Grecale

Serie: La ragazza delle meduse.


Mare, Sole, un ragazzino innamorato, un pugno di alieni e qualche medusa... Mi pare non manchi niente.

Non avevo mai conosciuto adolescenti o bambini a cui non piacesse andare al mare.

Tutti avevano marchiato a fuoco il concetto che estate significava infradito, ombrellone e costumi alla moda da sfoggiare in spiaggia per poi riuscire a dimostrare di poter andare in vacanza.

Io ho sempre odiato il mare. I granelli di sabbia invadenti che a fine giornata ti ritrovavi anche nell’ombelico, l’obbligo di stare ore sotto il sole per poi potersi vantare di una fugace abbronzatura.

Ah! Quasi dimenticavo, non ho mai saputo nuotare. Un mare malvagio, capace di trascinarmi sul fondo tenendomi bloccato finchè l’ultima molecola d’ossigeno non veniva consumata, mi terrorizzava sin da piccolo.
Talassofobia, la chiamavano.

Per questo motivo le vacanze erano sempre un incubo per me, grazie anche ai miei genitori che ogni anno prendevano una cabina in uno dei tanti lidi che affollavano la Playa siciliana.

– Emu? EMU! Hai solo cinque minuti per prepararti, dopodiché ti vengo a prendere cosí come sei e ti trascino fino in spiaggia per un piede, in mutande! – Questa voce apparteneva alla mia dolce mamma.

Si chiama Valeria ed è lei la prima che non vedeva l’ora di abbrustolirsi al sole e spettegolare con una probabile vicina prendendo in giro praticamente tutti. È una donna piccola di statura, scura di carnagione con un viso affilato ma gentile, capelli castano scuro che non toccano le spalle e occhi di un bel terra di Siena.

– Sì mamma! Metto il costume e la maglietta e monto in macchina! – Urlai.

Io rispondevo al nome di Emanuele, ma ormai quasi tutti mi chiamavano Emu. Fra pochi giorni festeggerò tredici anni e vorrei tanto che per una volta si scordassero di me per tutto il periodo estivo, in modo da poter leggere i libri che mi piacciono in totale libertà: mutande, letto o divano, una bibita gasata e un pacchetto di patatine, ma dubito ciò possa mai accadere. Ho capelli e occhi castani e l’aspetto…Beh, banale.

– Emu, prendi tu l’ombrellone giallo? È messo a lato del frigo, in cucina. –

Questo invece era mio padre, lui si chiama Giulio e credo sia la persona piú pacifica di questo mondo, a parte quando lo si obbligava ad aprire il portafogli per più di una volta durante l’arco della giornata. Famoso per i mugugni melodici, per i grugniti incomprensibili quando doveva fare qualcosa contro la sua volontà e rinomato per la facoltà di sparire nel nulla quando percepiva di aver combinato qualcosa di grave, tipo aver mangiato l’ultimo gelato nascosto nel frigo da mamma. Inoltre papà aveva rubato i baffi a super Mario.

– Lo prendo io! Lo prendo io! Papi? Lo metto nel portabagagli o sotto al sedile di dietro? –

Questa vocina sottile apparteneva al mio fratellino Andrea, l’unico biondo della famiglia, piú piccolo di me di ben otto anni. Ha la caratteristica di essere un bambino tranquillo, tranne quando puntava qualcosa che desiderava ardentemente, in quel caso si trasformava in una specie di folletto saltellante  adottando la strategia del lavaggio cerebrale, ottenendo così ciò che bramava per sfinimento.

– Andy, sta attento a non sbatterlo in giro e a non farti male! Mettilo dietro al sedile. – Apprensivo, ma mai assillante, mio padre era praticamente già pronto per iniziare questa nuova avventura balneare.

La macchina era carica, noi eravamo piú o meno sistemati e risoluti, così la nostra prima vera giornata d’estate poteva incominciare.

Il tragitto che portava al lido dove volevamo prendere la cabina era disseminato di piccoli rivenditori di giocattoli e cianfrusaglie da mare: salvagenti, materassini e canotti, zoccoli in legno, ma anche bibite, frutta e gelati. Però, da che avevo memoria, mio padre non si era mai fermato una volta a comprare qualcosa, qualsiasi cosa… Mai.

– Papi! Il canotto blu e giallo lo prendiamo? Cosí andiamo fino in America! Dai! Daaiiiii!

– Andy, lo sai che costano troppo! Io ho appena i soldi per un paio di gelati e una gomma già masticata! Quindi niente navi gonfiabili, materassini a forma di narvalo o lanciarazzi ad acqua!

– Che cosa é un marbalo? Eh? Mamma tu lo sai?

– Narvalo, si dice narvalo. Non è quella specie di tricheco con il corno? O quello è l’ofiuco? Beh, comunque, è una roba simile ad una foca.

– È un cetaceo mamma! Tipo le balene o le orche e non ha un corno, ma un dente molto lungo avvolto a spirale che sporge dalla mandibola superiore. L’ofiuco invece è una costellazione. – Ed ecco che il mio lato nerd saccente e puntiglioso saltava fuori a salutare.

– Ma sentilo il nostro scienziato dei mostri marini che ha paura di stare anche solo con i piedi ammollo!

– Non ho paura, mamma! È che tutta quella gente fa sempre la pipì in mare e non ho voglia di prendere qualche malattia rara!

– Seeee, seee! Terrore e delirio di pipì al Lido Jonny!

– Ah! Ahah! Anche io faccio pipì nel mare! Anche io! Ah ah!

– Oh! Eccoci arrivati! Lido Jonny! Preparatevi a fare tanta pipì in acqua per Emu!

– Ah! Ah! Che spasso che sei papà!

Il parcheggio del lido era sempre uguale. Con lo stesso uomo enorme addormentato e seduto su di una sdraio giallo canarino troppo piccola per la sua stazza che ogni anno sorvegliava le auto, tutti lo chiamavano Donciccio e lui stava sotto una tettoia posticcia e pericolante. I posti al coperto erano riservati ai ricchi facoltosi e quelli in pieno deserto, senza neanche un misero alberello a fare ombra, erano concessi al resto dell’umanità.

Quella mattina, però, c’era qualcosa di insolito. Le persone, invece di arrivare e scaricare l’occorrente per la giornata al mare, andavano via con un’espressione delusa e amareggiata in viso.

– Vanno via? Mi sa che hanno alzato le bandiere rosse. Ma non mi sembrava agitato il mare oggi.

Mia madre era un po’ delusa, ma convinta di poter passare comunque una bella giornata, ad ogni costo.

– Non mi sembra ci sia vento stamattina, quindi immagino sia piú una questione di inquinamento o una cosa cosi.

Mio padre mi stava dando una lieve speranza di rientro a casa anticipato e io desideravo tanto che potesse finire in questo modo la giornata, avrei accettato anche l’oceano in fiamme.

L’auto era parcheggiata al centro dello spiazzo, al ritorno avrebbe avuto piú o meno la stessa temperatura di un forno per le pizze. Papà distribuiva le cose da portare e a me era toccata la borsa con il cibo e lo zainetto con il cambio d’abiti. Lui portava la pesantissima borsa termica con le bibite ed il borsone dei teli da mare. Andy trascinava pericolosamente l’ombrellone, sfiorando persone e macchine di passaggio, e mamma aveva la sua borsa con le creme, i bagnoschiuma, I cerotti e i deodoranti.

Arrivare alla reception carichi come muli himalaiani non era affatto piacevole: i sassolini disseminati lungo il percorso in terra battuta s’infilavano sempre nelle ciabatte, costringendomi a fermarmi per scuotere il piede, Andrea voleva già salire in braccio, ma era complicato con tutto il bagaglio e con un sole tutt’altro che clemente.

Fortunatamente l’edificio principale era poco piú avanti e, superato una specie di passaggio a livello, ci si trovava con la solita anziana signora che distribuiva le chiavi ai bagnanti. Sono quasi certo che avesse la stessa sigaretta mezza fumata dell’anno scorso ancora in bocca, spenta.

– Buongiorno! Avevamo prenotato una cabina per l’intera stagione al telefono. – Mio padre assunse la classica posa da affarista.

– Che nome avete dato? – Disse infastidita la signora, senza neanche sollevare lo sguardo dalla rivista che stava sfogliando distrattamente.

– Grecale! Siamo in quattro! – Giulio stava già tastandosi la tasca dei pantaloni dove teneva il portafogli.

– Quanti lettini e quante sdraio? – la sigaretta spenta dondolava  ipnoticamente.

– No, nessuno. Solo la cab…

– Un lettino! Sì, solo un lettino! – Lo interruppe mia madre. – Un lettino ci vuole! Per I bambini, sai, se vogliono dormire! –

– Sono mille e cento euro. Carta o contanti? –

Mio padre fulminò la moglie con lo sguardo, aprì riluttante il portafogli e ne estrasse una carta rossa e lucida.

– A questo punto per recuperare dovrò darmi all’abigeato! – Disse a bassa voce, porgendo con un gran sorriso la carta alla donna col mozzicone ipnotico.

– Non c’è uno sconto per i clienti fedeli? – Aggiunse mio padre con voce suadente.

– No, ma se vuole posso darle il pacchetto ombrellone, sdraio e due lettini a sole duecento euro in piú. –

– No, grazie mille! – Rispose mio padre con il sorriso che si spegneva nell’istante in cui la signora infilava la carta nel POS.

Il numero della nostra cabina era il 76.

In effetti all’ingresso della spiaggia sventolavano due bandiere rosse. Mentre cercavamo la fila con il nostro numero, altri bagnanti andavano via lamentandosi.

– Una vera e propria invasione! Giornata rovinata! Ecco. – Era un signore alto con I capelli da scienziato pazzo che parlava alla sua signora.

– Invasione? Rane o cavallette? – Disse mia madre aggiustandosi i capelli.

– Mille e cento! Ti rendi conto? Almeno poteva puntarmi una pistola… Sarebbe stato piú onesto! – Grugnì papà come risposta.

Serie: La ragazza delle meduse.


Avete messo Mi Piace8 apprezzamentiPubblicato in Sci-Fi

Discussioni

  1. Un attacco caleidoscopico, dinamico, invitante. Il punto di vista è straordinario, dal momento che trasmette all’impianto narrativo l’elettricità naturale delle sue pulsioni, dei suoi universi immaginativi, come della sua visione dissacrante e insieme ispirata della realtà. Il tutto è rischiarato da questa avidità di voce e di sguardo che germina di continuo nuove dimensioni e bagliori. I dialoghi sono perfetti, così tutta la struttura, che scorre limpidamente senza un solo cigolio.

    1. Orcoggiuda! Ciao Luigi! Il tuo è uno di quei commenti che riletti più volte danno quella bella carica spirituale che ha la stessa valenza di una decina di caffè o una serie di orribili bibite energetiche bevute una dietro l’altra. Non ti nascondo che alla terza lettura stavo sorridendo stupidamente… Caleidoscopico nessuno me lo aveva mai detto! 😀
      Sono davvero contento che Emu e compagnia cantante, ti abbia dato una buona impressione!
      Grazie davvero per le tue bellissime parole.

  2. “È una donna piccola di statura, scura di carnagione con un viso affilato ma gentile, capelli castano scuro che non toccano le spalle e occhi di un bel terra di Siena”
    Ritratto femminile esemplare.

    1. Ciao Rocco! Grazie mille per la lettura! Mi dispiace aver dovuto togliere tutti gli altri capitoli per la pubblicazione… Spero che un romanzo di fantascienza ambientato in Sicilia possa suscitare un minimo di curiosità. 😀

  3. Bellissime le introduzioni dei personaggi! Scorrevoli, ritmiche e piene di personalità. Sono già innamorata del papà che ha rubato i baffi a super Mario!

    1. Ciao Gabriella! Tra le mille notifiche ho notato solo ora la tua! Perdonami!
      Grazie! Grazie! Grazie!. Giulio è anche tra i miei preferiti, più che altro perché è la fusione di caratteri che conosco realmente e mi viene naturale provare dell’aaffetto spontaneo, i baffi invece riguardano la mia passione per il mondo dei videogiochi Nintendo!

  4. assai piacevole e animato, si legge con grande piacere grazie alla scorrevolezza e al tono leggero e ironico ma mai banale. Ho apprezzato la citazione da Gadda (se era voluta, altrimenti l’ho apprezzata lo stesso).

    1. Ciao Francesca! È un vero piacere accoglierti qui al Jonny! Sono contentissimo che ti piaccia il mio modo di raccontare, per me è davvero importante! Grazie, grazie davvero per il tuo commento! Psst! Non dirlo a nessuno, ma la citazione è stata involontaria! 🙂

  5. Devo dire che il testo è talmente scorrevole che sono scivolato sul divano. Letto tutto d’un fiato passerò ai prossimi episodi che, ne sono certo, non mi deluderanno. Prova superata, continua così.

  6. Ok Emiliano, facciamo così: ti faccio un applauso a scena aperta per questo primo episodio, scritto in una maniera così coinvolgente che sento ancora l’odore acre di quella mezza sigaretta spenta, lo moltiplico a scatola chiusa per tutte le puntate che seguono, certo di andare sul sicuro, e mi getto a capofitto nel racconto, perché qui non c’è tempo da perdere. Superlativo

    1. Roberto, gli applausi mi mettono in crisi! Mi vengono le palpitazioni e comincio a sudare!🙂 È già grandioso il fatto che mi hai dedicato del tempo per leggere di questi primi amori da scuola media statale. Sono lusingato per tutta la fiducia che mi dai, adesso dovrò stare ancora più attento nel rendere la mia storia sempre piacevole da seguire. Grazie davvero di cuore.

  7. Ciao Emiliano, avevo adocchiato la tua serie tempo fa, ma sono riuscito a leggere i primi due episodi. Mi erano piaciuti molto e mi avevano incuriosito. Trovo la scrittura fluida e simpatica, con un bel tocco di ironia. Cercherò quanto più presto di recuperare l’intera serie

    1. Ciao Carlo! Io posso solo ringraziarti per il tempo che mi hai dedicato e spero mi dedicherai. Per me sapere che il mio racconto suscita delle emozioni positive è qualcosa che mi fa sorridere di gioia per una giornata intera. Spero con tutto il cuore di riuscire a mantere alto il livello di interesse per il primo amore “paranormale” di Emu.

  8. Ciao Emiliano, finalmente riesco a rileggere dal principio questa tua serie, per poter lasciare un commento.
    Prima cosa: io i 13 anni li ho gia` compiuti piu` volte, ma ancora oggi, quando posso stare distesa sul divano,
    al fresco, con un libro in mano e le patatine accanto, mentre altri stanno arrostendo sotto il sole, in piena estate, dico wow!
    A parte questo, la tua capacita` di delineare i personaggi in modo chiaro e accattivante e` davvero super. La semplicita` apparente della narrazione rivela una grande dimestichezza con la parola scritta. L’ ironia sottile che pervade l’ intero racconto un segno di sensibilita` e di acume speciale.

    1. Che meraviglia di commento! Grazie di cuore per aver letto la mia serie. In realtà il mio stile è semplice, perché non ho mai avuto esperienze di scrittura nel vero senso della parola… E condividere con voi questa mia storiella estiva, mi regala enormi possibilità di miglioramento e di ricerca per poter coinvolgere al meglio chi mi legge in modo da trasmettere anche i miei stati d’animo.
      Questo mio entusiasmo è dato grazie ai vostri consigli, ai vostri complimenti e alle vostre critiche. Non posso fare altro che ringraziarti e ringraziarvi.

    1. Ciao Susanna! Grazie mille per essere passata, il mio mare è molto semplice anche perché effettivamente sto imparando solo ora a nuotare tra punteggiatura, vocaboli e stili innovativi. Spero tantissimo di riuscire a restare a galla attirando la vostra attenzione con le avventure che vorrei scrivere e disegnare.

  9. Ciao Emiliano, non ripetero` gli apprezzamenti, tutti meritati, che hai gia` ricevuto nei commenti di chi mi ha preceduto. Mi domando soltanto – se il buon giorno si vede dal mattino – e questo e` solo un inizio del tuo esercizio letterario, fin dove potresti arrivare, con un’ applicazione costante nel tempo. Aspetto di poter leggere i prossimi episodi, rosicando un po’ per quel talento che mi e` sempre mancato, nei miei continui tentativi di riuscire a disegnare qualcosa di bello.

    1. Ciao M.Luisa! Grazie davvero. Se devo essere sincero, sincero non ne ho idea. Non so dove andranno a finire le mie storielle e le mie idee. Ho sempre il terrore di rovinare tutto a causa della mia poca dimestichezza con questo strumento potentissimo, ma spero anche che la pratica continua, come nel disegno, riesca a smerigliare tutte le imperfezioni. In ogni caso, sono i vostri consigli e le vostre storie che mi spingono sulle stradine più belle e pittoresche.

  10. Ciao Emiliano e benvenuto🙂. Dunque, la tua mamma ha gli occhi color terra di Siena, la mia di un azzurro che sfugge; sul fatto del mare siamo agli antipodi; il tuo papà ti ci portava, il mio ci lanciava in corsa dalla macchina e là ci lasciava; tu disegni benissimo mentre io non so nemmeno colorare. Roba da fermarsi alla decima riga. E invece sono stata trascinata dalla tua bellissima e fresca scrittura, giù fino alla fine. Passando dalla porta del ‘disegnino’ (Zerocalcare cit.) che mi ha un po’ ricordato Conan Il ragazzo del futuro. Ma lo sai che hai portato fra noi una sensazione di novità, a partire dal tuo testo che sembra veramente scritto da un ragazzino, complimento il mio, fino alle risposte che dai nei commenti che sono quasi belle come ciò che ci hai raccontato. Alla prossima

    1. Aw! ❤️ Così mi mettete in difficoltà. Una parte del mio cervello, presumo quella addetta alla cucina e ai dolci fatti in casa, è felice di ricevere dei complimenti e dei commenti tanto ispiranti. L’altra parte dell’encefalo invece, si ritrova la scrivania ricolma di incartamenti, vocaboli scartati o ancora da vagliare, con l’addetto (caffeinomane) in piena crisi tachicardica e prestazionale. Sudato e senza neanche una magliettina di ricambio, prova a scrivere senza incappare in errori grossolani o di distrazione… E poi ci sono io, davanti ad uno schermo, che con un sorriso idiota restoimmobile a rileggere le tue bellissime parole. Dirti grazie mi sembra quasi ridicolo… Graziaccio. Sì! Graziaccio, che poi sarebbe un grazie con l’abbraccio, mi pare più opportuno. ❤️

  11. Allora, Emiliano, come faccio a dirti che mi sono innamorata ancora prima di leggere la prima riga della tua serie? Le illustrazioni mi hanno colpita e affondata! (se non si fosse capito, amo ogni forma pittorica ;la mia libreria ospita parecchi libri illustrati per bambini benchè io non lo sia). Passiamo poi alla storia, che scorre via come acqua di sorgente: rinfrescante, rigenerante. Non vedo l’ora di leggere il prossimo episodio 😀

    1. Credo sia sotto esame adesso… Beh, stai parlando ad un tizio che guarda ancora i cartoni animati emozionandosi peggio dei bambini. E sappi che questo racconto è nato come progetto per una raccolta di storielle bambino/adolescenziali, ma non avendo esperienza nella scrittura ho pensato di provare una piattaforma che ospita scrittori e lettori appassionati in modo da avere un riscontro reale.
      Nel frattempo la notte lavoro anche alle illustrazioni, non si sa mai.
      E grazie davvero. Il tuo e una specie di triplo complimento carpiato che si è tuffato in maniera impeccabile proprio al centro del petto, senza sollevare neanche uno schizzo. Voto 9.5.

  12. Rispondo a @Privodanima

    Ti ringrazio ma no, non mi sei in debito. Il tuo testo, a mio parere, merita. Altrimenti avrei scritto altre cose. E come vedi un piccolo consiglio l’ho già inserito all’interno: ecco, credo sia lo spirito giusto. Perfino in un apprezzamento si può dialogare con l’autore e magari dargli uno spunto in più.
    Altrimenti diventa solo smile e salamelecchi.

    A presto.

  13. Emiliano, odio i nomignoli. Ho deciso di ricambiare la tua attenzione ma il caso vuole che questo mio sia un giorno poco adatto ai commenti.

    Dev’essere per questo che ho scosso la testa alla fine dell’episodio.Probabilmente è tutto frutto di un abbaglio, quindi ignora quanto segue.

    Incredulità innanzitutto: ma cosa hai scritto? Un gioiellino come pochi ne vedo in giro. Ma davvero questa è la tua prima volta…

    Per me, e ribadisco che questa è la mia visione, il testo è stupendo. Raramente vado giù nella lettura senza intoppi: liscio come l’olio, quello di certe chiazze dal porto di cui si parlava.

    Ironia, discorso diretto ben sviluppato (consiglio
    di usare un solo trattino di apertura e portare ogni bullet sempre a capo), capacità di evocare l’immagine (dote rara). Ovviamente una continua opera di revisione non può che rendere il tutto sempre più perfetto, ed è qualcosa che va assolutamente fatto. Ma qui c’è tanto talento.

    Se posso permettermi l’impressione personale, si scorge in background una sensibilità fine, di quelle che sanno andare oltre le barriere fisiche.

    Ma ripeto, probabilmente oggi ‘sto fuori’, come si dice a Roma. Tu continua a non accontentarti, il nostro dovere è migliorarci ed è una strada senza fine. Non illudiamoci.

    Due ultime cose. Ci uniscono gli occhi verdi. Ci separano quegli scarabocchi così belli: io proprio non so disegnare.

    1. Robert, tu così rischi di farmi assumere le espressioni che di solito disegno per i personaggi più “sciocchi”. Un commento del genere, scritto anche se l’autore sta fuori, ha improvvisamente illuminato la giornata, aggiungendo anche del glitter multicolore e luci strobo per rendere il tutto più epico. Grazie. In ogni caso il mio è un approccio fumettistico, trasmettere un’immagine tramite delle parole è arduo, soprattutto per chi, come me, non è abituato a scrivere. Ogni capitolo lo sto praticamente imparando a memoria per quante volte leggo e rileggo e cambio, no a spetta, questo vocabolo è più bello… 1636, il numeretto in alto a destra che indica le parole usate mi obbliga a togliere, a trovare altri modi di esprimere lo stesso concetto.
      Ammetto che è una soddisfazione trovare le combinazioni giuste di concetti ed emozioni.
      La perfezione non credo esista e migliorarsi man mano è una bella aspirazione.
      Commento fantastico, sono in debito.

  14. Alghe, meduse e Mao Mao. A volte arrivano anche quelle splendide chiazze opache, dal porto. Mille e passa euro sempre ben spesi 🙂
    Aspettiamo l’arrivo della ragazza allora.

    1. Ciao Devid! Grazie mille per il commento, devo ammettere che far leggere qualcosa di mio per la prima volta fa parte di quelle emozioni forti che riempiono il cuore.
      Io spero tanto di riuscire a migliorare man mano che andrò avanti a pubblicare le mie storielle!
      Comunque l’esperienza qui su Edizioni Open si sta dimostrando davvero piacevole!

  15. Ciao Emiliano, benvenuto. Trovo questo primo racconto davvero simpatico e tratteggiato bene. Il dialogo autistico della fine mi è davvero piaciuto. Se posso permettermi, innanzitutto spero che continuerai a scrivere e pubblicare. Continuando a farlo la tua scrittura diventerà più fluida, ne sono certa. Per ora magari un piccolo consiglio: leggi i tuoi racconti almeno una dozzina di volte prima di pubblicarli, cambia, modifica, aggiungi, taglia, sostituisci. Poi lasciali sul desktop qualche giorno, prima di rileggerli una dozzina di volte. Secondo me aiuta molto a trovare quella fluidità che tutti cerchiamo.

    1. Ciao Nyam! Grazie mille per il benvenuto e per il tuo bel commento. Come mia prima esperienza di scrittura so che devo smussare, limare, levigare ed infine lucidare continuamente ciò che vorrei trasmettere agli altri. Pensa che il mio è solo un primo tentativo per capire le reazioni di chi prova a leggermi. E fortunatamente questa piattaforma sembra frequentata da un sacco di belle persone! Davvero. Spero con tutto il cuore di rendere la mia scrittura semplice, piacevole e capace di far sognare un po’.
      Grazie ancora Nyam.
      Emiliano