Parte II

Serie: Il Krampus


    STAGIONE 1

  • Episodio 1: Parte I
  • Episodio 2: Parte II

Tornati fuori, la folla fu attratta dalle maschere. I passanti colsero l’occasione per scattare qualche foto. Enea sfruttò la situazione a suo vantaggio: si buttò tra i mascherati iniziando a ballare con loro. Faceva finta di divertirsi, in realtà tutti i suoi sensi erano concentrati sul krampus. L’Interstellar vibrò; Enea cercò un qualche dettaglio per distinguere il demone dagli uomini. Una maschera sbatté le palpebre. Enea gli saltò addosso abbracciandolo forte. Il mostro provò a divincolarsi senza nessun risultato, si fermò, spalancò quanto più possibile le fauci, leccò l’antiquario e lasciò uscire un suono tanto potente quanto dall’odore acre.

Il momentaneo pubblico restò inebetito di fronte a tanta potenza. Enea, cercando di non respirare quel puzzo, allentò leggermente la presa. Il demone si liberò della zavorra e iniziò a correre.

Primo seguì il mostro con lo sguardo, mentre aiutava il fratello a rialzarsi: «È andato di là, corri Enea.»

Enea scosse la testa, odiava correre.

I due partirono all’inseguimento: si introdussero al Hofgarten, lo percossero fino in fondo, poi tagliarono a sinistra fino al sottopassaggio che portava al Englischen Garten.

Gli zoccoli e le gambe corte facevano perdere terreno al demone. Primo riuscì a raggiungerlo, con un balzò provò ad acciuffarlo ma riuscì soltanto a strattonarlo, facendogli perdere l’equilibrio quel tanto che basta. Enea afferrò il mostro con tanta veemenza da scivolare nel fiume. La corrente li trascinava; Enea cercava di non perdere la presa, il demone urlava nel tentativo di liberarsi. La lotta durò per diversi minuti tra apnee e colpi non andati a segno per colpa dell’acqua.

Il demone riuscì ad aggrapparsi alla radice sporgente di un albero, Enea perse la presa, strappando un ciuffo di peli. Cercò di raggiungere la riva sbracciandosi. Con estrema agilità, il mostro venne fuori dal fiume. Primo lo attendeva; aveva seguito i due dalla riva. Il demone urlò, si scagliò contro l’uomo, lo afferrò per i fianchi, lo mise spalle a terra e affondandogli i polsi sulla neve era pronto a scagliargli il morso letale.

Enea attirò l’attenzione del krampus con un fischio. La creatura si voltò mentre la bava colava sul volto del suo avversario. Enea stringeva qualcosa tra indice e pollice, la faceva dondolare davanti al viso. Il krampus si portò le mani al collo, disperato emise un verso straziante, abbandonò la presa su Primo e iniziò a camminare verso Enea.

L’antiquario aveva in pugno un cubo nero, cinque facce lisce e una ruvida, portale di teletrasporto spaziotemporale. Era riuscito a strapparlo durante la colluttazione sott’acqua.

«Vieni da paparino, piccolo alieno. Non ti faccio nulla. Ti riporto a casa. Promesso.» Disse Enea.

L’alieno voleva solo indietro il suo prezioso mezzo di trasporto; Enea fece dei brevi passi verso il krampus tenendo il cubo sui palmi delle mani, come un’offerta. Mancava meno di un metro, l’alieno allungò il suo peloso braccio, Enea strinse il cubo in una mano e con il pollice dell’altra schiacciò la parte ruvida del cubo: un’abbagliante luce verde investì il krampus, che venne risucchiato all’interno del portale. Il cubo tremò momentaneamente, s’illuminò di verde e mutò forma trasformandosi in un corno pieno di solchi al cui interno erano incise delle rune.

«Ma che diavolo, Enea.»

«La leggenda narra che il krampus fosse un demone, ma non è così.»

«Non mi vorrai dire che…»

«Tutte le leggende, storie di fantasia, chiamale come vuoi, hanno un fondo di verità, e tutte si rifanno a creature esistenti, strane, che non fanno parte del nostro mondo, ma pur sempre esseri viventi,»

«Da dove è saltato fuori questo corno?»

«Hai presente i manufatti nella mia bottega? Quelli sono tutti cubi da teletrasporto. Ogni qual volta rispedisco un alieno indietro senza, questo cambia forma.»

«Ho il mal di testa.»

«Io sto crepando dal freddo, andiamo in hotel, che ne pensi? Ti spiegherò tutto meglio.»

I due fratelli cercarono un taxi. Per loro fortuna il tassista si accorse delle loro condizioni solo quando pagarono con banconote zuppe, quasi scolorite; l’uomo protestò qualcosa in tedesco, Enea e Primo erano già dentro l’ascensore.

Usciti dalle docce tornarono in strada alla ricerca di un ristorante, dovevano scaricare l’adrenalina e saziare la fame. Passarono davanti la birreria dove avevano incontrato qualche ora prima il krampus, Enea fece cenno di entrare.

«Meglio di no», rispose Primo, «cerchiamo qualcosa di più tranquillo.»

Enea lasciò libero sfogo alla sua imbarazzante risata prendendo sottobraccio il fratello; i due sparirono lungo i vicoli della città.

Serie: Il Krampus


Avete messo Mi Piace5 apprezzamentiPubblicato in Sci-Fi

Discussioni

  1. concordo con Ale – e mi fa piacere leggere che hai risposto “arrivano, arrivano”: questi personaggi meritano di riapparire in altre storie!
    Confermo il commento al primo episodio: mi piace molto come tu abbia preso una tradizione antica e l’abbia fusa con la fantascienza, trasformando i krampus in alieni. L’episodio è avvincente, ha un bel ritmo, e davvero varrebbe la pena di dar più spazio all’antiquario, ai krampus, all’interstellard ed ai cubi neri.. è un bel puzzle! 🙂

    1. Grazie Sergio per il tempo dedicatomi. Se vuoi ti rimando alla mia prima serie scritta su EO, La sci-fi secondo me, un po’ antologica però alcuni elementi li ritrovi lì. Appena posso ti giro il link, adesso scappo a lavoro

  2. Ciao Eliseo, amo le leggende popolari e non avevo mai sentito parlare dei Krampus. Ho trovato i protagonisti del tuo racconto credibili e ho amato l’antiquario. Oltre tutto… il cubo mi ricorda qualcosa ;D

    1. Ciao e grazie per avermi letto.
      In realtà a niente di particolare, sono un sognatore, mi piace guardare le stelle e immaginare altre creature, non per forza civiltà intelligenti, anche semplici creature che popolano un altro pianeta o galassia, che in qualche modo, in passato, sono arrivate nel nostro mondo, dando vita alle leggende e al folklore.

  3. «Tutte le leggende, storie di fantasia, chiamale come vuoi, hanno un fondo di verità, e tutte si rifanno a creature esistenti, strane, che non fanno parte del nostro mondo, ma pur sempre esseri viventi,»… bella questa parte, una sorta di “perché” espresso. Bella anche l’idea di rimestare parte della leggenda Krampusiana, così come hai fatto tu in questi due librick. Il folclore italico (e non solo) ha tanto da dare, hai fatto bene ad “approfittarne”! Bravo. 🙂