
Il dialogo
Serie: L'isola dell'Artiglio
- Episodio 1: Il primo incontro
- Episodio 2: Il benvenuto
- Episodio 3: Il comandante
- Episodio 4: Il calderone
- Episodio 5: Il tranello
- Episodio 6: Il dialogo
- Episodio 7: Il dio dei corni
- Episodio 8: Il combattimento
- Episodio 9: Il re
- Episodio 10: Il naufragio
STAGIONE 1
Tutto quel che c’era intorno a Roberto lo rattristava, eppure sarebbe potuto essere divertente, anche buffo.
Gli uomini-ienodonte capeggiati da Ramiro avevano liberato Roberto e gli uomini-smilodonte per poi condurli in un villaggio. Anche là, tutto sembrava simile a quello degli ospiti di Roberto, ma solo aveva delle differenze sul come le capanne erano state costruite e pure i colori; dovevano essere stati usati materiali diversi.
Durante il tragitto, Roberto non aveva potuto scambiare alcuna parola con i compagni di prigionia, così si erano rivolti un’espressione infelice.
Adesso Roberto si stava guardando attorno. Gli uomini-ienodonte avevano spogliato i prigionieri delle corazze per poi legargli i polsi dietro la schiena e messo pure delle museruole perché non li azzannassero.
Un caporione di quelle belve uscì da una capanna e diede un ordine. «Portateli al recinto!».
«Sì, ma lui è un essere umano» gli fece notare un uomo-ienodonte.
Grugnì, poi fece un balzo indietro, tanto era sbalordito. «Ma è un uomo!».
Roberto stette zitto. Semmai si mise a fissare il terreno sconsolato.
Dopo alcuni istanti, il caporione disse: «Mi fa piacere vedere un esemplare di essere umano. Sono due secoli che non ne vediamo».
Poteva intervenire, Roberto, poteva osservare che in realtà erano quattro secoli e passa che non succedeva, ma si vide bene dal parlare.
Alla fine, il caporione ordinò: «Separatelo dal resto dei prigionieri che voglio interrogarlo».
Gli uomini-ienodonte obbedirono. Gli uomini-smilodonte furono condotti a sinistra, si presumeva dove c’era il recinto, invece Roberto seguì il caporione, ma sempre scortato dai due mostri.
Dopo un minuto – in fondo quel villaggio non era molto grande – si fermarono di fronte a una casupola un po’ più larga delle altre. Così entrarono e in un’atmosfera buia e fumosa il caporione si mise a sedere a gambe incrociate in un angolo. Roberto fece per sedersi a sua volta, ma i guerrieri lo bloccarono: era chiaro che doveva restare in piedi.
«Come ti chiami?». L’interrogatorio era iniziato.
«Roberto».
«Non mi sembri spagnolo…».
«Sono italiano».
«Oh, sì, ho saputo che più di un secolo fa vi siete unificati». Fece un versaccio. «Se in Europa succedono tante cose, qua invece non cambia molto. Smilodonti che combattono gli arsinoteri, noi che cambiamo alleanza…». Scoppiò a ridere.
Anche i due guerrieri, ai fianchi di Roberto, lo imitarono, ma lui non si comportò allo stesso modo: semmai rimase là, immobile, gelido.
Stava capendo che gli uomini-ienodonte, pur essendo infidi, sapevano molte più cose dei suoi ospiti. Dovevano essere più intelligenti, più astuti… e per questo scelse di non fidarsi di loro. Restavano dei nemici e lui li considerava insopportabili. Era un pregiudizio, ma aveva tutte le ragioni perché si comportasse così.
«Voglio sapere cosa ci fai qua, nella nostra Isola».
«Sono naufragato, ecco tutto».
«Sì? Eppure… non credo tu dica la verità».
Fece spallucce in maniera goffa. «Non posso mica accontentarti. La verità è questa».
Lo fissò con una smorfia, gli occhi luminosi di cattiveria. «E se ti torturassi?».
Un tremore lo percorse da capo a piedi. «Non temo nulla» mentì.
«Non ti credo, si vede che hai paura. Va bene, ho capito… fategli vedere cosa facciamo a chi non ci aiuta».
I due guerrieri annuirono e trascinarono via Roberto. Dopo un minuto, gli mostrarono il recinto. Lì c’erano tutti i prigionieri, alcuni si vedeva che erano in quel luogo da tempo a giudicare dal livello di trascuratezza oltre che dalle espressioni tristi.
Roberto non sapeva cosa immaginarsi, poi gli uomini-ienodonte si scambiarono delle battute e quelli che erano già lì di guardia aprirono il recinto per poi prendere un prigioniero. Questi, troppo rassegnato per protestare, si fece trascinare fino a un albero. Gli uomini-ienodonte gli legarono i polsi a una corda, quindi lo issarono su quel ramo. Fra i piedi del prigioniero e il terreno c’era un metro di vuoto. Allora gli uomini-ienodonte depositarono della legna e con delle selci accesero il fuoco sotto ai piedi del poveretto.
Lo sventurato iniziò a lamentarsi, prima in maniera flebile, poi con sempre più forza. Di lì a poco le urla diventarono strazianti.
Anche se non era neanche un uomo, Roberto ne ebbe compassione. «Ma lasciatelo stare… liberatelo…».
Gli uomini-ienodonte furono sordi alle sue proteste. «No, invece. Dicci tutto, di’ tutto a Luis».
Luis doveva essere il caporione, ma Roberto non aveva intenzione di confessare cose non vere. «Io… io…».
«Molto bene, allora morirà cotto vivo». Agli uomini-ienodonte non importava nulla della sorte di quel poveraccio.
Roberto scoppiò in un fiotto di vomito.
Serie: L'isola dell'Artiglio
- Episodio 1: Il primo incontro
- Episodio 2: Il benvenuto
- Episodio 3: Il comandante
- Episodio 4: Il calderone
- Episodio 5: Il tranello
- Episodio 6: Il dialogo
- Episodio 7: Il dio dei corni
- Episodio 8: Il combattimento
- Episodio 9: Il re
- Episodio 10: Il naufragio
Infingardi e pure maligni! Mi sa che a Roberto conviene inventarsi qualcosa in fretta 😀
Assolutamente sicuro. Grazie del tuo commento!
ahia si mette male per Roberto, chissà come si libererà da questa situazione
Lo vedrai domenica (sì, in effetti rendo sempre la vita difficile ai miei personaggi). Un caro saluto e augurio di buona Epifania, Alexander!
Che iene…daje Roberto!
Già, che iene 🙂 Grazie per il commento!