
Inferno (2/2) – Occhi
Serie: L'angoscia e l'ignoto
- Episodio 1: La mia casa è laggiù (1/4) – Sogno numero uno
- Episodio 2: La mia casa è laggiù (2/4) – Sogno numero due
- Episodio 3: La mia casa è laggiù (3/4) – Fuori dal sogno
- Episodio 4: La mia casa è laggiù (4/4) – La scelta
- Episodio 5: Polvere (1/2) – Memento, homo
- Episodio 6: Polvere (2/2) – Come la sabbia nella clessidra
- Episodio 7: L’App delle risposte (1/2) – Quando moriremo?
- Episodio 8: L’App delle risposte (2/2) – Ore 02:37
- Episodio 9: Inferno (1/2) – Luce e ombre
- Episodio 10: Inferno (2/2) – Occhi
- Episodio 1: Babau
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Le ombre mi afferrano, mi sollevano con forza tentando di trascinarmi nel loro mondo infero, nella loro oscurità eterna. Vorrei urlare, ma ho perso il controllo del mio corpo e fra poco smarrirò anche la mia mente. L’aria arriva a fatica ai polmoni, come se non trovasse la via d’uscita di un labirinto intricato. E si presenta il dolore: invade quel che resta del mio corpo, senza preavviso, senza chiedere il permesso. Quelle ombre dilaniano le mie carni, senza alcun rispetto mi rubano quel poco di umanità che ancora vive in me.
– – –
«La decisione è vostra» dice il prete con un tono di comprensione professionale. «Non posso spingervi in una direzione, anche se sarei felice se lei riuscisse ad accettare la richiesta di sua sorella.»
«Lo vivo come un tradimento. Come andare contro a quelle che erano le sue certezze» risponde Daniel.
«Vi ha mai vietato espressamente di farlo?» domanda il prete.
«No.»
«Lui andrà comunque nella casa del Padre. Il mio sarà solo un gesto di amore per lui e per voi.
Megan guarda il fratello con gli occhi velati dalle lacrime. Non dice nulla, ma quel silenzio vale molto. Daniel china il capo e annuisce in modo appena percettibile.
Il cappellano si avvicina al letto e prende tra le sue le mani dell’uomo.
– – –
Qualcosa che assomiglia a una carezza. Mani forti che avvolgono con delicatezza la fragilità delle mie.
Luce.
Il chiarore diffuso che era stato inghiottito da quei portatori di tenebre torna a invadere parte del mio campo visivo. Le ombre si spostano ai margini, alcune si fondono tra loro, altre scompaiono. La voragine fatta di nulla adesso è più piccola, come se stesse collassando su sé stessa. Anche il suono sembra voler eliminare quello che non serve per ripristinare l’armonia e gli intervalli che aveva perso. Il volume è ancora alto, ma sopportabile; via via si affievolisce lasciandomi percepire sempre più chiaramente il fastidioso acufene che mi perseguita da anni e mai come questa volta sono felice di sentirlo.
Non mi accorgo subito che il dolore è diventato sopportabile, il solo pensiero è disumano, il terrore di provare ancora quei morsi dilanianti mi impedisce di comprendere.
Riprendo a respirare in modo quasi normale. Una sensazione di freschezza sul viso mi deterge dalle immonde scie gelatinose che quelle presenze hanno lasciato sul mio volto. Penso che tenterò di aprire gli occhi, e forse questa volta ce la farò.
Il prete. Vedo il suo viso molto vicino al mio. Indossa la stola viola e tiene in mano un rosario che muove continuamente tra le dita. Lo guardo per un momento poi chiudo gli occhi e aspiro una grande quantità di aria che mi dilata i polmoni e mi pulisce la mente. Le ombre sono quasi del tutto scomparse; alcune sono ferme ai lati estremi del mio campo visivo, come in attesa. La voragine nera si è chiusa. La luminosità diffusa e lattiginosa è tornata a una condizione di verginità.
– – –
«Guarda il suo viso» dice Megan. «Ho avuto l’impressione di vedere i suoi occhi per un attimo.»
«Sì. È più tranquillo, quasi… felice.»
«Abbiamo fatto la cosa giusta. Ne sono certa.»
«Forse. È l’immagine che dovremo conservare nella nostra mente. La serenità che vediamo sul suo viso in questo momento è la sola cosa davvero importante!»
– – –
È la voce di Daniel. Parla di serenità, di felicità. È la cosa giusta, Megan. Avete fatto la cosa giusta. Tenete con voi questo ricordo. Anche io percepisco il mio viso sereno, felice: la salvezza un attimo prima di sprofondare nel nulla, nell’oscurità di quel baratro, profanato da quelle ombre…
Un leggero movimento mi ricorda che non tutte sono scomparse. Alcune di esse sono ancora ferme ai bordi della mia percezione visiva. Adesso le vedo più chiaramente: stanno tornando verso di me… o forse accade solo nella mia fantasia. Tento di aprire ancora gli occhi e so che sarà l’ultima volta. Il viso del prete è ancora davanti al mio: ha gli occhi chiusi adesso, come assorto in una profonda preghiera. Vedo ancora il colletto bianco, il rosario, la stola… ma mi accorgo di un particolare che mi gela il sangue: nessun crocifisso. Niente all’estremità del rosario, nessuna croce appesa alla catenina, niente sul taschino della camicia o della giacca grigia, niente sulla stola. Le ombre ridono, urlano, si separano in forme più piccole che perdono ogni somiglianza con forme antropomorfe. Le voci stridule sono insopportabili, disumane, oscene.
Cerco gli occhi del prete. Come se fosse colpito dal mio sguardo li apre e mi fissa. Occhi vuoti, voragini nere senza fine che si avvicinano a me e si dilatano, si dilatano, si dilatano…
Lui sorride, mentre le ombre nere occupano tutto il mio campo visivo, lasciando libere solo le due porte aperte verso quella discesa al mondo infero, verso il male eterno.
– – –
«Se n’è andato serenamente» dice il prete tenendo le mani di Megan e Daniel. «Al di là del fatto di essere o meno credenti questo è un grande sollievo per voi. E quello che vi resta è il ricordo di un uomo che ha lottato anche per i suoi figli e che adesso riposa in pace.»
«Grazie Padre. È… è difficile per me, ma accetterò tutto questo» dice Daniel. «Ho solo bisogno di tempo… Credo che Meg abbia scelto per il bene di nostro Padre.»
«Tempo. Tempo per iniziare un dialogo con sé stessi, magari con il nostro aiuto. Io ci sono, se desiderate» conclude il prete.
Megan e Daniel si guardano e lasciano le mani del cappellano per cercare le loro. Si abbracciano e si lasciano andare a qualche lacrima. Megan si volta verso il prete per salutarlo. Lui le sorride e si volta per uscire dalla stanza. Per un attimo gli sguardi si incrociano e Megan nota per la prima volta i suoi occhi, bellissimi, neri, profondi come non ricorda di averne mai visti.
Serie: L'angoscia e l'ignoto
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- Episodio 2: La mia casa è laggiù (2/4) – Sogno numero due
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- Episodio 6: Polvere (2/2) – Come la sabbia nella clessidra
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