Il Sole è malato

Serie: IL PIANETA A STRATI


Loi ciondolò i piedi nel vuoto. Guardò sotto di sè gli strati inferiori, poi alzò lo sguardo e osservò la Thrones con il suo buco nero sorvegliare l'umanità.

Loi si assicurò all’imbragatura per poi calarsi dal grattacielo alto ottocento metri. Durante la discesa le sferzate del vento lo sbilanciarono più e più volte rischiando di far cadere il prezioso bottino: un paio di MicroRAM e ditali per il controllo degli ologrammi.

«È tutto vuoto lassù?» domandò un altro operaio affiancandosi.

«Sì, non è rimasto niente.»

Dai vetri opacizzati dalle polveri si potevano vedere gli Smontatori intenti a prelevare qualsiasi oggetto di natura tecnologica. C’era chi si occupava degli hardware e chi dei software, chi demoliva i muri per prelevarne i cavi all’interno, altri intenti a buttare fuori dalle finestre gli involucri di plastica che contenevano tutto ciò.

Loi si fermò ad osservare uno dei lavoratori che aveva difficoltà nell’agganciare al montacarichi un paio di oggetti. Fu sufficiente quella manciata di secondi di distrazione per attirare uno dei Serafini: il raggio scanner da verde diventò rosso, salì settecento metri in pochi attimi e si affiancò al bersaglio. Il ragazzo si riflesse nell’elegante corpo bianco cromato della macchina alta tre metri e dalle forme sinuose. La testa, un rettangolo dagli angoli arrotondati, si sporse verso Loi intimandolo a lavorare senza emettere un suono. Intanto che ricominciò la discesa, il Serafino puntò lo Smontatore in difficoltà all’interno del grattacielo. Supplicò il guardiano affinché avesse pietà, ma così non fu.

«Prosegui. Chiudi gli occhi e le orecchie. Non sta accadendo a te» sussurrò un operaio a Loi mentre usciva da una finestra due piani sotto.

Tornato con i piedi a terra, Loi si avviò per portare il bottino al centro di smistamento. I macchinari, uno ad uno, si spensero ed il silenzio iniziò a prendere il sopravvento. I Becchini e gli Spazzini, ossia coloro che nella notte avrebbero smaltito gli scheletri di plastica, incrociarono gli ultimi Smontatori. Alle loro spalle i nudi ecomostri svettavano da nubi color rame dietro al calare di un Sole scarlatto.

Il Sole è malato.

Pensò Loi riferendosi ad un detto popolare: ogni volta che il tramonto si tingeva di rosso, significava che qualcuno era tornato alle stelle. Ed il tramonto era rosso ogni giorno.

«No!»

In lontananza l’urlo di un giovane lo destò dai suoi pensieri: un secondo ragazzo, amico del primo, era riverso a terra morto di stenti. Un Serafino si avvicinò ai due e li bersagliò.

«Fallo! Fallo, figlio di puttana!» gridò il ragazzo con la bava alla bocca.

Loi rimase pietrificato.

«Vieni via, fatti i cazzi tuoi. Non sta accadendo a te.»

Andrea prese il fratello da sotto un’ascella, lo spinse con forza dalla parte opposta e gli diede un calcio nel sedere obbligandolo a camminare. Occhi fissi a terra, svuotato di ogni emozione ad eccezione della paura, Loi passo dopo passo avanzò.

Altri uomini intervennero e l’insorgere di una rivolta portò tre Serafini ad aprire le sei ali: sulle punte delle piume cromate gli eiettori si prepararono ad emettere raggi laser. A quel punto gli umani s’inginocchiarono per chiedere misericordia, ma non fu concessa.

Il Sole è malato.

Serie: IL PIANETA A STRATI


Avete messo Mi Piace6 apprezzamentiPubblicato in Sci-Fi

Discussioni

  1. Questo racconto – la sua conclusione – è speculare a I Promessi Sposi: diversi tipi di peste, una madre che trasporta Cecilia, Andrea che trasporta il fratello. Siamo in epoche diverse, è questa la differenza? No, per Manzoni la misericordia è al centro di tutto (Benedici il tuo nemico), per Mary la misericordia non viene concessa. Se ci guardiamo intorno, vediamo che ha ragione lei.

    1. Questo è uno dei comenti più belli che io abbia ricevuto sotto questa serie, cara Francesca! ❤️‍🔥
      Riesci sempre ad aggiungere qualcosa, a far fare un salto di qualità culturale a ciò che leggi.
      Nuovo spunto per un confronto? Probabile, e mi piace! 😼

  2. Tutto cambia in questa immaginaria realtà del futuro, il vecchio mondo scompare, ma la malvagità resta anche nel nuovo mondo, a quanto pare. Le figure dai nomi angelici sembrano tutt’altro che benevole. Alla cattiveria non ci sarà mai fine?

    1. Purtroppo non so rispondere alla tua domanda… la speranza di andare verso un mondo migliore c’è sempre, ma, catastrofista quale sono, ho più di un paio di dubbi.
      Grazie per la lettura!

    1. Ciao Emiliano! 😸
      Prima di tutto grazie per aver letto il capitolo.
      Per quanto riguarda il disegno… inutile dire quanto mi piaccia! 😻
      Sono esattamente come dovrebbero essere, quindi ci meritiamo entrambi una pacca sulla spalla: io per essere riuscita a trasmettere l’aspetto dei Serafini e tu per averlo colto così nel dettaglio disegnando un piccolo tesoro!
      Grazie ancora! ❤️

  3. Episodio intenso e toccante, la scrittura è diretta e senza sconti, e si adatta perfettamente alla storia. Ne avevamo già parlato, mi piace molto questa abilità che hai di adattare lo stile a ciò che stai raccontando, un po come scegliere l’abito giusti per ogni occasione ☺️
    È notevole e spicca anche il grande lavoro di precisione e ricerca di sottofondo, il tuo modo di curare i dettagli, costruire ogni mondo senza trascurare una virgola…davvero davvero brava. ❤️❤️❤️

    1. Cambiare stile come un serpente cambia la pelle è uno dei traguardi che mi piacerebbe raggiungere, un piccolo obbiettivo.
      Questa serie è stata una sfida soprattutto per la costruzione del mondo, essendoci un limite piú basso di parole a disposizione. Ho dovuto imparare a concentrare e inglobare le descrizioni nelle azioni dei personaggi, ma ora mi rendo conto che è stato un ulteriore passo in avanti.
      Grazie cara Dea per viaggiare nei miei mondi. ❤️‍🔥

  4. “Prosegui. Chiudi gli occhi e le orecchie. Non sta accadendo a te» sussurrò un operaio a Loi “
    Crudissimo questo passaggio, e mi è piaciuto. Loi ha ancora in sé una purezza, un energia, intorno ogni cosa presagire il.peggio, eppure la sua figura mi da speranza.

  5. “Il Sole è malato”
    Questa frase mi ha ricordato ciò che andiamo dicendo spesso amche noi, ormai…come nell’episodio precedente, nei tuoi scritti c è sempre qualcosa che si ricollega o ci ricorda il nostro modno, e il nostro essere umani. Questo rende tutto più concreto, e credibile. Riesci a azzerare le distanze tra realtà e finzione.

    1. Mi piace esplorare tutti i modi possibili in cui l’essere umano arriverà a distruggere il nostro meraviglioso pianeta; perchè prima o poi ci riuscirà, bisogna capire quando.
      Sì, non sono pessimista, sono proprio catastrofista! 😹

  6. Stavo pensando che ci starebbe bene la collaborazione di un disegnatore. Sarebbe bello avere le immagini degli ecomostri che svettano da nubi color rame e dei serafini con le ali spiegate.
    Le descrizioni sono, come sempre, il tuo punto forte.

  7. Molto calzante la scelta dei Serafini come angeli dotati di laser. La loro sovrabbondante energia e il loro “ardore” è descritto nei libri sacri come in grado di bruciare tutti gli esseri di livello inferiore al loro. Le sei ali sono ricoperte di occhi, dai quali fuoriesce il loro ardore.
    Molto bello tutto l’episodio, con questo ambiente post-apocalittico in cui gli esseri umani sono impegnati in attività di espoliazione delle rovine dell’antica civiltà che li ha portati alla rovina.
    Il ruolo di guardiani e di aguzzini delle macchine fa presagire un futuro cyberpunk governato con la forza dalle macchine, un po’ alla matrix ma non solo. Complimenti, alto livello.

    1. Giancarlo, ti ringrazio sia per i complimenti che per aver colto lo studio che c’è dietro a questo racconto (non avevo dubbi che lo avresti notato). 😸
      In realtà non toccherò il ramo del Cyberpunk e il tema “macchine” sarà presente solo nei primi capitoli (e sfiorato in quelli centrali), il resto verterà su tutt’altro. Nel tuo primo commento, tra Tesseratto e Paradosso di Fermi eri andato un po’ più vicino alla soluzione. 😼
      I tuoi commenti sono di alto livello. 😸

  8. Un racconto crudo e potente che mi ricorda le atmosfere ocra e polvere di Cobalto. L’eterna lotta fra l’uomo e le macchine che tu sai raccontare così bene. Molto efficaci, affascinanti e spaventose allo stesso tempo, le figure dei Serafini che puniscono un’umanità che sembra non avere mai via di uscita se non in se stessa. Mary, sei sempre più brava.

    1. Cara Cristiana, intanto ti ringrazio di esserci sempre e per ricordarmi che sono sulla buona strada. ❤️‍🔥
      Purtroppo (o per fortuna) questa serie si fermerà al prossimo capitolo in vista del cartaceo. Ciò che posso dire, senza fare troppi spoiler, è che non compaiono solo i Serafini come tipologie di “angeli” e la trama non è incentrata sui rapporti uomo-macchina.
      Ma questo, si scoprirà a tempo debito. 😼

  9. Crudo, duro come deve essere visto l’ambiente (stupendamente) creato. Intrigante questa umanità schiavizzata, apre a molte possibilità. Bravissima Mary, come sempre.🌹🌹🌹
    Dovrebbe essere il secondo episodio della serie ma non appare accodato, verifica sia tutto ok!

    1. Grazie mille Giuseppe! 🪻🪻

      In realtà lo “stacco” è stato voluto in quanto l’arternativa sarebbe stata scrivere del tragitto di Loi dal bordo del collettore al grattacielo, che s’imbraga, sale, inizia a lavorare… il mio timore è stato incappare in un lungo spiegone che non avrebbe aggiunto nulla nè alla trama nè all’ambiente/contesto.
      Sicura è una cosa: il tuo commento è prezioso e sarà un punto di discussione in fase di editing. 😼