Gli Dei contro di me (spoiler: ho vinto io)

Serie: A piedi controcorrente - Cronache semiserie di un fuggitivo pandemico -


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Il protagonista affronta l’ultima parte del percorso verso il monastero, stremato dalla fatica ma spinto dalla determinazione. Ogni passo diventa una sfida con se stesso, fino a intravedere finalmente la meta nascosta tra le colline.

Il cancello del monastero con le sue colonne era ormai alle mie spalle, la strada davanti. La schiena si era sciolta e le gambe, passo dopo passo, erano sempre piu leggere, e la cosa mi sembrava assurda. Cazzo, lo zaino ce l’avevo! Ma era come se non mi pesasse piu. Come se quel bagaglio pesantissimo che mi ero portato fino ad ora sulle spalle stesse facendo sempre piu parte di me.

Il cielo era nuvoloso quella mattina e la strada si immergeva in un bosco. L’aria era fresca e c’era un buon profumo di muschio che mi ha caricato a fare il primo passo e da li in poi, per i primi chilometri, mi sono sentito come in trance. Camminavo fisicamente e facevo la stessa cosa parallelamente con la mente. Il mio corpo si muoveva in maniera armonica e non mi sentivo piu il robot che cercava di lavarsi della mattina. Guardavo avanti e i miei piedi sembravano sapere da soli dove poggiarsi, evitando buche, sassi sporgenti e le pozzanghere che si erano formate durante la notte.

Era come se il tempo, la strada e il clima stessero provando in tutti i modi a farmi distogliere da quella sensazione di benessere interiore che avevo. Ma non sapevano che ormai ero oltre. Avrei voluto far vedere al mio amico in croce della stanza come si faceva a rendere una posizione scomoda e dolorosa piacevole. Ma questo pensiero deve essere arrivato a qualcuno, visto che subito dopo averlo pensato ho sentito un tuono che sembrava essere stato tirato dal cielo direttamente dal padre del figlio che avevo scherzosamente infamato.

Come se non bastasse, qualche altro suo parente dall’alto ha deciso di punirmi ancora di piu mandando qualche goccia d’acqua. La sentivo cadere sulla mia faccia e sono scoppiato a ridere. “Niente e nessuno puo fermarmi in questo momento.” Se pensavano che mi sarei fermato al riparo da qualche parte, si sbagliavano. Avevo una carica dentro di me che sarebbero potuti scendere tutti e mettersi davanti a farmi muro. Io l’avrei sfondato.

Ho continuato a camminare sotto la pioggia per qualche minuto, non ricordo di preciso quanto, ma ad un certo punto il cielo ha iniziato a schiarirsi sopra il bosco e la pioggia aveva smesso di cadermi sul viso. Uno strano silenzio si era alzato intorno a me, gli uccelli iniziavano a cinguettare e il sole finalmente riusciva ad attraversare la fitta vegetazione riscaldandomi un po il viso fradicio.

Avevo vinto! Chi era il mio nemico non lo sapevo, forse me stesso o avevo vinto addirittura la battaglia contro gli dei, non so, ma avevo vinto.

Ero uscito dalla tempesta e dal bosco, ma la salita che si presentava davanti ai miei occhi mi ha fatto tornare indietro dal trip mentale in cui ero entrato. Dal nulla mi ero ritrovato completamente fradicio. Ero cosi preso dalle sensazioni che provavo sentendo la pioggia sul mio viso che non avevo minimamente pensato che nello zaino avevo un telo per la pioggia che avrebbe coperto me e lo zaino! “Giusto lo zaino!” ho pensato.

Il telo serviva anche per evitare che zaino e tutta la roba dentro si bagnassero. Puoi avere tutto, ma se sei oltre non pensi a tutto quello che hai. Quella ne era la prova. Mi sono fermato per controllare se ormai quello che avevo alle spalle, da zaino si fosse tramutato in una bella pezza bagnata. Il peso ora si faceva sentire. Era la prova che, oltre ad avere uno zaino fradicio, ero tornato definitivamente dal trip.

E che ritorno!

Serie: A piedi controcorrente - Cronache semiserie di un fuggitivo pandemico -


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