La devotio

753 ab Urbe condita

Siria, brutto posto. La vexillatione aveva marciato fino a quel punto del deserto e un’orda di Arabi, come se spuntata dal nulla – ma era stato all’improvviso –, li aveva attaccati. I legionari si erano disposti per la difesa, avevano affrontato i molteplici assalti degli avversari, sembrava che i Romani fossero destinati a cedere.

Tutto questo… Cornelio stava assistendo a tutto questo e non gli piaceva, soprattutto perché i militi, uno dopo l’altro, cedevano; era come se si fossero arresi alla vita, non avevano più quel desiderio di vivere ed era meglio che morissero.

Cornelio era sicuro che il suicidio fosse molto virile, però loro si trovavano là per affrontare i ribelli arabi che molestavano le legioni nel deserto, non per togliersi la vita. Devo fare qualcosa per fermare questa successione di errori, si disse. Incurante delle perdite che subiva la sua centuria, si rivolse all’optio, gli affidò il comando del reparto e dunque fece una devotio agli dèi degli inferi.

Una volta conclusa, radunò un pugno di valorosi, poco più di due contuberni, e vedendo che i due decani erano feriti, gli comunicò:

«Non temete, siete degli eroi, siamo tutti degli eroi».

I decani e i legionari avevano capito cosa sarebbe successo di lì a un attimo, glielo si leggeva negli occhi, e dunque Cornelio li condusse nel suo attacco.

Non scriteriato.

PiĂą che giusto.

Abbandonarono lo schieramento, già abbastanza crivellato di perdite, e calpestarono il tappeto di cadaveri che ricopriva a sua volta la sabbia; gli Arabi ricevettero l’attacco e, per un attimo, rimasero paralizzati. I gladi dei legionari di Cornelio, quelli della sua devotio, squartarono e trafissero, presto tutto si sporcò di sangue, anche dove fino a quell’istante non si era sporcato, e gli Arabi – Vigliacchi! Mercenari vigliacchi! – cedettero la posizione e fuggirono.

«Dove andate» li rincorse con la voce Cornelio. «Io vi volevo soltanto uccidere… volevo soltanto morire». Afflosciò le spalle, e rimase deluso. Capì che era condannato a rimanere deluso. Dopo la mia devotio… Non ci poté far nulla, e restarono il teatro della strage con la polvere sollevata da centinaia di sandali. Cornelio sputò a terra. «Torniamo al castrum».

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