
Il Sospetto
Serie: Città Metafisica
- Episodio 1: La Grande Riflessione
- Episodio 2: Il Dubbio
- Episodio 3: L’Artigiano
- Episodio 4: La Decisione
- Episodio 5: Il Sospetto
- Episodio 6: La Scoperta
- Episodio 7: La Scelta
- Episodio 8: Partenza per Turenz
- Episodio 9: Il Percorso
- Episodio 10: La Sfida
STAGIONE 1
(Scritto in collaborazione con Sabrina De Martini)
Appunto Di Viaggio Ventidue
Lui è intento a servire quello che sembra essere un superalcolico. Forse hanno cenato insieme ed ora si godono qualche chiacchiera. Dei suoi ospiti riesco solo a scorgere le calzature, le mani e parte della nuca. Uno dei due sembra il più anziano del gruppo. Per ore intere non accade nulla. La conversazione sembra scorrere tranquillamente tra alcol e sigari.
Ad un certo punto il Rielli si allontana per poi ripresentarsi ai due con una cesta piena di trecce infiocchettate. Le mostra ad una ad una. Le scioglie e le fa passare fra le dita, quasi a dimostrare quanto siano morbide e disciplinate. Tutti sembrano gradire la qualità di quei capelli e penso stiano scegliendo le chiome per una nuova collezione di bambole. Dopo qualche istante arrivano le strette di mano ed i saluti di congedo.
Per la strada non vedo nessuno. Forse gli ospiti sono a bordo del taxi che ha appena svoltato dietro l’angolo della bottega, ma tutto subito non me ne curo perché il Rielli, ora, è solo.
Sono le 23.00 passate e lui è tornato alla poltrona per concedersi ancora un goccio di superalcolico mentre termina comodamente il sigaro. Aspetto e nel frattempo sbircio su un telefono cellulare la pagina delle “notizie cittadine”. Uno sguardo alla bottega ed uno sguardo veloce agli articoli fintantoché l’attenzione cade sul titolo “All’Istituto aspettano tutti Lucio Volterra: non si hanno più sue notizie dalle vacanze estive”. Incuriosita, leggo la storia e scopro che si tratta di uno studente del secondo anno del prestigioso Istituto di Proclassica.
Ragazzo intelligente ma con qualche problema di condotta a scuola, si sarebbe dovuto presentare prima dell’inizio dell’anno scolastico per sostenere gli esami di riparazione di “Educazione Civica del nuovo cittadino” ed “Educazione alla Religione”. Scrivono che probabilmente, per dare seguito alla sua natura ribelle ed anticonformista, avrà deciso di non tornare più a studiare per vivere in libertà un viaggio alla scoperta del mondo.
I familiari, però, non si rassegnano a questa versione e stanno cercando delle risposte. Leggo che l’ultima volta che lo hanno visto indossava dei jeans scuri, una camicia a maniche lunghe blu a fiorellini chiari ed un giubbotto di pelle color “cuoio vintage”. Ai piedi calzature stringate blu.
Tutto subito solidarizzo con il ragazzo. Penso che sarei scappata anch’io da un ambiente così soffocante, anacronistico e finto. Poi, pensando all’atmosfera surreale che si respira in questa città, capisco che, forse, i dubbi dei genitori hanno un fondamento. È come se ci fossero più strati di realtà. In superficie sembra tutto perfetto, efficiente, funzionante, ma poi ci si rende conto che gli scambi reali fra le persone, effettivamente, non ci sono. Sembra un set cinematografico dove tutti recitano una parte.
Solo ora mi rendo conto che le frequentazioni più arricchenti e stimolanti le ho avute nei sotterranei con degli animali, con delle statue e persino con dei soggetti dipinti che hanno preso inspiegabilmente vita. È tutto così assurdo che dubito della mia salute mentale.
Appunto Di Viaggio Ventitre
E’ mezzanotte e Olmo Rielli percorre una scala che lo porta nei locali delle cantine. Vedo che entra nella cantina della mensa dell’Istituto, ma oltre la grande porta che si lascia chiudere alle spalle, non riesco più a scorgere nulla. Dopo circa quaranta minuti lo vedo uscire con una scatola.
Chiude, spegne tutto e risale alla bottega. Su uno dei grandi tavoli posti accanto alle scaffalature appoggia la scatola e ne tira fuori il contenuto. Nell’ordine vedo comparire un vestito in velluto rosso taglia media, un coordinato intimo color crema e un foulard a fantasia floreale bianco e rosso. Dopodiché prende un paio di forbici ed inizia a tagliare; tagliare e cucire con dovizia fino a creare un abitino rosso dalla gonna ampia e vaporosa. Con il foulard è riuscito a confezionare colletto e polsini del vestitino, mentre il pizzo del coordinato intimo diviene fiocco per capelli.
Infine, ecco che prende dalla cesta una delle trecce fatte vedere agli ospiti e la disfa. Con maestria inserisce i capelli nella nuca nuda della bambolina e, con un uncinetto, crea una chioma rigogliosa.
Dopo quasi sei ore il giocattolo si può dire completato. Non manca nulla: scarpine ed accessori compresi. Ritengo che il risultato sia straordinario, ma lui sembra non curarsene. Ripone la nuova bambolina su uno scaffale libero ed estrae da un cassetto un ciondolo. A quel punto il mio respiro si blocca e sento un batticuore così forte che temo possa sentirmi persino lui.
Non ho più tempo, devo ritirare tutto quello che ho usato durante la notte. Non deve restare traccia della mia presenza qui. Sta per arrivare la squadra delle pulizie e devo scendere ai piani inferiori. Sapendo che inizieranno a pulire prima i bagni, mi nascondo nella guardiola del custode della biblioteca. È vicino all’ingresso principale che verrà pulito per ultimo.
Appena mi sarà possibile uscirò senza farmi notare.
Appunto Di Viaggio Ventiquattro
Rientrando penso che quello a cui ho assistito è stato uno spettacolo piuttosto insolito. Non saprei neppure come definirlo. La meticolosità, la concentrazione e la totale mancanza di divertimento mi suggeriscono che quello che l’artigiano stava compiendo era più vicino ad un rituale che non al confezionamento di un giocattolo.
Lo sguardo posato su quella bambolina non era lo sguardo dell’artista che prova gioia nel dare vita a qualche cosa di bello. Sembrava piuttosto lo sguardo di chi prova piacere ad infliggere punizioni…ecco perché il disagio ha preso vita in me!
Sfinita, mi lascio andare ad un sonno ristoratore, ma presto mille domande bussano alla mia mente. Fra queste il cercare di ricordare dove ho già visto il ciondolo dell’ultima bambolina. Mi alzo ed inizio a camminare lungo la stanza concentrandomi. Il cacciatore del dipinto mi invita ad analizzare ogni singola azione messa in atto dall’ingresso alla biblioteca.
All’improvviso l’illuminazione e mi sfugge un’esclamazione: «Lucio Volterra!»
Riapro l’articolo letto sulla pagina delle notizie cittadine e cerco la sua foto. Ecco dove avevo già visto il ciondolo: lo indossava proprio lui! Il pensiero che possa essergli accaduto qualche cosa di brutto si fa sempre più pressante.
In quella scuola accadono cose strane.
Qui, tutto è strano.
Penso che dovrei andare dai genitori per cercare di capire come sono realmente andate le cose. Già so che non dovrò parlarne a nessuno perché in questa città non ci si può fidare delle persone. Perlomeno di coloro che abitano la parte in superficie. Il cacciatore annuisce e mi propone un piano per organizzare la visita alla famiglia Volterra senza destare sospetti.
Prima di tutto devo far credere al Rielli che ho tutta l’intenzione di fissare un appuntamento con il suo medico di fiducia entro pochi giorni, giusto il tempo di riprendermi adeguatamente. A tale scopo manderò un messaggio dal telefono cellulare che, sicuramente, avrà controllato mentre ero svenuta e legata alla branda della sua bottega. Sono sufficientemente convinta che segua i miei movimenti proprio attraverso questo telefono. Ecco perché l’ho sempre lasciato in camera ed ho portato con me gli altri due.
Non mi sono fidata ed il cacciatore mi ha dato ragione.
Sono le 07.00 del mattino. È ancora presto per mettere in atto il piano.
Decido di riposare qualche ora.
Serie: Città Metafisica
- Episodio 1: La Grande Riflessione
- Episodio 2: Il Dubbio
- Episodio 3: L’Artigiano
- Episodio 4: La Decisione
- Episodio 5: Il Sospetto
- Episodio 6: La Scoperta
- Episodio 7: La Scelta
- Episodio 8: Partenza per Turenz
- Episodio 9: Il Percorso
- Episodio 10: La Sfida
E d’improvviso tutto si trasforma in un “giallo” (si usa ancora questa parola?) ancora più appassionante. Mi sono venute in mente le bambole vudù, non vedo l’ora di capire se questa mia sensazione ha fondamento. Magari, racchiudono le anime degli sventurati che sono scomparsi.
Ti ringrazio per il tuo apprezzamento verso i misteri della Città Metafisica
Veramente appassionante!