
Il pianeta e la nave
Serie: IL PIANETA A STRATI
- Episodio 1: Il pianeta e la nave
- Episodio 2: Il Sole è malato
- Episodio 3: Il Frutto Proibito
STAGIONE 1
La nave madre Thrones, con le navi satellite al seguito, ricordò costantemente agli umani il loro posto nella scala di Kardasev1. Formiche; insetti dall’intelligenza tanto scarsa che in tutta la loro esistenza non si erano elevati ad un livello superiore all’1.
Situata oltre la fascia di Kuiper, la Thrones seguiva e osservava da tempi immemori la Terra, come un enorme occhio quale era il buco nero al suo centro. Ormai prossimo all’evaporazione, non era più in grado di generare Wormhole, motivo per cui il suo ultimo viaggio aveva portato la Thrones, e coloro che un tempo l’abitavano nel Sistema Solare.
* * *
Loi ciondolava i piedi nel vuoto, seduto sul bordo del collettore più esterno. Un leggero venticello gli lambiva il giovane viso martoriato dai lavori forzati. Aveva la pelle spaccata e secca, le rughe causate dai fumi tossici e le occhiaie di chi non aveva mai conosciuto il vero riposo. Dimostrava almeno dieci anni in più rispetto ai suoi quindici.
All’improvviso un fastidioso raspino al centro della bassa gola lo portò ad avere dei conati di vomito; una mano davanti alla bocca e l’altra che cercava compulsivamente la ciotola del pranzo. Tossì, poi rigurgitò catarro e muco marrone, dato dall’inalazione delle polveri contenenti ruggine. Rimase lì, con due rivoli ancora attaccati al naso in attesa di un nuovo spasmo che, per fortuna, non arrivò. Si pulì con le vesti di stracci accettando che la Malattia Ramata stava facendo il suo decorso.
Quando udì suo fratello chiamarlo dall’inizio del cantiere nascose la ciotola per non farlo preoccupare. Quando si voltò vide Andrea correre con il sacchetto del pranzo in mano.
«C’ho messo una vita per trovarti. Ma perché non mangi con gli altri?» domandò mentre iniziava a bere la sua sbobba con bramosia.
Andrea era il classico ragazzone tutto muscoli, perennemente affamato, attaccabrighe e con una certa repulsione per l’igiene.
«Perché sono troppo rumorosi. E mi piace la vista sugli strati sottostanti.»
Loi guardò giù: coperta da collettori in movimento grandi quanto città, quella che una volta era la Terra con i suoi caratteristici colori verde e blu, ora somigliava ad una arrugginita Sfera di Dyson2. La perenne puzza di ferro, bruciato e chimico avevano fatto dimenticare a troppe generazioni l’odore dei fiori e dell’aria pulita. Nessuno conosceva la sensazione di erba e terra sotto i piedi, dell’acqua gelida di un torrente sui polpacci o il sapore del cibo; quello vero, non dei beveroni e i pasti liofilizzati.

«Ti piace guardare quegli stronzoni dei piani inferiori? Maledetti interni. Lo sai che stanno molto meglio di noi?» attaccò Andrea, poi sputò.
Gli esterni, rispetto agli interni, avevano sviluppato caratteristiche fisiche peculiari: essendo esposti ad una maggior quantità di radiazioni provenienti dallo Spazio la loro pelle era diventata mulatta e gli occhi avevano assunto la forma delle mandorle, perché sempre stretti a causa di un’atmosfera rarefatta che non filtrava la luce del Sole.
«Non è un buon motivo per avercela con loro. Non hanno scelto di nascere negli strati interni, come noi non abbiamo deciso di nascere qui.»
«Sei troppo intelligente per lavorare come Smontatore. Mica come quello zoticone di tuo fratello!»
Andrea lo prese sotto braccio e gli grattò la testa con le nocche. Loi tentò di liberarsi dalla presa prima che le dita si incastrassero nei dreadlock.
«Torno al lavoro. Non fare tardi, mi raccomando» disse il ragazzone voltandosi.
Alle loro spalle i Serafini, guardiani e supervisori, facevano schizzare i loro raggi scanner da una parte all’altra. Gli Smontatori lavoravano senza fiatare, ignorando la loro presenza pur rimanendo consci del motivo per cui erano lì.
«D’accordo. Ah, Andrea! Fai attenzione… ho un brutto presentimento.»
«Sei troppo sensibile per questo mondo, fratello» concluse allontanandosi.
Loi osservò i suoi occhi allungati nel riflesso dell’acqua della borraccia, sentendosi parte di una razza differente rispetto agli umani e agli Alieni.
Alzò lo sguardo al cielo: la Thrones e la distorsione della luce attorno al buco nero erano chiaramente visibili nella loro massiccia ed ineluttabile presenza.
1 Metodo di classificazione delle civiltà in relazione al loro livello tecnologico. È stata proposta nel 1964 dall’astronomo russo Nikolaj Kardašëv.
Tipo I: civiltà in grado di utilizzare tutta l’energia disponibile sul suo pianeta d’origine;
Tipo II: civiltà in grado di raccogliere tutta l’energia della stella del proprio sistema planetario, mediante strutture come la sfera di Dyson;
Tipo III: civiltà in grado di utilizzare tutta l’energia della propria galassia, ottenendo il totale controllo su di essa, diventando la specie dominante ed espandendosi e propugnandosi come razza galattica.
Ad oggi la civiltà umana è ancora di tipo 0, in particolare di tipo 0,7 in quanto utilizzerebbe solo una frazione dell’energia totale disponibile sulla Terra.
2 Ipotetica enorme struttura di rivestimento che potrebbe essere applicata attorno ad un corpo stellare, allo scopo di catturarne l’energia e sfruttarla.
Serie: IL PIANETA A STRATI
- Episodio 1: Il pianeta e la nave
- Episodio 2: Il Sole è malato
- Episodio 3: Il Frutto Proibito
Quasi scaturiscono essenze, da racconti del genere. Non le si potrebbero nemmeno percepire, attraverso lo schermo, eppure… dai così significato alla materia tanto da renderla più viva e percettibile.
Loris, così mi lusinghi! 😸
Grazie mille per il bellissimo commento e per essere passato!
Scritto magistralmente. Adesso divorerò il resto 😎
Ciao Nicola, prima di tutto benvenuto! 😸
Ti ringrazio e mi auguro che anche il proseguo sia di tuo gradimento!
Descrizioni ad ampio raggio, molto efficaci, dialoghi credibili e personaggi ben definiti. Il tuo modo di rappresentare questa realtà fantascientifica appare così suggestiva da essere quasi inquietante.
Grazie mille Maria Luisa! Mi fa piacere di averti suggestionata, un po’ meno per averti inquietata. 😸
Questo inizio mi ha dato l’immagine di una bella fantascienza “sporca”, una nave Nostromo a strati, ossidata e malaticcia, che ospita passeggeri schiavi controllati da angeli presumibilmente schiavisti.
😀 Beh, ora sono curioso di capire il cosa e il come. ♥ Mi piace! ♥
Che soddisfazione sapere che già dal primo capitolo questa serie è riuscita a prenderti! 😸
Grazie mille Emiliano per la lettura. ❤️
Mi piace sempre molto come riesci a contestualizzare con poche parole un ambiente immenso. Complimenti
Grazie mille Roberto, il dono della sintesi è merito delle 1.000 parole! 😸
Le mille parole sono un punto fermo, saperle sfruttare nel modo giusto è un merito
Mi è sembrato di guardare il buon cinema di fantascienza anni ’80 con quel caratteristico colore ramato e un po’ sgranato della pellicola che ne conferiva un in credibile fascino. Ho visto il ragazzino con i piedi a penzoloni, mentre osservava quello che rimane della terra, probabilmente nemmeno sapendo ciò che essa era prima. Povertà, malattia, fame e morte. Sono veramente ciò che ci aspetta? Saluto questa tua nuova serie come una ventata di freschezza. Il tuo modo di scrivere, così vicino all’uomo, è capace sempre di guardare all’insù.
I film di Fantascienza degli anni ’80 sono degli intramontabili classici e sapere di aver ricreato quell’atmosfera mi rende davvero felice! 😼
Non so cosa ci aspetterà in un futuro… io, purtroppo, faccio parte di quella categoria di scrittori di Sci-Fi che si aspetta sempre il peggio. Eppure voglio ancora sperare; voglio credere che quando non ci sarò più il mondo sarà un luogo migliore di quello che è oggi. Per questo, anche se sono catastrofista, non sempre faccio finire male gli scritti: che sia qui o altrove su altri pianeti, confido nel futuro. 🖤
Grazie Cristiana per la tua sensibilità. ❤️🔥
Interessante episodio di debutto della serie Mary. La seguirò come tutte le altre!! Complimenti!! 👏❤️😊
Grazie mille Alfredo per esserci sempre! 🚀
Bellissimo inizio di serie, e molto ricco di spunti e rimandi. Questo nuovo mondo che ci presenti è già ben delineato, e riconosco i tratti essenziali del tuo scrivere. L’umanità dei tuoi personaggi, la forza che li spinge ad andare avanti, la disparità tra interni ed esterni che mi fa presagire il seguito…non vedo l’ora che arrivi il seguito. Ormai il tuo tratto è inconfondibile garanzia. (Sono alla PC e non ti posso mettere il cuoricino, ma tu fa come l’avessi fatto!)
“Ormai il tuo tratto è inconfondibile garanzia” è uno dei commenti più belli che potessi farmi! ❤️🔥
All’inizio ho avuto un po’ di timore nell’affrontare un nuovo sottogenere e a cambiare stile, ma il tuo commento mi rincuora. È anche grazie a questo genere di supporto che mi sento spronata a sperimentare e a fare di meglio!
Grazie ancora, Dea!! ❤️🔥
“«Sei troppo sensibile per questo mondo, fratello»”
mi unisco a Francesco, anche nei mondi futuri certe cose non cambiano mai …
E fatto ancor più triste, è che anche se guardiamo indietro è sempre stato così.
“Non hanno scelto di nascere negli strati interni, come noi non abbiamo deciso di nascere qui.”
Com’è vecchio e attuale questo futuro!
Dicono che il tempo è un galantuomo, ma, purtroppo, non sempre aggiusta le cose.
Grazie mille Francesco! 😸
Mi unisco ai commenti degli altri lettori, è davvero notevole come in un uno “spazio” così breve tu sia riuscita già a tratteggiare e caratterizzare il mondo in cui si muovono i tuoi personaggi.
…ed è solo una piccola parte del “tutto”.
Grazie Sergio per essere presente! 😸
Quanta ricchezza di immagini e suggestioni in questo tuo primo racconto. Scrittura davvero notevole, complimenti.
Grazie mille Francesco, al prossimo episodio! 😸
Mi unisco agli elogi fatti da Giancarlo: ottimo inizio di una serie che già dal primo episodio suggerisce sviluppi coinvolgenti. Sai che attenderò con la giusta impazienza! Brava! 🌹🌹🌹🌹
Ciao Giuseppe e grazie mille! 🪻
Per tua fortuna la serie è già finita, quindi, salvo imprevisti, uscirà un episodio a settimana! 😸
Hai letto parecchio, Mary. Sento la forza della SF d’autore scorrere potente nelle tue sinapsi. Bellissimo inizio di serie. Interessanti i tantissimi spunti, come i guardiani Serafini, il lavoro che fanno i due fratelli, le malattie legate al lavoro e all’ambiente “esterno”, l’astronave gigantesca e ormai vecchia, che sfrutta un buco nero di cui imbriglia l’energia. E poi la scala di Kardašëv e la sfera di Dyson. Mi mancano solo la teoria della foresta oscura e un tesseratto, e avrai fatto l’en plein. Sento arrivare un’altra serie che seguirò compulsivamente.
Giancarlo, Ma che bellissimo commento che hai fatto! 😻
Hai ragione, mi sono data alla lettura compulsiva e ho studiato parecchio: ho sentito l’esigenza di fare un passo in avanti per evolvere sia gli argomenti trattati che lo stile; di sperimentare. O, almeno, fare un tentativo!
Non si tratterà della classica teoria della foresta oscura, ma il tesseratto… Ehi, niente spoiler! 😼
Grazie ancora e al prossimo episodio! 😸