
Il mistero di Tunguska
«Aiuto, aiuto! La mia casa è in fiamme…».
«Cosa succede? Cosa ti succede?». Il poliziotto fissava Semën come se fosse un pazzo.
Semën però non era impazzito, ma tutt’altro. «Sono scappato… lì, nella tundra, tutto è andato in fiamme… un terremoto, un incendio…».
«Calma, calma». Era evidente che il poliziotto non aveva voglia di lavorare. Da quelle parti, l’estate era torrida e tutti erano fiacchi. «Dimmi cosa ti è successo. Per ordine».
Semën aveva gli occhi sgranati. «Ero con le mie renne da quella parte, quando poi ho visto un’esplosione… il suolo ha tremato, gli alberi si sono piegati… no, spezzati come se fossero stuzzicadenti. Tutto ha preso fuoco e le mie renne sono fuggite. Stavo per essere travolto da quelle bestie, ma mi sono ridestato e ho visto… l’Apocalisse».
«Alludi per caso a quel che è successo nell’interno? Sì, in effetti è stato strano».
«Lo vedi che pure tu hai notato qualcosa!».
«Ma certo. C’è stato un terremoto e l’orizzonte si è incendiato. Ma cos’è successo, per la precisione?».
«Non ne ho idea!».
«Aspetta un attimo». Davanti a Semën, il poliziotto andò al telegrafo. Si mise a trasmettere un messaggio.
«Cosa stai comunicando?».
«Che è successo qualcosa di molto strano. Solo, accidenti!, queste terre sono così immense… cosa vuoi che si faccia? Inviare una spedizione…».
«Potrebbe essere un’idea».
«Certo, ma è un tale labirinto di foreste e fiumi… non si risolverebbe nulla».
«Guarda, lì è un disastro. Intere foreste sono state spianate neanche fosse esplosa una tonnellata di dinamite».
«Io sto dicendo tutto a Pietrogrado, ma non so cosa mi risponderanno…».
Semën si girò a guardare. «Oh, Nikolaj!».
«Ma avete sentito il botto di due giorni fa?». Nikolaj era sbalordito.
«Sì. Io ero là, pensa».
Per un attimo Nikolaj ridacchiò. «Sarai rimasto sordo».
«No, invece. Ho avuto solo un grande spavento…».
«E ci credo».
Il poliziotto aveva finito di trasmettere il messaggio. «Per ora è tutto. Ci vorrà del tempo per ottenere la risposta».
«Semën, vieni con me».
«No, Nikolaj, io nella tundra non ci torno». Scosse la testa come se fosse un bambino.
«Non essere ridicolo…».
«Ti ho detto di no».
«Va bene». Nikolaj si arrese. «Io vado a dare lo stesso un’occhiata».
«Fa’ pure». Semën era terrorizzato.
Nikolaj fece per andarsene, ma Semën lo inseguì con la voce: «Se vai a cercare di capire cos’è successo, non tornerai!».
«Poi vedremo». Nikolaj sorrise audace, ma nei mesi dopo Semën ebbe ragione: nessuno più vide Nikolaj e il poliziotto non seppe cosa dire, né Pietrogrado diede spiegazioni adeguate.
Intanto, il labirinto delle foreste e fiumi della zona di Tunguska era stato distrutto e Semën non volle più averci nulla a che fare.
Era un mistero, secondo lui.
Avete messo Mi Piace4 apprezzamentiPubblicato in Sci-Fi
Un racconto dallo stile dinamico, com’è nel tuo solito!
Grazie per il tuo commento!
Bel racconto, anche se mi sembra un po’ incompleto
Grazie per il tuo parere!
Avevo già sentito parlare degli eventi di Tunguska: bella idea trattare l’argomento da un punto di vista così vicino e umano con dei dialoghi.
Grazie per il tuo commento!
Spero davvero che non rimanga un mistero, perchè questo racconto si presta benissimo ad essere l’incipit di una nuova serie? Mi piacerebbe saperne di più
p.s. gli asteroidi mi hanno sempre affascinata
Eh, no, è un racconto autoconclusivo. Grazie per il tuo commento!
Concordo davvero col commento di Roberto: hai trattato la vicenda di Tunguska con un taglio molto umano, con la paura di Semen contrapposta alla curiosità di Nikolaj. Che ci ricorda il rischio legato alla voglia di conoscere, ma di come questa possa essereaggiore della. paura.
Bene! Grazie, Sergio.
Ma se ti parlo della tragedia del passo Djatlov (guardacaso avevo letto giusto ieri un post sul “passo del Diavolo”), lo conosci? Secondo me può essere un ottimo ingrediente per una tua ricetta 🙂
No, mai sentito nominare questo evento. Adesso lo cerco su Google
D’accordo con Bettina: onori a Nikolaj. Vincere la paura e addentrarsi nel mistero resta uno dei caratteri nobili della nostra specie. Come anche l’istinto di sopravvivenza, non dimentichiamolo. Un piccolo asteroide, forse una cometa ha provocato a Tunguska un evento di proporzioni davvero catastrofiche. Non riusciremo mai a visualizzarlo in tutta la sua devastante immensità.
È un approccio il tuo, caro Kenji, molto umano e intimo. È l’apocalisse dentro.
Grazie Roberto!
Leggendolo mi sono venuti in mente in fuochi appiccati per deforestare in favore di nuove colture, territorio strappato via alle forme di vita animale.
Grazie per il tuo commento, mi fa piacere averti fatto pensare ad altro: la letteratura serve a questo, a spaziare con l’immaginazione!
“«Se vai a cercare di capire cos’è successo, non tornerai!».”
Ecco! mai spingersi a dare un’occhiata oltre ciò che si vede.