Il giorno che Toni morì dal ridere 

Serie: Cronache da San Demente del Brenta


Cronache poco serie sul comune più demente del Brenta

Toni Bisesto morì in un mercoledì qualsiasi. Che già fa ridere di suo. Lo chiamavano “Bisesto” perché era nato il 29 febbraio.

Era seduto sulla sua poltrona reclinabile, con una coperta sulle ginocchia e una Peroni calda sul tavolino. In TV trasmettevano La corazzata Potëmkin, doppiata in veneto stretto da ReteVeneta per il ciclo “I classici che non capisce nessuno”.

Toni, convinto fosse l’ultimo film comico di Checco Zalone, dopo tre minuti iniziò a ridere. Dopo dieci, rullava come un trattore acceso a freddo. Al ventesimo, morì. Secco. Col sorriso stampato in faccia e una bestemmia in gola.

La notizia si diffuse più veloce dell’influenza. Al bar non si parlava d’altro.

«È morto felice» disse la barista, strofinando i boccali.

«È morto scemo» rispose uno.

«È morto e basta» concluse Bepi, barista e filosofo del paese. Lui lo sapeva: ogni morte è ridicola, se la racconti con le parole giuste.

Il giorno del funerale, San Demente sul Brenta parve risorgere. C’erano tutti. Tutti. Anche quelli che non si parlavano da trent’anni. Anche quelli che Toni li odiava da vivo.

Arrivò la perpetua, vestita di nero, con la solita faccia da funerale perpetuo. Disse che Toni era «un’anima santa, sempre presente a messa… tranne quando c’era il derby».

Il sindaco fece un discorso solenne, fascia tricolore e alito di prosecco:

«Toni Bisesto fu un baluardo della sagra. Senza di lui, niente gnocchi fritti al gorgonzola… e nemmeno l’intossicazione alimentare del 2007.»

L’ex moglie, la Teresa, si presentò in tacco dodici e rossetto rosso. Guardò la bara, sospirò e disse:

«Finalmente ha smesso di russare.»

Il prete era più agitato del solito. Non per la morte, ma per il cane: un bastardino epilettico che abbaiava ogni volta che sentiva la parola Amen.

E poi c’era Bepi. Al funerale non parlò. Ma guardava. Prendeva appunti invisibili sul taccuino mentale dei baristi. Diceva sempre:

«Le verità le senti quando la gente crede di dire bugie.»

Quel giorno, però, arrivò la bomba.

Appena finita la messa, la figlia di Toni — quella che vive a Bologna e si veste da tedesca — tirò fuori una chiavetta USB.

«Papà voleva che lo ascoltaste tutti. Dopo morto.»

Silenzio.

Il prete si fece il segno della croce due volte, poi collegò la chiavetta all’impianto audio della chiesa.

E partì la voce di Toni.

«Se state ascoltando questo… vuol dire che sono morto. O mi hanno fatto fuori. Se è stata Teresa, controllate se ha ancora la valigia sotto al letto.»

Risate. Poi di nuovo silenzio. Toni continuò:

«Volevo dirvi che vi voglio bene. Anche a voi stronzi. Ma adesso… cominciamo la festa.»

E parte. Un’ora di registrazione. Una stand-up comedy dove Toni racconta tutto.

Le corna del sindaco. Le tresche della perpetua con il bidello. I debiti del macellaio. Il prete che gioca al gratta-e-vinci in confessionale.

Ma il colpo di scena arriva alla fine:

«Lascio metà dei miei risparmi a chi riderà per ultimo. Letteralmente. Chi fa l’ultima risata si porta a casa tremila euro in contanti. Gli altri si fottano.»

Scoppiò la guerra. Si scrutavano in cagnesco. Nessuno osava ridere. Qualcuno tossì e fu accusato.

Alla fine… vinse Bepi.

Un solo, secco, liberatorio, fragoroso: «AHAHAH!»

Si portò a casa i tremila euro, una bottiglia di grappa e la reputazione di “quello che ha riso per ultimo al funerale di Toni”.

Oggi, ogni tanto, se ne parla ancora.

Al bar, tra un’ombra de vin e una bestemmia dolce, Bepi alza il bicchiere e dice:

«Se ridi della morte, hai già vinto. Toni l’aveva capito. E da morto, ha fregato tutti un’altra volta.»

Serie: Cronache da San Demente del Brenta


Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Umoristico / Grottesco

Discussioni

  1. Che bello una nuova serie e per giunta molto divertente. Se tutti gli episodi o racconti saranno sullo stesso genere, con la stessa ironia, non perderó una sola virgola. Non é facile riuscire a far ridere, divertire parlando di un morto, come hai fatto tu, mi pare abbastanza geniale. Complimenti Rocco.