
Il corvo e le traiettorie dell’amore
Serie: Il drago e il mutaforma
- Episodio 1: Il primo passo
- Episodio 2: Il corvo e le traiettorie dell’amore
- Episodio 3: Il potere è il dono del dolore
- Episodio 4: La danza del fuoco e lo spazio della meraviglia
- Episodio 5: La resa e la luce delle stelle
- Episodio 6: La radice più antica di ogni tuo nome
STAGIONE 1
Con il freddo arrivano i corvi nei campi, gridano e beccano la terra.
Sono i signori dell’inverno, del cielo bianco e dell’orizzonte oltre la nebbia. Li osservo spesso per imparare la foggia delle loro ali e delle zampe, il movimento del corpo e della planata, lo stridio. Il mio drago dice che gli uccelli conoscono le traiettorie dell’amore e dedicano la vita a tracciarle nel cielo. Avvolgono e specchiano le creature del suolo, intrecciano un bozzolo protettivo e ordinato che sostiene e orienta i passi e i pensieri sotto di sé. È un atto di servizio grande e disinteressato, che abbrevia il vagare. Apre la via agli incontri con l’amore.
Io mi sono innamorata per la prima volta da giovane.
Avevo il cuore fresco e privo di cicatrici, ricolmo di fiducia. Mi sono innamorata di un uomo e anche lui era giovane, pieno di vita. L’azzurro e il verde l’avvolgevano sempre, il suo profumo l’avrei trovato tra mille. L’ho baciato e in quel momento l’ho riconosciuto, senza dubbi. Non sapevamo nulla, eppure ci siamo detti “ti amo” ed era vero, totalmente. Non immaginavamo niente del futuro, tuttavia già in quell’istante un muscolo dell’anima si scioglieva. Teso e vigile sin dalla nascita, diceva: ho compiuto il mio dovere, per poi dissolversi. Molte persone contano il tempo nel numero dei giorni e delle lune, ma io non trovo accurato il calcolo lineare. Non ho trascorso anni con l’uomo che ho amato, ma secoli interi, eternità: quando l’anima insieme al corpo si riconosce, le esistenze si allineano. La gioia di una vita riverbera nelle altre, il dolore di tempi passati si fa perdono adesso. La passione di altri corpi genera rabbia, calore, progetti e figli in questa carne.
Non ho vissuto una sola vita innamorandomi, ma infinite, innumerabili.
Ho chiesto al mio drago se possano capire gli umani questo tempo dell’anima e lui assicura di sì, perché l’amore sulla Terra si incontra spesso, anzi sempre. L’amore è ovunque, mi dice. Gli uccelli ci volano attraverso, lo tessono nell’aria che poi respiri. L’amore li sostiene, ti avvolge. Come puoi dubitarne? Per lui l’amore è una realtà fisica primitiva, un’energia aggregante e inscindibile da cui nasce ogni altra grandezza. È un elemento naturale terrestre, il più comune della tavola periodica dello spirito, sostiene.

Spesso mi porta ad assumere la forma degli uccelli proprio per mostrarmi l’amore come lui lo scorge.
Mi guida con movimenti piccoli e consequenziali del fisico e dell’intento, che richiamano nell’aggregazione umana la memoria dei volatili. Soprattutto del corvo, che tra tutti prediligo. Inizia col bacino e l’orientamento dell’osso sacro, poi mi spinge ad avvicinarmi al suolo, al magnetismo della Terra. L’energia fluisce allora nelle gambe e vi indugia a lungo, fino a riempirle e tenderle e poi trasformarle in ali. Sorge una spinta tanto forte nella colonna delle vertebre che senza ostacoli mi scalda e arriva in cima, inonda il petto, il collo il capo. E le mani agganciano il terreno con le dita ampie, larghe come zampe e delicate. Si forma dietro gli occhi una punta invisibile, acuminata il più possibile. Spesso indugiamo sulla sua creazione poiché, mi spiega, essa è dove il corvo vede, con quella percezione che va oltre il senso materiale. La focalizzo al centro della fronte, lascio che si appoggi al naso per sentire il vento, la direzione, il vibrare di ogni foglia. Seguo le vibrazioni che la risalgono e si allargano nel capo e su tutto il corpo, nelle cavità di naso e gola e poi a volte risuonano come canto oppure basse, roche. La coda infine cresce e può stendersi all’indietro, sollevarsi o stare quieta. I peli del corpo sono piume e se lo desidero posso planare o cadere giù in picchiata, con il collo che si blocca dritto nella traiettoria, inamovibile. Allora lo so: non c’è nulla di casuale, trascurato o spensierato nel volare degli uccelli, proprio come nei moti dell’amore. È matematica precisa il filo che mi guida, fisica concreta il sostenermi delle gambe-ali, minuziosa chimica il respiro, equilibrio di millenaria biologia l’aggiustamento d’ogni penna.
Se ti trasformi, dice il mio drago, la personalità non può seguirti.
La mente vive nel corpo e con esso resta. A suo dire l’essere umano nasce come mutaforma sulla Terra e la trasformazione è parte integrante della sua natura, indispensabile per la pulizia e il benessere di materia e pensiero. Si stupisce di fronte alla paura di invecchiare. Quando scorgo filamenti bianchi tra i capelli lui mi scalda il cuore, ne accelera un poco il battito, lo ritiene un meraviglioso passo sulla via del vivere. Sostiene che gran parte delle malattie e delle ossessioni umane siano legate alla permanenza prolungata nella stessa forma: lo paragona allo star chiusi nella stessa stanza senza mai uscire all’aria. Io lo sento questo, quando mi accompagna ad esser corvo: lo spazio angusto del pensiero si spalanca. Sento nel corpo, pi che mai nella punta del viso-becco, il fluire della sostanza che lui chiama amore. La riconosco poiché ha il sapore dell’ignoto, di quel bacio antico all’inizio della via, il profumo del mio uomo e del ritrovarsi d’anime legate prima d’ogni tempo. Annienta ogni solitudine il suo scorrere, mi collega a un tutto immenso. Ogni cosa vi è connessa, ogni strada si fa unita, traversata dalle vie d’amore. Allora è semplice, la traiettoria è fatta, non v’è altro senso che percorrerla.
É la più dolce resa. É la via di casa.

Serie: Il drago e il mutaforma
- Episodio 1: Il primo passo
- Episodio 2: Il corvo e le traiettorie dell’amore
- Episodio 3: Il potere è il dono del dolore
- Episodio 4: La danza del fuoco e lo spazio della meraviglia
- Episodio 5: La resa e la luce delle stelle
- Episodio 6: La radice più antica di ogni tuo nome
“Sostiene che gran parte delle malattie e delle ossessioni umane siano legate alla permanenza prolungata nella stessa forma”
Semplicemente meraviglioso
Cavoli! Però! Mi è piaciuto l’incipit
Un bel monologo, poetico e filosofico, che ho immaginato sul palcoscenico di un teatro, interpretato con le maschere che hai scelto.
Imbevuto di quella atmosfera tra il gotico del film “Il Corvo” ed il racconto di Poe.
Bellissimo volo introspettivo, trascendente, spirituale.
Più alto del Gabbiano Jonathan Livingstone hai volato, e ci hai portati con te. Quali dimensioni ci farai conoscere in questo viaggio?