Il fantasma della rocca

XIII secolo d.C.

Lenzuolo e catene, lì, al buio. Ma il lenzuolo stesso emetteva una luce brillante, non come quella del Sole, bensì sinistra, perché evocava qualcosa di spaventoso. E poi, il suono delle catene, un clangore che rimbombava nel cunicolo.

Il fantasma era là e attendeva di rimanere soddisfatto.

Per lui, lo spavento degli uomini era il suo massimo piacere. Viveva il tempo in maniera diversa, un minuto equivaleva a un secolo, quindi figurarsi una sola notte. Secondo la sua ottica tutto era lungo e noioso, quindi doveva divertirsi per permettersi un minimo di sorriso.

Sorriso, poi, lui che aveva una cavità vuota sotto gli occhi.

Non sapeva bene quanto tempo fosse trascorso da quando era passato a quella vita a metà fra l’aldilà e l’aldiqua, non era riuscito a calcolarlo, ma non gli importava. Attendeva le sue vittime.

Giunsero delle persone, vestite come sempre, e lui le puntò, prese il volo e, agitando le braccia abbozzate che gli rimanevano, iniziò a provare a spaventarle. Gli sembrò di essersi trasformato in un vipistrello, un curioso vipistrello, e non solo per il sostantivo che lo identificava – un’apparente storpiatura.

Spaventò quelle persone, o meglio, no, non ci riuscì perché uno disse con un tono troppo lento:

«Guarda…

«Un…

«Fantasma…».

L’altro rise: «Cosa…

«Crede…?

«Di…

«Farci…

«Paura…?

«Sciocco…».

Il fantasma non poté sopportare la loro reazione e gli volò intorno, lanciò ululati che milioni di anni prima avevano spaventato torme di gente fino a fargli diventare i capelli bianchi, ma i due non fecero una piega e, anzi, uno di loro accese una fiaccola e la agitò come nel tentativo di allontanare il fantasma, il quale disperò e, sentendosi ferito, si ritirò nella rocca. Avrebbe voluto vendicarsi, ma si limitò a guardare con rabbia i due, che avanzarono ancora e a lui fu chiaro che le loro intenzioni erano quelle di scacciarlo dalla sua abitazione.

Infatti.

Gli si fecero vicini e lo torturarono con le luci non di una sola fiaccola, ma di due; sembrarono giocare, e si divertivano pure, senza dubbio, e lui capì che non era più il benvenuto nella sua stessa rocca.

Andò via, deciso a togliere il disturbo. Avrebbe infestato qualcos’altro, ma senza orientamento e non abituato all’avventura, si perse nel cielo della notte.

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