Il peso delle scelte

Serie: WAKE UP


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Mentre Lucas e John si dirigono al Park Lane College, Mary porta la figlia, ridotta a lividi da un’aggressione, a casa di Dave. La sua rabbia esplode: deciso a far giustizia da sé, il quartiere trattiene il fiato.

John e Lucas erano diretti al Park Lane College. Il silenzio tra loro era diventato un compagno di viaggio opprimente.

John Callaghan non riusciva a scrollarsi di dosso le foto sgranate sullo Yorkshire Evening Post. L’ombra di una somiglianza con Lucas in una delle figure lo tormentava.

Lucas tossì, poi si schiarì la gola, come per rompere il silenzio. «Fredda, ‘sta mattina,» disse infine, abbozzando un sorriso.

John non rispose subito. «Già.» Dopo una pausa aggiunse: «Hai letto il giornale?»

«No, perché?»

«C’è stata una rapina sulla Call Lane,» alzò lo sguardo verso di lui, «e nella foto c’è qualcuno che mi è parso… fin troppo familiare.»

Lucas fece finta di guardare fuori dal finestrino. «E che c’entro io?»

«Non lo so. Dimmelo tu. Ieri sera dov’eri?»

«Te l’ho detto. Io e Dave abbiamo lavorato fuori città. In un allevamento di tacchini.»

John sorrise. «Un allevamento? A gennaio? Di notte?»

Rallentò, parcheggiando lungo la strada che portava all’ingresso del college, e spense il motore.

Il ticchettio della pioggia sul tetto diventò più forte.

Prese il giornale e lo posò tra loro.

«Sai, ho insegnato inglese a decine di ragazzi come te. Ma non tutti capiscono che, a un certo punto, bisogna dare una svolta per cambiare le cose.»

Il ragazzo restò immobile. «Non… non so niente,» mormorò infine.

John lo fissò, serio. «Davvero? Perché questo,» indicò la foto, «ti assomiglia tanto. Ha pure la tua stessa giacca.»

Lucas abbassò lo sguardo, come se la foto lo bruciasse.

«Io non voglio denunciarti. Ma se continui a mentire, non potrò aiutarti.»

Lucas aveva quello sguardo inquieto, e John vide qualcosa che lo colpì nel profondo: la paura mescolata alla vergogna. La riconobbe subito. Era la stessa che aveva provato lui, molti anni prima, quando era solo un ragazzo.

Un piccolo furto. Una sciocchezza. Ma abbastanza da lasciargli addosso un senso di colpa che non se n’era mai andato.

Lo aveva fatto per amore di Betty. Ancora oggi, quando passava davanti al negozio di souvenir del signor Flynn, provava un brivido di vergogna. Ma Betty… come dimenticarla!

John aveva quindici anni. Lei era una monella che viveva accanto alla casa di suo nonno, dove trascorreva le vacanze estive. In quel luogo fuori dal mondo, lei era l’unica distrazione. Ma, a dirla tutta, lo sarebbe stata anche a Leeds.

Betty era raggiante, vivace, e di un anno più grande di lui.

Ogni estate scoprivano nell’altro qualcosa di nuovo. La voce più profonda di John. I muscoli sulle braccia. Una leggera peluria sotto al naso e sulle gambe. 

I capelli color del grano di lei, lunghi e lisci, cadevano sul seno ormai di donna. Gli occhi verde chiaro la rendevano la ragazzina più carina del paese.

Accadde un giorno d’estate. John pedalava veloce lungo il viale alberato. Zigzagava sulla strada sterrata, rincorrendo l’impronta di una bicicletta passata poco prima. Aveva appuntamento con Betty.

Lei lo aspettava di fronte a casa. Tirava sassi contro il tronco di un albero. Ogni lancio era un centro.

Proseguirono insieme verso il paese, pedalando lentamente l’uno accanto all’altro. Lei era curiosa fino allo sfinimento. Voleva sapere tutto della città. Lui rispondeva a tutte le sue domande.

Lasciarono le biciclette e proseguirono a piedi.

Davanti al negozio di souvenir, Betty si fermò, estasiata. In vetrina c’era un braccialetto di piccole perle di giada, del colore dei suoi occhi. Costava appena quattro sterline, ma per loro era troppo.

Così, lei escogitò un piano: «Entriamo. Io distraggo il signore e tu prendi il braccialetto.»

John scuoteva la testa. Sapeva che non poteva tirarsi indietro. Era la prima volta che provava davvero qualcosa per una ragazza. Aveva la stessa paura di quando doveva essere interrogato o di quando aveva fatto a botte con i ragazzi più grandi. Ma provava una felicità che gli faceva battere forte il cuore e lo lasciava senza parole.

«Se mi ami lo devi fare! – gli disse – e in premio ti darò un bacio.»

Il ragazzo, guardando le labbra turgide di Betty, capì di non avere scelta. Accadde tutto in un lampo.

«Corri, corri!» gridava Betty senza guardarsi indietro, mentre il signor Flynn urlava. «Venite qua. Tanto vi conosco!»

Svoltarono al primo vicolo. Come due lucertole, si appiattirono contro il muro rovente. Erano impauriti ed eccitati. Il fiato corto e il cuore a mille.

John prese il bracciale dalla tasca e lo mise al polso di Betty. Lei, finalmente, lo baciò.

In auto, il silenzio che seguì fu pesante come una confessione.

Lucas deglutì. «Perché ti interessa tanto cosa faccio? Non sei mio padre.»

«Hai ragione. Ma sono l’unico che si preoccupa di te come se lo fossi.»

Il ragazzo si voltò di scatto. «Perché ti fai i cazzi miei?» La voce gli uscì come un grido. «Ti piace forse ficcare il naso nella vita degli altri?»

John lo fissò, impassibile. «Non gridare.»

Lucas si portò le mani al viso. «Scusa… è che… non dormo bene, ultimamente.»

John accese il motore. La macchina si mosse lentamente verso l’ingresso del college.

«Non serve inventare turni di notte o storie di tacchini. Io so distinguere la verità dalle bugie. È il mio mestiere.»

Lucas non rispose. Guardava fuori. Per un attimo pensò di aprire la portiera e scappare via. Lontano da Leeds, da Dave, da sé stesso. Ma non lo fece. Rimase seduto, come paralizzato, mentre la macchina si fermava davanti all’entrata.

«Vai,» disse John, fissando la strada. «Lezione fra cinque minuti.»

Lucas aprì la portiera. L’aria umida lo colpì in faccia. Fece per scendere, ma poi si voltò. «John… tu credi che la gente possa cambiare?»

Il professore lo guardò a lungo. «Solo se è pronta a dire la verità. Prima a sé stessa, poi agli altri.»

Lucas annuì piano e si allontanò sotto la pioggia.

Il giornale era rimasto sul sedile, la foto in bianco e nero piegata a metà.

John la riprese, fissandola di nuovo. Appoggiò il giornale sul volante e chiuse gli occhi un istante. «Dio mio, Lucas… in che guaio ti sei cacciato?»

Continua…

Serie: WAKE UP


Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Ciao Gianluca, mi sono letta insieme gli ultimi due episodi che si rispecchiano nella loro tensione morale. Da un lato la violenza cieca di Dave, che si fa giustizia da sé in nome di Emily, dall’altro la lotta interiore di John e Lucas, divisi tra colpa e redenzione. La frase “Solo se è pronta a dire la verità. Prima a sé stessa, poi agli altri” racchiude il filo che li unisce. Sei stato bravo a mettere in risalto il confronto con il passato come unica via per salvarsi. Mi ha colpito come la rabbia di Dave e il silenzio di Lucas diventino due facce dello stesso dolore, quello di chi tenta, in modi opposti, di ristabilire un equilibrio in un mondo che sembra aver perso ogni misura.

    1. Grazie Cristiana, per i tuoi commenti. Sono molto apprezzati. Ora mi sono concentrato su una piccola revisione di quello che ho pubblicato. Forse ci sarà qualche piccolo cambiamento ma anche se aggiusto la forma la trama rimane quella.

    1. Eh si, anche se Lucas pensa di percorrere la sua vita in solitaria in realtà è sempre accompagnato da qualcuno che a modo suo lo aiuta. Grazie Concetta, per lasciarmi sempre un commento.