“Il vero amore è scritto nel destino”

Serie: Le novelle della Luna: il canto solitario della Sirena


Io strinsi forte Elia, nascondendo il viso nel suo petto. Lui mi abbracciò a sua volta, e mi baciò il capo più volte. Avrei voluto riuscire a spiegargli quanto fossi felice, le emozioni che stavo provando in quel momento, mi sembrava di essere un fiore appena sbocciato, eppure ogni parola sembrava inadatta “Anche tu sei importante per me” riuscii soltanto a dirgli.

Restammo sotto il suo salice quasi fino al tramonto. Ce ne stavamo abbracciati l’un l’altro, lui seduto contro il tronco e io appoggiata sul suo petto, ed intanto mi carezzava i capelli. Notai più volte un gatto grigio passare di lì. Elia intanto mi raccontò molto della sua vita, era la prima volta che lo sentii parlare così tanto. Sono tanto felice assieme a lui, ma non so se questo fosse amore, so solo che non mi era mai accaduto prima, o forse, non avrei mai pensato che potesse accadere proprio a me. Desideravo solo che quel momento non passasse mai…

Sul far della sera però dovemmo andare via, siccome Elia aveva il lavoro. Doveva essere lì tra meno di un’ora, ma propose ugualmente di accompagnarmi a casa. Io però rifiutai, non volevo farlo tardare, così gli dissi che avrei fatto una passeggiata vicino al porto, e che sarei tornata a casa prima che facesse buio, anche per schiarirmi un po’ le idee.

 Lui ovviamente mi guardò dubbioso, temendo che fossi tornata alla mia vecchia e brutta abitudine, ma lo rassicurai, dicendo che ormai quella Sirena non c’era più, promettendoglielo. Lui volle credermi, e mi salutò, suggerendomi un sentiero nel bosco per raggiungere velocemente il porto.

Seguii le sue indicazioni, e sorprendentemente mi ritrovai al porto. A quell’ora c’erano solo un paio di pescherecci attraccati, qualche uomo del mare che passeggiava, e un gatto che vagava tranquillo. Andai a sedermi su di un muretto un po’ appartato, guardando il faro in lontananza sullo scoglio alto, ed intanto pensavo a quello che mi aveva detto Elia. Erano reali le sue parole? Davvero mi amava? Vorrei potermi fidare per una volta di qualcuno

Feci un sospiro, notando un grosso gatto grigio con gli occhi verdi avvicinarsi a me, forse voleva le coccole “Vieni piccolino!” lo chiamai, alzandomi in piedi.

“Signorina, un momento! Non sono più un giovincello!” sentii una voce tanto vicina. Mi guardai intorno ma non c’era nessuno, probabilmente era stato qualcun altro lì nel porto, pensai. Ignorai la cosa e sorrisi al gatto, allungando la mano per farlo avvicinare senza spaventarlo.

“Invece sono stato io a farlo, parlo come lo fai tu, come lo fa un fiore, come lo fa un’ape” vidi a quel punto la bocca del gatto che si muoveva.  Restai perplessa di ciò, mi domandai come fosse possibile, ma dopo pochi attimi scossi la testa. Ero troppo stanca, dovevo certamente dormire di più. Mi alzai e recuperai la borsa, allontanandomi piano, quando il gatto mi richiamò.

“Suvvia! È maleducazione troncare una conversazione in questo modo!”. Il gatto parlava sul serio, così tornai indietro, mi guardai intorno ma a quanto pare nessuno si era accorto di nulla.

“Ma tu sei un gatto che parla!” mi chinai alla sua altezza, guardandolo diffidente.

“Ho un nome, mi chiamo Marius, ed il tuo qual è, signorina tanto scettica?” aveva un’espressione tetra, nonostante fosse un semplice ed innocuo micio.

“Sirena” gli risposi.

“Hai un nome regale! E il nome di quell’uomo che era con te nel bosco?” chiese Marius. Io lo guardai stranita, ricordandomi del gatto grigio che passò accanto a me ed Elia un paio di volte, ed allora gli cominciai a parlare senza pormi più domande, senza sapere però perché lo stessi facendo.

“Si chiama Elia” sussurrai quel nome ormai divenuto prezioso per me.

“Elia? Anche lui ha un bel nome… Hai visto come ti guarda?” mi domandò con sguardo fiero.

“Come?”

“Gli brillavano gli occhi, sembrava avere di fronte una perla rara. Sei questo e probabilmente anche di più per lui, lo sai?” sentendo queste sue parole chinai lo sguardo e ricordai i suoi meravigliosi occhi verdi.

“È una cosa bella, vero?” istintivamente allungai una mano per carezzarlo, ma lui si scostò con il viso, e si fece poco più distante.

“Dicono che l’amore sia la cosa più bella del mondo. Io ne ho passate tante, e posso dire che sia così davvero” ricordò, volgendosi verso il mare.

“Credo di essere anch’io innamorata, ma ho paura…”

“Paura per quale ragione? Oh… Posso immaginarlo. Credo che tu non abbia mai ricevuto amore dalla tua famiglia, e presuppongo che l’unica persona che te l’abbia mai donato non c’è più. E dunque temi questo sentimento, perché hai paura che ti possa far soffrire ancora e per questo hai scelto di non fidarti più di nessuno. Ma ora rispondimi, cara Sirena, cosa ti ha portato questo tuo modo di fare?”

“Tanta solitudine…” sussurrai con il cuore spezzato.

“Ed allora non credi che il fato ti abbia fatto un piccolo regalo?”

“Tu pensi che sia così?”

“Io ti ho solo fatto aprire gli occhi Sirena, sta a te ora decidere se ascoltare un vecchio gatto del porto, oppure continuare a guardare indietro nella tua vita, quei continui dolori ormai passati da cui non è mai nato nemmeno un fiore. È ora di andare signorina, torna a casa o farai crucciare il tuo Elia” lo strano Marius a quel punto sembrò fare un cenno con il capo, e velocemente si allontanò verso il porto, sparendo fra la gente. Tornò così alla sua vita, ed io alla mia. Credo che nessuno sia capace di guardare interamente dentro di sé, delle volte c’è bisogno di qualcun altro che lo faccia. E delle volte quel qualcuno compare nel posto giusto, al momento giusto…

Quella sera in realtà dovevo vedermi con un uomo, neanche ricordo chi fosse, mi ero ripromessa che sarebbe stata l’ultima volta quella. Decisi però di non andare, e che avrei smesso una volta per tutte con quel brutto vizio. Volevo essere come Elia, non volevo arrendermi a nulla, ma lottare per una vita migliore, e potevo farlo. Ma soprattutto, ora appartenevo ad Elia, e non mi sarei concessa più a nessuno. Così tornai a casa, e mantenni la promessa.

I mesi cominciarono a trascorrere veloci, giunse anche il natale, che trascorsi assieme ad Elia, probabilmente il natale più bello che abbia avuto fino ad allora. Io ero felice, e lui anche, sembrava un po’ un sogno romantico. Una storia strana e surreale per quanto potesse essere bella. Giunse così anche il nuovo anno, ci facemmo compagnia a vicenda. Io dopotutto non avevo mai avuto una famiglia, e neanche Elia l’aveva. Assieme stavamo tanto bene, e di tanto in tanto cominciai a pensare perfino ad un nostro ipotetico futuro, non mi era mai successo, né a preoccuparmi per il mio futuro, né tanto meno ad immaginarlo assieme a qualcuno come una vera famiglia…

Eravamo in un parchetto, lui era su di una panchina ed io mi stringevo seduta addosso, mentre Elia mi coccolava, dandomi leggeri baci sulla fronte e sulle guance.

“Sirena, ora devo proprio sbrigarmi” disse ad un certo punto, poggiandomi le mani sui fianchi per farmi scostare. Io però mi lamentai, e dopo averlo stretto ancora un po’ decisi di alzarmi in piedi.

“Prima però volevo darti una cosa… Tieni” continuò Elia, scostando la manica dal polso e slacciando uno dei suoi bracciali, mi diede il suo preferito, con le perle blu e la testa di leone.

“Davvero vuoi darlo a me?” dissi io commossa, mi sentivo onorata. Presi il bracciale, lo baciai e lo misi subito al polso. Non me l’aspettavo, mi disse una volta che l’aveva sin da ragazzo, a cui era tanto affezionato.

“Certo, è quello a cui sono più legato, per questo voglio darlo a te”. Ne rimasi tanto felice di ciò, e lo ringraziai. Era tanto strano essere importante per qualcuno, mi riempiva il cuore di gioia, mi piacerebbe farlo felice come lui faceva con me.

“Sirena, forza, torna a casa. Si è fatto tardi” mormorò lui, cercando di farmi scollare. Io mi lamentai sottovoce, cominciando a stiracchiarmi, non so perché lo dissi proprio in quel momento, ma sussurrai “Credo di amarti Elia”.

Dopo averlo detto lui rimase immobile, gli occhi divennero lucidi, e mi fissò per almeno un paio di minuti. Lo vidi tremare, era felice, e questo era ciò che mi scaldò di più il cuore. Mi strinse forte a sé, lo sentii piangere sulla mia spalla “Resta per sempre con me Sirena” sussurrò lui, baciandomi la fronte. Io sorrisi e annuì, rispondendo “Per sempre”. Mi strinse ancora a sé, proteggendomi.

“Vai a casa mia Sirena, lì è tranquillo, dormi ed aspettami fino a domani, ti accompagno a prendere l’autobus”. Sussurrò, prendendomi per mano e ci incamminammo verso la fermata.

“Ed il lavoro?” chiesi io, preoccupandomi più per lui che per me.

“Non so perché ma è da prima che ho un brutto presentimento. Ho come l’impressione che possa succederti qualcosa, finché non ti vedo andare via non sarò tranquillo. Ti accompagno e non voglio sentire lamentele!”

Serie: Le novelle della Luna: il canto solitario della Sirena


Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Young Adult

Discussioni

  1. Adoro che Marius sia il filo conduttore di queste tue novelle. Quanto all’amore fra persone che appartengono a generazioni diverse penso possa essere meraviglioso, giovinezza ed esperienza sono un connubio vincente

  2. ““Invece sono stato io a farlo, parlo come lo fai tu, come lo fa un fiore, come lo fa un’ape” vidi a quel punto la bocca del gatto che si muoveva.”
    Sììì 👏

  3. “Credo che nessuno sia capace di guardare interamente dentro di sé, delle volte c’è bisogno di qualcun altro che lo faccia. E delle volte quel qualcuno compare nel posto giusto, al momento giusto…”
    Bella questa riflessione. Non è facile guardarci dentro da soli, perchè questo significa dover ammettere anche i propri errori, le proprie debolezze e le proprie sconfitte. Ed nessuno piace farlo. Ma per fortuna c’è Marius! Sono contento di averlo ritrovato anche in questa serie! 🙂

  4. Questo mio vuole essere un approccio particolare alla “serie”. Molto più emozionale che razionale, lo dico subito. In generale, non saprei dire se commentare un singolo episodio possa avere un valore reale, in termini di valutazione complessiva. Ciononostante, è quello che sento di fare, giusto o sbagliato che sia, personalmente convinto che ogni episodio somigli a un singolo giorno della nostra vita: spolverando la patina dell’allegro, triste, brutto o bello, restiamo noi nell’essenza. Ma resta solo la mia visione.

    Inizio dalla conclusione. La presenza del felino mi ha fatto scaturire delle impressioni particolari. Non la vedo come un caso. Il micetto, per me, mente. Voi ci credereste a un gatto che vi racconta una storia del genere?

    Credo che Sirena troverà, alla fine della serie, la forza di accettarsi per quella che è. Ognuno ha il suo modo di amare.​ Ma sarà l’autrice a decidere.
    In definitiva, interessante, sicuramente psicologico fino a penetrare nella sfera intima. Non è un genere facile e va supportato con una forma appropriata, che solo con la pratica può essere acquisita. Attenzione, è molto ben scritto, parlo di sfumature in cui probabilmente anche l’età gioca un ruolo essenziale.
    Mi sembra evidente che ci sono tutti i presupposti per un pieno, futuro successo.

    1. Grazie per il commento! Hahahah si il gatto potrebbe essere visto in negativo da qualcuno! Personalmente per come amo gli animali se trovassi un gatto parlante lo ruberei🤣 Grazie mille anche per l’analisi psicologia di Sirena. Vedremo alla fine se si accetterà o avrà il coraggio di cambiarsi. Grazie mille ancora, spero che continuerai a seguire la serie ❤

  5. Il rapporto tra Elia e Sirena sembra maturo per una storia destinata a durare, eppure sento che Sirena è turbata da qualche perplessità…chissà se riuscirà a lasciarsi andare incondizionatamente…vedremo!

  6. “Invece sono stato io a farlo, parlo come lo fai tu, come lo fa un fiore, come lo fa un’ape” vidi a quel punto la bocca del gatto che si muoveva”
    Ma proprio come nell’altra tua Serie 😃 Il gatto parlante è un bell’espediente narrativo che ti accompagna. È il tuo marchio di fabbrica 😃