese, del sud, esiste già questo proverbio. Cud, nel mio dialetto, significa quello, quella persona, non meglio identificata. Questo detto: hai fatto come quello o cud si usa nei casi in cui si fa qualcosa senza pensarci bene facendosi del male da soli. Diciamo che questo Cud l’ha fatta proprio grossa.