
Il cuore del laboratorio
Serie: Reverb
- Episodio 1: Il cuore del laboratorio
- Episodio 2: L’attentato
- Episodio 3: Il prezzo del passato
- Episodio 4: L’organizzazione
- Episodio 5: Nuove minacce
- Episodio 6: Il nemico si svela
- Episodio 7: La contromossa
- Episodio 8: La reazione
- Episodio 9: Decisioni difficili
STAGIONE 1
La luce, fredda e onnipresente, non lasciava spazio alle ombre. Le pareti lisce, metalliche, riflettevano appena il bagliore argenteo delle pulsazioni di Reverb. La macchina occupava il centro del laboratorio come un’entità viva: i suoi pannelli traslucidi vibravano leggermente, emettendo onde luminose che correvano sul pavimento, dissolvendosi prima di raggiungere le pareti. I bracci robotici, sottili e precisi, si muovevano attorno a essa senza mai toccarla, come se lavorassero sotto il comando di una volontà invisibile.
Adele era immobile, i piedi piantati sul pavimento lucido, lo sguardo fisso su una sfera di simboli e numeri che galleggiava nell’aria davanti a lei. Alzò la mano destra con calma e fece un gesto lento verso sinistra: i numeri si spostarono, ridisponendosi in una nuova configurazione. La sua fronte si corrugò leggermente. Mormorò qualcosa—un calcolo, forse—ma le parole si persero nel ronzio basso e costante che riempiva la stanza.
Non c’erano sedie o scrivanie. Quando Adele si allontanò dalla macchina, i suoi passi risuonarono brevemente nel silenzio. Attraversò il laboratorio con movimenti misurati, il suo abito funzionale seguendo il ritmo del corpo. Si fermò accanto a una macchina che produceva una barra scura e rettangolare. La prese senza guardarla, spezzandone un pezzo con i denti, mentre gli occhi tornavano alla macchina.
Reverb pulsò una volta, più forte. Adele si irrigidì, il frammento di barretta ancora a mezz’aria. Si avvicinò alla macchina, una mano che scivolava lungo il bordo curvo e freddo. Quando i simboli olografici tornarono a danzare nell’aria, lei emise un lungo respiro, abbassando le spalle. Si strofinò le tempie, un gesto breve, prima di sfiorare di nuovo i dati, ridisponendoli con gesti quasi rituali.
Vicino alla nicchia dove dormiva, una porta si aprì senza rumore. Il bagno era spoglio, come tutto il resto: il riflesso nello specchio mostrava un viso tirato, occhi cerchiati di ombre leggere e capelli raccolti in una coda disordinata. Adele aprì il rubinetto del lavandino. L’acqua, limpida e fredda, le scivolò tra le dita prima che si chinasse a berla direttamente dal palmo. Il volto nello specchio sembrò per un attimo sconosciuto, un’immagine distante di sé.
Tornò alla nicchia e si lasciò cadere sulla poltrona. Il materiale sintetico si adattò al suo corpo, avvolgendola in un abbraccio freddo e calcolato. Chiuse gli occhi. Per un momento, il ronzio della macchina si fuse con il ritmo del suo respiro, regolare, come se il laboratorio intero fosse in attesa.
Poi, un sussurro. Non reale, ma nella sua mente. Mani che sfioravano la sua pelle, voci dimenticate che le sussurravano al limite della percezione. Adele si irrigidì, riaprendo gli occhi. Il ronzio di Reverb era tornato costante, senza variazioni. Si passò una mano sul volto, cercando di scacciare la sensazione. La poltrona iniziò il ciclo di rilassamento, e Adele lasciò che la macchina prendesse il controllo.
Dormì brevemente. Quando si svegliò, i numeri la aspettavano ancora, fluttuanti. E la scintilla che si era accesa nella sua mente era stata ridotta a un’eco lontana. Un respiro trattenuto. Un desiderio mai del tutto spento.
Serie: Reverb
- Episodio 1: Il cuore del laboratorio
- Episodio 2: L’attentato
- Episodio 3: Il prezzo del passato
- Episodio 4: L’organizzazione
- Episodio 5: Nuove minacce
- Episodio 6: Il nemico si svela
- Episodio 7: La contromossa
- Episodio 8: La reazione
- Episodio 9: Decisioni difficili
Sorpresa! Non mi aspettavo un tuo racconto sci fi… e perché no? Scrivi bene quindi puoi scrivere tutto.
Bell’inizio che intriga e invita a proseguire. Bravo Rocco!!!
E’ il mio primo tentativo, attendo preziosi suggerimenti.
Davvero interessante. Mi sono piaciute molto le immagini evocate dal testo.
Questa storia mi incuriosisce parecchio.
La descrizione dell’ambiente è molto suggestiva. L’incipit, a mio avviso, è davvero notevole.
Grazie Francesco, provo a mantenere la tensione nei prossimi episodi.
Un inizio molto intrigante, che mi ha interessato. L’atmosfera di questo laboratorio, fortemente onirica, mi ha ricordato certi romanzi di SciFi che ho amato, con la sua aria al contempo familiare (il divano, il bagno) e aliena. Ho immaginato pareti e mobilio molto chiari, forse bianchi, e questa figura pensosa e stanca per l’eccessivo lavoro, forse compulso da una qualche scadenza imminente. Magari un salvataggio da fare. O di altra natura. Un’invenzione vicina a funzionare, o magari una destinazione nel tempo da localizzare e focalizzare meglio. Dei ricordi, di un tempo andato. Un dolore, che punge forte a tratti. Molto bello, ti seguo.
Sono alla prima prova del genere. Aspetto i tuoi consigli e suggerimenti
Sì, ma i numeri del finale?
Numeri