
Il guerriero dello spazio
Stava per scartare la merendina quando la sirena si mise a suonare.
Grugnì allarmato, poi abbandonò la postazione per correre all’astronave.
Una volta dentro, indossò l’armatura mentre il pilota automatico guidava la navicella spaziale fuori dalla base. Quando fu il momento giusto, Andrea andò al posto di pilotaggio.
Adesso l’astronave stava dirigendosi verso Alpha Centauri e Andrea poté vedere le fiamme della stella.
Una volta che fu in prossimità delle lingue di fuoco, continuò ad avvicinarcisi e vide che, dopo averle superate, c’era la terra nuda e scabra. Allora Andrea accelerò la velocità dell’astronave e in pochi minuti fu vicino al suolo.
«Molto bene» commentò. Tutto procedeva come aveva immaginato.
Raggiunse il portello e lo aprì, quindi saltò fuori, sul terreno di Alpha Centauri che sembrava scottasse – per fortuna aveva la sua armatura.
Si mise a saltare vista l’assenza di forza di gravità e cercò il suo obiettivo fra tutte quelle montagne, scarpate… comunque contrade selvagge.
Doveva essere pronto a tutto, così preparò il fucile al plasma che aveva incorporato nel braccio sinistro.
Fu in quel momento che li vide: da dietro un’altura, giunsero i funghi i quali avevano espressioni malvagie. Per il momento non sembravano essersi accorti di lui e Andrea poteva pensare come tendergli una trappola, ma fece un movimento brusco e uno di loro lo vide e gli puntò contro un braccio. «Eccolo».
«In nome della legge, fermatevi!» urlò Andrea.
Ma i funghi non badarono alle sue parole e lo caricarono.
Attingendo all’energia atomica in remoto dell’astronave, Andrea scatenò il fucile al plasma. Uccise, massacrò, ma poi si accorse che i funghi erano troppi e stava per soccombere.
Non poteva farci nulla, era meglio che arretrasse, allora girò sui tacchi e saltò verso l’astronave. Una volta raggiuntala, ci salì a bordo e chiuse il portello. Si mise al posto di guida e, quando stava per scappare da quell’orda di funghi primitivi, si rese conto che c’era qualcosa di strano: una presenza lo fissava dietro di lui.
Non appena realizzò, fu troppo tardi.
Il fungo lo assalì e Andrea dovette difendersi con una lotta corpo a corpo, ma l’astronave iniziò a sbandare e colpì qualcosa. L’urto fu violentissimo e Andrea e il fungo balzarono fuori dal lunotto anteriore.
Andrea riaprì gli occhi, era un po’ intontito, ma si alzò in piedi. Accanto a lui, il fungo era morto, si era squagliato, ma Andrea era ancora pronto a combattere. Doveva solo attendere rinforzi!
Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Sci-Fi
Ti confesso che ho immaginato che il protagonista fosse un bambino intento a giocare all’astronauta. Nel finale, quando ha percepito il nemico alle spalle, ho pensato fosse la mamma! Quella merendina mi ha portata fuori pista 😀
Ciao Micol! Grazie per i tuoi due commenti
“Stava per scartare la merendina quando la sirena si mise a suonare.”
Un indizio? Se è quello che penso, mi ha fatto sorridere 😃
Ah tornano i funghi alieni, da oggi in poi mangero il risotto ai funghi con più cattiveria
Ah ah ah! Sì, ma quella volta dei ratti versus funghi non erano alieni… se non ricordo male non si specificava la loro provenienza.
Grazie per il tuo commento!
Kenji, proprio non lo so: ma questa fantasia da dove la prendi? Quando leggo le tue storie mi sembra di entrare nell’ “Universo delle meraviglie”. Non sono un fan del genere ma apprezzo sempre la creatività. A presto!
Cavoli Roberto, grazie per i tuoi complimenti! Eh, sì, ho una fantasia molto fervida 🙂