
Il prezzo del lieto fine – prima parte
Serie: Un destino (S)critto male
Dopo una lunga convalescenza...
- Episodio 1: Inciampi del destino
- Episodio 2: Incontri fortuiti
- Episodio 3: Il Patto di Moirania
- Episodio 4: Protagonista involontaria
- Episodio 5: Una vita da prima pagina
- Episodio 6: Dove il tempo si spezza
- Episodio 7: Trame di vita (prima parte)
- Episodio 8: Trame di vita (seconda parte)
- Episodio 9: Duelli di sguardi
- Episodio 10: Deviazioni non previste
- Episodio 1: Qualcosa è cambiato
- Episodio 2: Il prezzo del lieto fine – prima parte
- Episodio 3: Il prezzo del lieto fine – seconda parte
- Episodio 4: Crepe
STAGIONE 1
STAGIONE 2
“La saggezza viene dal dolore.”
(Eschilo, Agamennone)
Nonostante le proteste e una lista infinita di scuse, mi ritrovai su un volo diretto in Corea con Clara e Talia. Mia sorella, su richiesta di Calliope, era rimasta al mio fianco ben oltre il previsto. La sua nuova missione? Garantire la mia incolumità. Peccato che, in versione amazzone, risultasse tutto fuorché credibile.
Mentre l’aereo prendeva quota, cercai di ignorare il mal di testa in agguato, e il fatto che avevo mentito a tutti. Ufficialmente ero lì per promuovere il mio nuovo libro. Nessuno, neppure Francesco, sospettava la verità. Per ora.
Seoul ci accolse poco dopo il tramonto, avvolta in una luce elettrica e sfacciata. La città sembrava respirare a ritmo accelerato: viali affollati, insegne al neon, grattacieli che lampeggiavano come circuiti elettrici. I cartelloni pubblicitari proiettavano volti perfetti sulle facciate dei palazzi: sorrisi calibrati, occhi troppo grandi e slogan che promettevano una felicità irraggiungibile.
Clara fissava uno di quei volti con lo stesso stupore con cui, anni prima, aveva sfogliato la sua prima rivista di moda. Talia, invece, osservava in silenzio, con gli occhi spalancati e lucidi. Non scende spesso sulla Terra, e tutto quello sfavillio doveva averla colpita più di quanto volesse ammettere.
Il piano originale era esplorare la città, ma la stanchezza ebbe la meglio. Optammo per una cena veloce in albergo.
Talia tamburellava sul menu con le dita.
«Domani vedremo se il protagonista del tuo turbamento merita tutta questa fatica.»
Clara arrossì dalle clavicole alle orecchie. Fissava il piatto come se cercasse un’uscita d’emergenza.
Io alzai gli occhi al cielo e tornai a osservare i neon di Seoul.
La mattina seguente, un’auto ci portò alla sede dell’agenzia di Hyun-woo. La Selene Entertainment occupava l’intero ventiduesimo piano di un grattacielo dalla facciata scura, simile a una lama d’ossidiana piantata nel cuore di Cheongdam-dong. L’aria profumava di un vago aroma floreale. Tutto era ordinato, silenzioso, patinato. Persino le piante sembravano scelte per non disturbare.
Una receptionist ci accompagnò in una sala riunioni con vetrate a tutta parete, affacciate su un tratto grigio del fiume Han. Clara camminava in punta di piedi, come se temesse di rovinare qualcosa. Talia, invece, sembrava pronta a proporre la sua sceneggiatura per il prossimo drama. Io mi limitavo a osservare.
Hyun-woo entrò qualche minuto più tardi, elegante, con l’aria di chi è abituato a stare al centro dell’attenzione.
«Benvenute!»
Quando ci vide, sorrise. Prima abbracciò Clara, poi si rivolse a noi con un piccolo inchino.
«Piacere, Hyun-woo.»
Quando mi tese la mano, il suo sguardo indugiò un attimo sul mio. Lo vidi esitare. La stretta fu breve, ma percepii un fremito. Ritirai la mano troppo in fretta. Hyun-woo si schiarì la voce, fece un passo indietro, come se volesse aumentare la distanza tra noi.
«Ji-seok, il mio manager» aggiunse poi, indicando un uomo in giacca scura, occhiali sottili e un’espressione da algoritmo umano.
Si inchinò a sua volta per poi proseguire con le presentazioni.
Dopo i convenevoli iniziali, la sala riunioni si trasformò in una passerella improvvisata. Io, Clara e Talia eravamo sedute su un divano basso; di fronte, Hyun-woo e Ji-seok occupavano altre poltrone, circondati dal loro team. Tra noi, uno spazio vuoto.
Tre modelli attraversarono quel corridoio immaginario con passo misurato, i tessuti che ondeggiavano sotto la luce fredda delle plafoniere.
Mi chinai verso Clara.
«Bel lavoro» mormorai.
Clara annuì, senza alzare gli occhi. Le dita si strinsero attorno alla borsa, le nocche bianche per la pressione.
Hyun-woo indicò uno degli abiti.
«Questo è perfetto!»
Clara spalancò gli occhi e arrossì.
«Lo provo, così puoi fare gli ultimi ritocchi» disse, con un sorriso rivolto solo a lei.
Senza aggiungere altro, si diresse verso i camerini.
Tutti si alzarono. Il primo a congedarsi fu Ji-seok. Per tutto il tempo mi aveva osservato con interesse, ma non ne compresi il motivo. Feci finta di non notarlo.
«Sbrigati a sistemare il giovane eroe, così possiamo andare a divertirci» esordì Talia.
Clara si voltò verso di me, trattenendo a stento un sorriso.
«Non c’è dubbio che siete sorelle. Avete lo stesso senso dell’umorismo.»
Talia agitò una mano con noncuranza.
«Scherzi? Da quando si è trasferita a Roma, ha perso tutta la sua grazia. Non ha nulla a che vedere con il mio talento.»
Decisi che era meglio tacere: uno scontro tra muse era uno spettacolo che volevo risparmiare al popolo coreano. Mi limitai a fissarla con aria distaccata mentre lei fingeva di studiare l’arredamento.
Quando ricomparve Hyun-woo, Talia mi afferrò per un braccio.
«Ho sete. Vieni a provare il caffè.»
«Cosa?»
«Andiamo! Oggi, sei un po’ lenta.»
Clara e Hyun-woo non ci degnarono di uno sguardo. Erano già altrove, persi l’uno negli occhi dell’altra.
Rientrammo in albergo verso sera, stanche ma troppo agitate per dormire. Clara si lasciò cadere sul letto con un sospiro lungo mentre Talia si toglieva le scarpe con un’espressione teatrale.
«Allora?» chiese. «Hai fatto colpo, o me lo sono immaginata?»
Clara rise piano, ma non sembrava del tutto a suo agio.
«Non lo so. È gentile, disponibile… Quando siamo soli, riesco quasi a pensare che—»
Si interruppe, mordendosi il labbro come per trattenere le parole prima che sfuggissero.
«Che?» incalzò Talia.
«Che prova qualcosa. Ma poi, appena arriva qualcuno, tutto cambia. Diventa più formale, distante. Gli attori, soprattutto quelli con un fanbase invadente, non possono permettersi “distrazioni sentimentali”. La loro carriera si regge sull’illusione di appartenere a tutti… e a nessuno.»
Clara si alzò con un movimento brusco, senza nascondere una certa disillusione.
«Faccio una doccia. Ho bisogno di schiarirmi le idee.»
Si chiuse in bagno, lasciando dietro di sé il profumo dello shampoo e una scia di pensieri sospesi.
«Quella faccia non mi piace. Moirania, non starai pensando di fare qualche stupidaggine?»
Alzai appena le spalle.
«Mi devi ascoltare.»
Il tono si fece più basso, più serio.
«Non puoi riscrivere ogni emozione che non ti piace. Lo sai meglio di me.»
«Non è il finale che avevo in mente.»
«E allora? Fattene una ragione. Fa parte del gioco… della vita.»
Talia si avvicinò di un passo.
«Non puoi proteggerla da tutto. E soprattutto, non puoi intervenire senza pagare il prezzo. Adesso la situazione ti è più chiara.»
La guardai. Non stava più scherzando. Aveva un’espressione dura.
«Le Moire sono già intervenute una volta. Se ti azzardi di nuovo a fare di testa tua…»
Una pausa. Il suono dell’acqua nella doccia sembrava amplificarsi.
«…potresti farti davvero male.»
Serie: Un destino (S)critto male
- Episodio 1: Qualcosa è cambiato
- Episodio 2: Il prezzo del lieto fine – prima parte
- Episodio 3: Il prezzo del lieto fine – seconda parte
- Episodio 4: Crepe
Ciao Tiziana, parto dalle descrizioni: bellissime, vive e dinamiche, mi hai fatto sentire il respiro della città.
Per fortuna, con Moirania c’è una delle sue sorelle, ma sembra che lei non abbia ancora capito quanto sia pericoloso interferire con il destino. Spero non ci sia un finale drammatico in questa storia.
Bravissima come sempre!
Grazie Melania per essere passata e per i complimenti. Non posso svelare il finale, però posso dirti che Moirania è molto testarda, e per imparare la lezione dovranno succedere un po’ di cosette.
la frase finale mi ha messa in allarme…non so come proseguirà, ma temo sia estino che qualcuno si faccia male. “la saggezza viene dal dolore”, ce lo hai anche ricordato ♥
Questa frase rispecchia una consapevolezza che ho acquisito con l’età: le esperienze più difficili ci hanno reso più forti e consapevoli di noi
“«Non puoi riscrivere ogni emozione che non ti piace. Lo sai meglio di me.»”
Fino ad oggi sono stata dalla parte di Moirania, del suo voler cambiare il destino. Faccio parte della schiera “o va come dico io, o non va”. Però, ora mi chiedo: che persone saremmo se andasse sempre tutto come vogliamo noi? non sapremmo quanto è importante cadere e imparare a rialzarsi. Forse hanno ragione le sorelle…e gli dei…ogni tanto è fondamentale anche il dolore. (Eh niente, ormai ogni volta che ti leggo mi parte il mood filosofico ;))
Da quando ho iniziato a progettare questa storia passo il tempo a farmi domande di questo tipo, e ancor peggio, a stressare gli altri con dilemmi sul senso della vita, su come reagirebbero se si trovassero nella situazione di Clara… e tante altre questioni che non sono semplici da trattare😱
Avere due muse per amiche non è una cosa da poco 😅 che invidia! Belli questi episodi…Spero che un regista decida di girare un film ispirato a questa storia, lo vedrei volentieri 🙂
Daiiii? 🤣🤣Che attrici vedi nel ruolo delle protagoniste?
Oh così su due piedi non saprei 😅
Scherzo!!!!🤣🤣
“I cartelloni pubblicitari proiettavano volti perfetti sulle facciate dei palazzi: sorrisi calibrati, occhi troppo grandi e slogan che promettevano una felicità irraggiungibile.Clara fissava uno di quei volti”
È esattamente questo a cui mi riferivo nella risposta al tuo commento al mio racconto. Un luogo che respira, esiste perché è. Un personaggio che guarda e prova un’emozione. Il lettore che ‘vede’ attraverso gli occhi del personaggio. Questo episodio è bello dall’inizio alla fine e soprattutto ben scritto. Il finale contiene la morale che fa da filo conduttore alla storia, la Domanda con la ‘D’ maiuscola. Ma io, che sono un po’ strana, mi sono soffermata a rileggere quella volta in più la descrizione del luogo. Non posso resistere. È la parte di una storia che preferisco. A te, in questo specifico caso, è riuscita particolarmente bene. Bravissima.
Grazie Cristiana per le belle parole❤️
Aspetto qualche altro colpo di scena! Però ad “algoritmo umano” sono morta dal ridere! Hai reso perfettamente l’idea!🤣
Potrei presentarti qualche esempio reale 🤭
Ho la sensazione che il Hyun-woo che stringe la mano a Moirania non sia quello vero. Forse è una strategia degli Dei per raffreddare Clara e proteggere Moirania? Se è come penso, c’è lo zampino di Zeus: lui non ha problemi neanche a diventare Paperino. Ma forse mi sbaglio. Aspetto il prossimo capitolo. Brava come sempre, Tiziana.👏👏👏
No Concetta, mi dispiace contraddirti, ma quel piccolo indizio ha un significato diverso. Però…🤭
Bella scrittura come sempre. Aspetto di leggere la seconda parte.
Grazie! Sperò che ti convinca anche il resto
L’immagine è proprio bella.
Non immagini quanto mi diverta a crearle 😂😂
Io vado ancora alla vecchia e ‘rubo’ da google. Anche se non si potrebbe dire 🙂
Io uso Leonardo Al, scrivo il prompt e mi genera le immagini. In un commento non posso scriverti tutto la disciplina sul copyright, ma in sintesi ti posso dire che le immagini che crei le puoi usare senza problemi
Cara Tiziana, sei la mia ultima e piacevolissima lettura di un sabato sera tranquillo. Aspetto la seconda parte per rileggere e lasciarti il mio feed back 🙂
Grazie, volevo leggere anche il tuo ma ero troppo stanca. Oggi recupero ♥