
Il senso dell’amore
Serie: Lascia che passi la notte
- Episodio 1: La paura del ritorno
- Episodio 2: Ann
- Episodio 3: Via di fuga
- Episodio 4: Quasi Natale
- Episodio 5: Lasciare andare
- Episodio 6: Incompresa
- Episodio 7: La bussola per tornare a casa
- Episodio 8: Il tempo adatto per un addio
- Episodio 9: Milano-Bruxelles
- Episodio 10: Stereotipi
- Episodio 1: Allusioni e fastidi
- Episodio 2: Il senso dell’amore
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Gennaio 2022
La porta si aprì senza rumore e un profumo di pulito e di lavanda accolse Annalisa all’interno. Posò i bagagli sul finto parquet grigio, si liberò delle scarpe e si guardò intorno.
L’ambiente era davvero piccolo: un divano scamosciato grigio fumo, uno spesso tappeto antracite, un mobile con due ante laterali e una grossa nicchia al centro per la tv. Le pareti erano dipinte di grigio perla, con appesi un paio di quadri di arte astratta e una veduta dall’alto di Tokyo al tramonto. L’angolo cottura era composto da mobili grigio scuro con rifiniture in inox e elettrodomestici di ultima generazione. Sul tavolo da pranzo c’era un recipiente in vetro colmo di frutti piccoli e verdi, simili alle prugne.
Dal lato opposto dell’ingresso, nascosta da un paravento tortora, c’era la zona notte. Nulla più di un letto a una piazza e mezzo coperto da un copriletto con foglie argento, un comodino e un armadio dalle linee squadrate.
Annalisa lasciò per ultimo il bagno, immaginando già il colore. Quante sfumature di grigio esistevano? Chi aveva arredato quel monolocale doveva conoscerle tutte.
La porta si aprì su un ambiente privo di finestra e dal lieve odore di disinfettante, con piastrelle color ardesia, una doccia, uno specchio con la cornice in finto legno e un grosso lavabo dalla base rettangolare.
Annalisa tornò in cucina e aprì il frigo, convinta di trovarlo vuoto. Invece, dentro c’erano due confezioni di budino (il dolce che associava agli ospedali), una di tofu, delle verdure molto somiglianti alle carote, una zucca dalla buccia verde e dei cipollotti. Almeno non sarebbe dovuta uscire per mangiare qualcosa. Al momento, però, sentiva più la necessità di una lunga doccia.
Si lasciò cadere sul divano e prese il telefono. “Sei sveglio?”
Neanche cinque minuti dopo, arrivò il messaggio con la risposta di suo marito. “Sì, ti va di chiamarmi?”
Si rese conto che aveva bisogno di ascoltare il timbro rassicurante di Sebastiano. Non sentiva la sua mancanza, ma l’incontro con Andrew l’aveva destabilizzata. Era come se un colpo di vento avesse sfogliato all’indietro le pagine della sua vita, riportandola davanti ad Alex. Non era pronta per quello.
“Ciao Anna.” La voce di suo marito sapeva di sonno, era morbida e dolce.
Chiuse un attimo gli occhi, poggiando la testa sullo schienale e distendendo le gambe. Il tappeto le accarezzò le piante dei piedi. “Dovresti essere a dormire a quest’ora.”
“Sono a letto, infatti.”
Ma eri in pensiero per me e ti manca non avermi accanto sdraiata. “Vale?”
Percepì un sorriso nella voce di lui. “Voleva rimanere a dormire dai miei. C’erano anche i suoi cugini a cena, figurati.”
“Ha chiesto di me?” Non sapeva se desiderare un sì come risposta.
“Certo, ma era tranquillo, non ti preoccupare.”
Lo so, non ha bisogno di una mamma che è scappata dall’altra parte del mondo perché si sentiva soffocare. Annalisa alzò le gambe e le piegò di lato sul divano.
“Come è andato il viaggio? Sei già nell’appartamento?”
“Chiamarlo così è un eufemismo, è parecchio piccolo, ma non manca niente.”
“Bene, mandami qualche foto.” Un lieve fruscio, come se avesse cambiato posizione nel letto. “Chi ti è venuto a prendere?”
Ecco la domanda fatidica! Annalisa chiuse gli occhi e si massaggiò la fronte. Il mal di testa era aumentato di colpo. “Un mio collega.”
Un’esitazione dall’altro lato. “Un tipo a posto?”
Che cosa le stava chiedendo? Se era stato educato, simpatico o se era giovane e attraente? Se aveva motivo di esserne geloso. “Abbiamo parlato poco. I giapponesi non danno molta confidenza.”
“Meglio così” rise lui.
Annalisa ringraziò di aver scelto una chiamata normale, così che Sebastiano non potesse vederla in viso. Avrebbe riconosciuto imbarazzo e vergogna.
Sai, ci sono un mucchio di stereotipi sui giapponesi. Non sono tutti bassi, brutti e riservati. Peccato, lo avrei preferito. Non sono venuta qui per avere delle complicazioni.
Alex non l’aveva mai lasciata, ma aveva imparato a convivere con il suo ricordo, a non guardare più le loro foto, a evitare di ascoltare le loro canzoni. Non aveva mai più incontrato uno come lui, perché Alex era unico. Come poteva far vacillare le sue convinzioni un viaggio in macchina di mezz’ora con uno sconosciuto dallo sguardo penetrante e la lingua lunga?
Sebastiano parlava e lei gli rispondeva in automatico, la concentrazione altrove. Doveva essere colpa del lungo viaggio e del fuso orario, la stanchezza l’aveva resa più suscettibile a provocazioni che, forse, neanche avevano un secondo fine. Era una spiegazione sensata e rassicurante. Andrew non era Alex, non avrebbe mai ricoperto un ruolo di primo piano nella sua vita. Lo avrebbe trattato con la stessa freddezza cortese che rivolgeva a quasi tutti i suoi colleghi.
“Ti amo” si sentì dire da Sebastiano.
“Anche io.” Così poteva dirlo. Con migliaia di chilometri di mezzo e senza guardarlo negli occhi, quelle parole pesavano in modo diverso. “Dai, cerca di dormire un po’.”
“Credo che lo farò” rispose lui trattenendo uno sbadiglio.
“Allora buonanotte.”
“Anna?” La fermò, una nota di urgenza nella voce. “Quello che ti ho detto in aeroporto è vero. Io ti aspetterò sempre. Non c’è niente che non possa superare per te.”
Annalisa chiuse gli occhi e deglutì. Non erano casuali quelle parole. Poteva ingannare chiunque, anche sé stessa, ma Sebastiano no. Era sempre stato capace di leggerle dentro.
“In qualche modo andrà bene” mormorò lei, senza quasi rendersene conto.
“In qualche modo andrà bene” ripeté lui.
Annalisa chiuse la chiamata e si lasciò scivolare il telefono dalla mano.
Forse, il senso dell’amore era quello. Affidare il proprio cuore a un’altra persona, scorgere la sua oscurità e fidarsi lo stesso.
Serie: Lascia che passi la notte
- Episodio 1: Allusioni e fastidi
- Episodio 2: Il senso dell’amore
Ho avuto una sensazione simile a quella di Cristiana, per la prima volta ho percepito Sebastiano come “attivo” dentro la storia. Sta cambiando, come d’altronde Annalisa ha già iniziato a fare. Ma in questo episodio sembra voglia reclamare il suo posto, il suo diritto ad esserci ancora. Forse ha percepito cosa sta per accadere alla moglie lontana, e da casa lotta come può. Molto bello il finale, quel ti amo che quasi scappa da solo, l’eco dell’andrà bene che suona come una speranza ma ha già in se un retrogusto amaro.
Grazie di cuore Dea, un commento molto incoraggiante♥️
“Forse, il senso dell’amore era quello. Affidare il proprio cuore a un’altra persona, scorgere la sua oscurità e fidarsi lo stesso.”
Bel quesito 🤔
😊
Non conosco la storia ma sei molto brava a trascinare il lettore dentro la storia. Le descrizioni sono chiare, i dialoghi realistici. Ora devo riprendere la storia dal principio per capire la trama
Ciao Tiziana, grazie mille per essere venuta a leggere una mia storia e per i complimenti!
Cara Melania, il modo in cui stai ‘perfezionando’ il personaggio del marito è veramente particolare. Pur trovandosi in disparte all’interno della storia, nell’angolo in cui lei lo ha voluto mettere come in una sorta di stand by, si percepisce il suo ‘potere’ crescere di capitolo in capitolo. Avevo avuto l’impressione di guardarlo attraverso gli occhi di lei, invece mi rendo conto che ha una vita propria, un suo agire, un carattere ben definito che è in grado di influenzare le decisioni e anche l’umore della protagonista. Allo stesso modo, questo nuovo collega ha su di lei una forte influenza. La mia impressione è che Annalisa sia alla ricerca di se stessa al punto tale da non riuscire a guadagnarsi davvero quell’indipendenza che tanto desidera. C’è molto di irrisolto in lei e questo la rende un personaggio molto bello, una donna vera, con tutte le sue insicurezze e il peso delle decisioni prese. Ancora una volta, a mio avviso, hai fatto centro. Davvero molto brava.
Ciao Cristiana, grazie per questo lungo e bellissimo commento.
Una delle difficoltà di questa serie è dare personalità a Sebastiano, renderlo protagonista quanto Annalisa. Per questo quello che hai scritto mi fa sentire sulla strada giusta. Grazie di cuore!
Ciao Melania! Una volta lessi scritta su un muro una frase attribuita a Bob Marley: “La verità è che tutti ti faranno del male. Devi solo trovare quelli per qui vale la pena soffrire”. Non so se è davvero sua (io odio la musica di Bob Marley😒), ma è comunque molto bella. E si addice parecchio a Sebastiano😊
Ciao Nicholas, grazie!
Non conoscevo questa frase, è molto bella e adatta a Sebastiano.
La descrizione del mini appartamento con tante sfumature di grigio rende l’immagine dell’ambiente molto chiara e adeguata al luogo di appartenenenza. I comportamenti dei personaggi possono sembrare contradditori o discutibili, a seconda dei punti di vista. Io direi che rispecchiano molto bene la complessità e le incongruenze della natura umana. Una serie che continua a incuriosirmi.
Ciao Maria Luisa, ti ringrazio tanto per questo bel commento. La complessità della natura umana è proprio quello che sto cercando di rendere, sono felice che qualcosa stia arrivando.
Che voglia di dire cose che mi farebbero odiare (dalle donne)😜. Ma con un marito così come si può vacillare per un estraneo che ti ha detto una decina di parole quasi tutte maliziose? E lo ha sposato, ci ha fatto un figlio: non so se inganna più lui o se stessa. Mi chiedo quale sarebbe il giudizio se il protagonista di questa fragilità esistenziale e caratteriale fosse un uomo. Però è scritto benissimo e la curiosità su come e quando (e se) ne uscirà è altissima.
Ciao Giuseppe, ho creato una protagonista antipatica😂Più che lo sconosciuto, a mettere in crisi Annalisa è stata la somiglianza con una persona molto importante per lei. La sua fragilità è motivata, per quanto possa risultare incomprensibile e sgradevole il suo comportamento. Lascerò a te giudicare, se avrai voglia di continuare a seguirmi. Grazie come sempre!
Ma non è antipatica, poverina! Confusa sull’amore e sulla vita, anche leggerina ma sono convinto che cercherà di uscirne, se comincia ad amarsi veramente. 🌹
Vedremo…grazie Giuseppe!
Bel capitolo. Molte attese.
Ciao Rocco, grazie mille!
Scorgere l’oscurità di un’altra persona e fidarsi lo stesso: sono d’accordo (in certi casi non si può fare altro, in effetti). Sono davvero curiosa di scoprire cosa accadrà con quel giapponese! Non so se tifare per il marito o per lui 🤔😅
Ciao Arianna, ti ringrazio! Vedremo chi preferirai strada facendo😉