
Il pane di Gaspar
Serie: Le Cronache di MezzoMondo
- Episodio 1: Rasoio
- Episodio 2: La rosa nel Muro
- Episodio 3: Il Vicoletto dei Poeti
- Episodio 4: Il pane di Gaspar
STAGIONE 1
C’era un uomo, nell’alta casa nel bosco, che viveva solitario per evitarsi d’aver a che fare con quelli della sua stessa specie.
Già in passato si era dimostrato scarsamente socievole: si era trovato da lavorare dicendo di saper addomesticare la farina in un pane strepitoso; ma era tutta una scusa per stare davanti al forno e badare alla fiamma. Trascorreva quindi in solitaria le notti ad impastare, e il giorno lontano dagli occhi di tutti, pregando.
Certo in paese dicevano di lui, ch’era un orso, un tipo bizzarro ch’era rimasto come zoppo da qualcosa, eccentrico fino al ridicolo, silenzioso.
A volte lo videro muovere le labbra senza parlare, o borbottando sottovoce cose incomprensibili.
Ecco: quegli episodi sciolsero le malelingue e queste sentenziarono per tutto l’alveare ch’era uno stregone, uno iettatore, o comunque qualcosa del genere.
“Per questo-dicevano- fa il pane che fa!”
All’alba di un giorno d’estate, il figlio della signora AriaMaria -orfano di padre e terzo figlio- che per nome andava Oratio e di anni ne aveva tredici, andava bighellonando coi suoi loschi compari tra i vicoletti del paese. Prospettavano un furtarello dal vicolo cieco della panetteria, dove Gaspar lo stregone non li avrebbe visti.
Ma le budella gli si torcevano lo stesso, a tutti quanti, nel pensare di ficcare il naso in quel postaccio.
E i bambini, che hanno a quell’età il cuore pieno più d’orgoglio che di buonsenso, andarono quatti quatti guidati dal profumo del pane.
Nel buio della stanza, illuminata sol da quel che rimaneva dei tizzoni dentro al forno, pagarono cara la loro spavalderia fuggendo a gambe all’aria dallo spiffero di porta che si stava per chiudere: da dietro un angolo, una voce aveva detto:” Qualcuno vuole vedere più da vicino cosa c’è nel forno?”
Nel marasma di urla e sgomitate, Oratio s’impigliò la maglia a un chiodo sporgente di una trave a colonna. Si tagliò e cadde.
Pensava fosse la sua fine.
Solo. E intrappolato con lo stregone.
E infatti Gaspar s’avvicinò, aprì le imposte per illuminare a giorno e diede voce piano piano:”Ti sei fatto male?”
Il bimbo vinse la paura e si lasciò medicare: a casa, con uno sbrego del genere e con la maglia piena di sangue, la madre sua l’avrebbe ammazzato.
Ma Oratio tornò a casa qualche ora più tardi, con la maglia pulita e rattoppata, senza alcuna ferita e con un lavoro che avrebbe sfamato la famiglia.
Da quel giorno, il bimbo divenne l’apprendista del mago, e venne istruito nell’arte del forno e del fuoco.
Ne fece un mestiere ed imparò che la gente vede il pane ma non la farina; non conosce il lievito che l’ha fatta diventare in quel modo né quanto tempo ha impiegato per farlo; non sa quanto e come è stato esposto al fuoco.
Gaspar era davvero un mago.
A fare il pane.
Serie: Le Cronache di MezzoMondo
- Episodio 1: Rasoio
- Episodio 2: La rosa nel Muro
- Episodio 3: Il Vicoletto dei Poeti
- Episodio 4: Il pane di Gaspar
Gaspar sta alla farine come CuorDiPolvere sta alle parole.
❤
“imparò che la gente vede il pane ma non la farina;”
Amico mio, che bello l’amore che hai per le parole. Che bella la cura che hai nell’usarle. Non c’è volta che ti legga senza emozionarmi, o senza sentirmi arricchito. Che bella questa frase, e per quante cose vale. Per il pane, per ogni lavoro… e per le persone.
Grazie assai amico mio; commenti speciali come questo li metterei in cornice appesi al muro 🍻
“C’era un uomo, nell’alta casa nel bosco, che viveva solitario per evitarsi d’aver a che fare con quelli della sua stessa specie.”
…e come dargli torto.
“Leggi e vedi.”
ineccepibile! 😀
🤣