Il prezzo della verità – prima parte

Serie: Un destino (S)critto male


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Clara e Hyun-woo stanno insieme. Lui è rientrato in Corea per partecipare alle riprese di un film, Clara affronta la sua nuova vita. Sofia invece, ha qualche problema...

«Ahimè! Ora tutto è chiaro: la verità è uscita alla luce!»

Sofocle, Edipo Re

Il ricordo di quel periodo è sfocato, come un sogno che si dissolve all’alba. Non so dire con precisione quando ho capito che qualcosa dentro di me si era rotto. All’inizio era solo un sospetto, un’incrinatura sottile. Con il tempo, quel sospetto si è trasformato in certezza: stavo perdendo il ricordo di “Sofia”. E non era soltanto una questione di memoria. La mia versione umana si stava sgretolando, pezzo dopo pezzo.

Ogni conversazione rischiava di rivelare le mie contraddizioni, ogni gesto era diventato un esercizio di equilibrio sul filo sottile del tempo. Sentivo che qualcosa di grave stava per succedere.

Diradai le mie apparizioni pubbliche. Mi nascosi dietro scuse ben costruite: viaggi di lavoro, visite familiari. Piccoli stratagemmi, abbastanza credibili da non destare sospetti. Nemmeno Clara sembrava notare davvero la mia assenza.

Era immersa nella sua nuova vita: una carriera in ascesa e un amore a distanza da coltivare con tutta l’energia che possedeva.

Ma non tutti si limitavano a osservare da lontano. C’era la solita divinità impicciona, pronta a infilarsi tra le pieghe della sua giornata.

«Che effetto fa essere una donna di successo e innamorata?»

Il profumo di caffè tostato si mescolava a quello delle crêpe alla vaniglia. Clara girava il cucchiaino nella tazza, mentre Lorenzo la osservava da sopra il bordo della sua.

Clara tossì. Il caffè le andò di traverso. Una goccia macchiò il polsino della camicia.

«Accidenti…» imprecò sottovoce, mentre tamponava la macchia con un tovagliolo. «La vita è più complicata del solito. Ho tutti gli occhi puntati addosso.»

«Sofia che dice?»

«Non la vedo da un po’. Ci sentiamo solo per messaggio. È molto impegnata, non riusciamo a beccarci nemmeno per un caffè.»

Lorenzo alzò le spalle. «La solita storia!»

«Tra una cosa e l’altra, mi sono pure dimenticata di aggiornarla sulle condizioni del nonno. Sembrava molto preoccupata, l’ultima volta che gliene ho parlato.»

«Sta male?»

«È complicato. È convinto che io sia nei guai. Mi chiede se ho bisogno di soldi, si preoccupa perché crede che ci siano “persone cattive che mi fanno piangere”. A volte mi scambia per la nonna.»

«Alzheimer?»

Clara annuì poi proseguì con un filo di voce: «Confonde il passato con il presente. Ma alcune sue ossessioni sembrano… più singolari.»

Frugò nella borsa e tirò fuori un ritaglio di giornale.

Lorenzo lo prese con disinvoltura, ma quando lo aprì, il suo volto cambiò.

«Chi te l’ha dato?»

«L’ho trovato in un cassetto, a casa dei nonni. Mio nonno lo custodiva come un tesoro. Poi… se ne è dimenticato. Penso sia uno scherzo di un vecchio alunno.»

Lorenzo ripiegò il foglio con una cura quasi maniacale.

«È plausibile. In fondo, sei sempre stata un po’ ossessionata dal bell’attore coreano.»

Fece un mezzo sorriso, ma la sua espressione era indecifrabile.

«Non dargli troppo peso. Hai altro a cui pensare.»

Clara si alzò di scatto, colta da un’improvvisa illuminazione.

«L’avevo quasi dimenticato… Ho un meeting con l’ufficio vendite.»

«Vai tranquilla. Devo andare anch’io. Vado a salutare la mammina. Non la vedo da un po’.»

«Ci vediamo al tuo ritorno?» chiese Clara, già diretta verso gli ascensori.

«Certo tesoro.»

Lorenzo la seguì con lo sguardo, poi si alzò con calma. Attraversò la sala, e quando superò le colonne marmoree al lato del bancone… scomparve.

Quella sera, Clara sembrava più serena. Lorenzo era riuscito a farle dimenticare, per un momento, quella sensazione che qualcosa non tornasse.

Stava sistemando la cucina quando sentì la notifica di un messaggio:

Hyun-woo: Ciao fata, sei già andata a dormire?

Clara: No, ho appena finito di cenare. Tu?

Hyun-woo: Sto facendo colazione.

Clara: Devi girare anche oggi?

Hyun-woo: Riposo! Ieri abbiamo lavorato duro… vuoi vedere l’ultima scena che abbiamo girato?

Clara: Sì!! Sono curiosa…

Arrivò il video.

Hyun-woo usciva da un hotel di lusso, scortato da guardie del corpo. Una folla urlante lo attendeva all’ingresso. Una ragazza, spinta dalla calca, cade. Lui si ferma. Si china. Le parla. Lo stesso sguardo. Lo stesso gesto.

Quei pochi fotogrammi raccontavano una storia identica a quella descritta nell’articolo di giornale.

Hyun-woo: Devo andare! È arrivato Ji-seok. Ci sentiamo più tardi così mi dici cosa ne pensi. Baci

Clara sentì un nodo serrarsi nello stomaco. Non dormì per tutta la notte.

Dalle mie parti si dice che chi cerca risposte nella notte finisce per trasformarsi in una Furia. Clara ne vide una allo specchio del suo bagno, al mattino. Una doccia. Una spazzolata ai capelli. E sembrava di nuovo lei. Sembrava.

Corse da me.

Nessuna chiamata. Nessun messaggio. Solo un campanello e un battito insistente dietro la porta.

Non risposi. Lei provò ad aprire. Non era chiusa a chiave. Entrò.

«Sofia!»

L’interno era immerso nella penombra. Sul tavolo, una tazza mezza piena e uno specchio rotto.

«Sofia!»

Potevo sentire il battito accelerato del suo cuore. Speravo che se ne andasse. Che rinunciasse. Ma non si arrese.

«Ci sei?»

«Sì.»

Entrò in camera. Ero seduta alla toeletta. Lo specchio incrinato quel tanto che bastava a impedire il riflesso.

«Scusa se sono piombata qui all’improvviso… è successa una cosa strana, e non sapevo con chi parlarne.»

In quel momento avrei voluto urlarle di andarsene. Non potevo occuparmi dei suoi problemi. Ne avevo fin troppi di miei da gestire. Feci un lungo e profondo respiro prima di rispondere.

«Dimmi.»

Clara parlava in fretta, le frasi si accavallavano, confuse.

«Il nonno ha ragione. Mi è successo qualcosa di grave… che forse non ricordo. E la cosa più assurda non è che non lo ricordi… o meglio, non solo quello. C’è un articolo… poi Hyun-woo mi ha mandato un video. Le due cose coincidono.»

Mi voltai. Ogni movimento era una sfida. Pregai tutti gli dèi dell’Olimpo di tenermi ancorata a quella forma.

«Non stai bene?» chiese, notando il mio pallore.

«Ho passato giorni migliori.»

Mi porse il foglio. Lo aprii. Ebbi un sussulto. Lei allungò una mano per sostenermi, ma evitai il contatto.

«Potrebbe essere un fotomontaggio» mormorai, senza convinzione.

«Lo pensavo anch’io. Poi ho visto il video.»

Mi passò il cellulare.

Guardai.

E fu come rivedere un ricordo che avevo tentato di seppellire tra le sabbie del tempo.

Clara continuava a parlare, cercava una logica.

«Non è ambientato a Roma, certo… ma la scena è la stessa. È identica. Ma io… io non c’ero. Ne sono sicura.»

Le sue parole mi colpivano come frecce.

(Continua)

Serie: Un destino (S)critto male


Avete messo Mi Piace5 apprezzamentiPubblicato in Fantasy

Discussioni

  1. Un episodio appassionante. Mi incuriosisce sempre piú scoprire come se la caveranno le due protagoniste di questa storia.
    Ammiro chi riesce a rendere avvincenti e quasi plausibili le storie fantasy.

    1. Ciao Maria Luisa, volevo pubblicare la seconda parte oggi per darvi modo di avere una idea più precisa dell evolversi della vicenda, ma i vari blocchi non me lo permettono. Grazie, comunque, per essere passata e per il tempo che mi hai dedicato

  2. Ciao Tiziana, mi piacciono tanto i dettagli sensoriali che metti in ogni episodio, come il profumo di caffè e di vaniglia.
    A quanto pare, la verità sta venendo a galla. Sono contenta che Moirania non sia l’unica alleata di Clara (anche perché ho un debole per Lorenzo, ma come darmi torto con un dio😂). Però, ho l’impressione che Clara stia prendendo maggiore consapevolezza, forse riuscirà a salvarsi da sola e a dare anche una grossa mano a Sofia.
    Bravissima!!

    1. Ciao Melania, ci siamo avvicinando al prossimo punto di svolta😉 Nell’episodio di avvio della terza stagione Lorenzo giocherà un ruolo determinante.( piccolo spoiler!) Non vedo l’ora di definire i dettagli.
      Grazie per i complimenti e per il tempo che mi dedichi.

  3. “Lorenzo ripiegò il foglio con una cura quasi maniacale.”
    Questo gesto è perfetto per l’occasione, si presenta vivido a chi legge ed è calzante al personaggio. E’ in credibile come le parole più semplici dette nel modo giusto disegnino dei quadri

    1. Il personaggio di Lorenzo, in principio l’avevo immaginato diverso. Ho notato che sta acquistando una personalità davvero interessante. Un simpatico rompiscatole🤭 ( usei altre parola ma la redazione mi censurerebbe all’istante!!!)