Inseguitori a cavallo

Le fiamme dell’inferno potevano essere belle, ma Putifarre sapeva che era tutto relativo: per esempio ai dannati non piacevano.

Putifarre montò in sella al destriero infernale e agitò la spada. «In avanti».

Gli inseguitori a cavallo reagirono con delle urla assordanti. Le pareti dell’inferno reagirono mute a quelle urla, ma Putifarre sapeva che non le sopportavano. Del resto, cosa c’era di gradevole nella sua banda?

Si mossero a caccia di anime.

Peccatori che fuggivano, peccatori che non volevano essere torturati, peccatori che speravano di tornare in vita, ma i loro corpi erano polvere, adesso.

Accanto alla bolgia fatta di fosse ardenti, c’erano alcuni dannati che stavano allontanandosi senza la sorveglianza di alcun diavolo.

Putifarre ghignò. «Andiamo ad acciuffarli».

I diavoli come lui sorrisero felici dell’ordine: erano inseguitori a cavallo.

Cavalcarono nella loro direzione e stavano per raggiungerli seppur stessero scappando consumando così tutte le loro energie; Putifarre stava già cantando vittoria.

All’improvviso, da dietro un’altura che sembrava un vulcano sbucarono dei cavalleggeri che non potevano che essere ultraterreni.

«Possibile? Che sta succedendo!». Putifarre era senza parole, adesso.

I cavalleggeri vennero incontro ai dannati e li protessero. Uno di loro annunciò: «Siamo cavalieri che provengono da…».

«Non me ne frega nulla. Dagli, dagli!».

Il cavaliere tacque, gli inseguitori a cavallo calarono loro addosso e scoppiò il combattimento: Putifarre staccò braccia e teste, colpì anche i cavalli dei nemici, ma i loro padroni ghignavano sicuri di sé e reagivano con fendenti e stoccate. Putifarre si rattristò al vedere i suoi amici versare lava dalle ferite e cadere a terra per poi essere calpestati dai destrieri.

Putifarre era in crisi. «State compatti, o perdiamo la battaglia».

In quel momento uno dei cavalleggeri lo fronteggiò. «Muori». Cercò di colpirlo con la lancia.

Putifarre gemette di paura: il cavalleggero che aveva davanti indossava un’armatura splendente e celeste, non poteva che venire dal paradiso. Come li odiava, i suoi antagonisti, che portavano via anime a cui lui avrebbe lavorato volentieri. E adesso stavano esagerando: volevano farle scappare.

Putifarre li avrebbe fermati a tutti i costi. «Maledetti! Vi faccio vedere cosa significa far arrabbiare un diavolo come me…».

Ma il cavalleggero lo bloccò. «Allora non hai capito».

«Cosa?».

«Anche noi siamo diavoli, non vedi?». Si tolse l’elmo, mostrò le corna. «Proveniamo da un nuovo cerchio, quello degli hacker. Stiamo portando via le anime destinate a questo cerchio».

«Il colore mi ha ingannato. Perché siete celesti?».

«Siamo diavoli speciali».

Putifarre arrossì. Che figura.

Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Fantasy

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