
In viaggio verso Tiger 72
Serie: Una nuova Terra
- Episodio 1: In viaggio verso Tiger 72
- Episodio 2: Il Popolo Rotikawa
- Episodio 3: Due anni dopo
- Episodio 4: L’arrivo dei coloni terrestri
- Episodio 5: La guerra
- Episodio 6: Ritorno sulla Terra
- Episodio 7: Cronache dalla Terra
- Episodio 8: Le colonie terrestri
- Episodio 9: Un modo per partire
- Episodio 10: Ritorno su Nuova Terra
- Episodio 1: La Colonia Terrestre di Nuova Terra
- Episodio 2: Lura!
- Episodio 3: Il figlio di Matthew
- Episodio 4: Un arrivederci sulla Terra
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Erano trascorsi circa diciotto mesi da quando la nave spaziale Aurora aveva lasciato la terra. Era il 30 settembre, 3003. Il Comandante Writer era a capo di una spedizione che avrebbe portato dodici soldati, più che astronauti, e Matthew, un giovane biologo, a mettere piede per la prima volta sul suolo del pianeta Tiger 72, ormai più comunemente noto come Nuova Terra. Un esopianeta, distante undici anni luce dalla Terra, orbitante attorno ad una stella denominata Epsilon. Il telescopio spaziale Astra X-01, in orbita attorno al sole, aveva determinato l’atmosfera di Tiger 72 (l’aria era un po’ più pesante di quella sulla terra ma respirabile) e rilevato la presenza di “firme biologiche”, ovvero di sostanze o fenomeni scientificamente probanti la presenza di una vita passata o presente sul pianeta.
L’equipaggio dell’Aurora si era appena risvegliato da un lungo “sonno criogenico” e, terminato di consumare uno spuntino, tra banali battute e scommesse su chi diavolo mai avesse vinto l’ultimo Super Bowl, si era radunato nella sala di comando. Fu il Comandante Writer a parlare. «Ci stiamo avvicinando a Nuova Terra. Il pianeta ha una rotazione simultanea con la propria stella, pertanto, ha una faccia calda sempre illuminata e un’altra fredda sempre buia. Atterreremo nella cosiddetta “Zona Terminator”, un anello al “confine giorno-notte”, tra il lato diurno e quello notturno del pianeta. Scordatevi le notti a guardare le stelle con le vostre fidanzate, perché dove atterreremo sarà sempre un eterno pomeriggio di una giornata nuvolosa sulla Terra! Una volta atterrati dovrete mantenere allacciate le tute e continuare ad indossare il casco. L’aria sarà respirabile e la temperatura sufficientemente mite ma dovremmo, però, abituarci gradualmente!»
L’equipaggio dell’Aurora si stava ormai preparando all’atterraggio quando, un asteroide di piccole dimensioni in rotta di collisione con Tiger 72 colpì la nave spaziale Aurora facendola disastrosamente precipitare sul suolo del pianeta. L’unico, dei dodici membri dell’equipaggio, a sopravvivere all’impatto dell’asteroide con l’Aurora fu Matthew, il giovane biologo. Aveva appena ripreso i sensi, era vivo per un qualche miracolo! Poteva muovere le braccia. L’Aurora era completamente distrutta. Poteva muovere anche le gambe. Riuscì ad aprire il portellone centrale dell’astronave e, trascurando le raccomandazioni del Comandante Writer, si tolse subito il casco. L’aria di Nuova Terra era davvero respirabile. Le sue gambe, seppur zoppicando, riuscivano a tenerlo in piedi. Aveva cominciato a camminare sul suolo di un pianeta dove nessun abitante della terra aveva mai messo piede fino ad ora. Terra ed erba erano lì, sotto i suoi stivali, alberi in lontananza, niente poteva esserci di più entusiasmante per un biologo! I suoi polmoni si stavano abitando all’atmosfera di Tiger 72. Non faceva né troppo caldo né troppo freddo. Acqua! Lo stato di estasi gli aveva fatto perdere la misura del tempo e di quanto aveva camminato dal punto in cui l’Aurora era disastrosamente precipitata dopo la collisione con quel dannato asteroide. Aveva vagato per chissà quanti chilometri. Trovò un ruscello. Si tolse la tuta spaziale, si lavò e si dissetò, sperando che l’acqua del ruscello non fosse inquinata o peggio ancora radioattiva. Era buona! Si scoprì a sorridere pensando a quando un giorno, nel Wisconsin, incontrò una ragazza che gli domandò: Mi scusi ma quest’acqua è potabile? Si raggelò scoprendo che non aveva con sé una borraccia. Adesso, dopo quel periodo di estasi, sarebbero iniziati i problemi e, sicuramente, sarebbero stati più di uno! Era esausto! Si sdraiò sull’erba di un enorme prato. Iniziava ad avere fame. Un problema, questo, di non poco conto. Sentì un dolore lancinante alla spalla: era stato ferito da una freccia scagliata da un arco! Un uomo, perché di ciò si trattava, dalla pelle bruno chiara, lo aveva ferito ad una spalla e adesso lo stava caricando sopra un cavallo! Arrivarono, in sella all’animale, fino ad un villaggio che era l’unica città, chiamata Espero, abitata dal popolo Rotikawa. Si trattava di una città paragonabile ad un grande villaggio del basso medioevo con graziose case costruite in muratura. Nella piazza centrale vi era il mercato, luogo di incontro e contrattazione per l’acquisto e la vendita di generi alimentari, quali frutti, verdure, carne, farina, latte, pesce (o qualcosa di molto simile), vestiti ed altri beni di prima necessità. Vi erano, dunque, contadini, allevatori, macellai ma anche artigiani, quali fabbri, carpentieri, tessitori, orologiai e produttori di “Idro” (una bevanda alcolica ricavata dalla fermentazione di alcuni frutti e radici dopo una successiva distillazione in rudimentali alambicchi). Le donne indossavano abiti che lasciavano, per lo più, scoperte le gambe mentre gli uomini portavano maglie e pantaloni. I vestiti erano di lino o canapa o qualcosa di molto simile (e solo nelle zone e nei periodi più freddi venivano indossati abiti di lana).
Si risvegliò nel letto di una stanza che aveva tutta l’aria di fungere da ospedale della città. Incredulo di tutto quello che fino ad ora aveva visto, chiese, all’uomo che aveva davanti a sé: «Chi siete? Da quanto tempo vivete qui? Non avevo notizie che dei terrestri vivessero già qui su Nuova Terra»! Il suo interlocutore, che parlava la sua stessa lingua, era un uomo dalla pelle bianca, come quella di Matthew, si chiamava Trevor. «Sono domande, le vostre, alle quali non è facile rispondere, o rispondere tutto in una sola volta. Dovete riposare ancora un po’, per il momento. Io sono Trevor, il Sindaco di Espero. Piuttosto, siete arrivato da solo fino a qui? Siete voi a dovermi raccontare, prima ancora di avere, a vostra ragione, delle risposte!»
Serie: Una nuova Terra
- Episodio 1: In viaggio verso Tiger 72
- Episodio 2: Il Popolo Rotikawa
- Episodio 3: Due anni dopo
- Episodio 4: L’arrivo dei coloni terrestri
- Episodio 5: La guerra
- Episodio 6: Ritorno sulla Terra
- Episodio 7: Cronache dalla Terra
- Episodio 8: Le colonie terrestri
- Episodio 9: Un modo per partire
- Episodio 10: Ritorno su Nuova Terra
Bello, naturalmente da un punto di vista scientifico e astronomico manca di alcuni sostegni scientific, ma non è necessario attenersi alla scienza per scrivere di avventura. Molti autori importanti se ne sono infischiati della scienza. Leggendo questa prima parte ho pensato molto a John Carter di Marte, scritto da E.R. Burroughs. Una saga per me bellissima anche se priva di alcun fondamento scientifico (che non è il tuo caso, anche se comunque non c’è un deciso tentativo di scrivere una storia scientificamente verosimile). Ciò detto (come minacciato prima), e scusandomi per la pedanteria, presento ufficialmente i miei complimenti per il lavoro, che è piacevole e scorrevole.
Non è affatto facile riuscire a dare la giusta base scientifica alla fantasia. Sinceramente, ci ho provato! 🙂 Ho visto anche film di fantascienza, fatti da chi di tempo per farlo ne avrebbe, visto che fortuna loro è il loro mestiere, che sono “tutto fanta e niente scienza!” Grazie ancora per il tuo commento/contributo!!