
La fiaba dell’albero che evitava la luna
La fiaba dell’albero che evitava la luna
Nel piccolo paesino giravano voci e strane credenze. Si narrava che se avesse piovuto nelle notti di luna piena, le gocce di sarebbero unite al sudore delle madri intente a partorire donando bellezza effimera ai pargoli. Si racconta che una notte di metà estate nevicò dinanzi la luna piena. Nacque un unica bambina quella notte.
Capelli lunghi neri e magrissima. Ella sul viso aveva esclusivamente la bocca, nessun altro tratto. Si racconta che gli alberi piansero sangue e la madre s’impiccò satura di sensi di colpa. La bambina crebbe. Di notte pregava la luna mentre di giorno l’albero in cui s’impiccò la madre. Supplicava di poter divenire come le coetanee eppure la risposta fu sempre la stessa:
“L’accettazione ti guarirà”
Raggiunta la maggiore età e stufa di pregare entrò nella foresta accanto al paesino. S’inginocchiò dinanzi un serpente nero e supplicò.
“E così sia stolta! Ti donerò ciò che brami ma tieni a mente una cosa! Ogni nove mesi dovrai versare sangue finché il sole non illuminerà l’albero che pregavi dopo una notte di luna piena!”
Si mise in piedi avvolta di una bellezza inebriante, finalmente aveva un viso intero. Tuttavia la luna non gradì e decise di punirla. Quella notte la ragazza fece per la prima volta l’amore. Gli addominali di lui la sovrastavano e sentiva le mani sfiorarle i fianchi. Dolci complimenti le arrivavano alle orecchie. Nessun uomo poteva resisterle grazie al serpente nero…
La maledizione della luna si manifestò. La pelle di lei divenne corteccia e le mani rami ricoperti di spine. Il ragazzo tentò di urlare ma senza risultato, venne stritolato ed inghiottito dalla creatura. All’indomani lei si risvegliò in lacrime. Un bambino portava in grembo. La stanza pulita e nessuno rammentava dell’esistenza del ragazzo.
I giorni divennero settimane e poi mesi. Lei notò che qualcosa stesse accadendo, con il passare del tempo il suo viso scompariva lasciando solo la bocca.
“Sangue deve essere versato…”
La notte del parto scappò nella foresta e lì diede alla luce una bambina. Disperata, solo il sorriso le era rimasto sul viso. Uccise la neonata e si bagnò con il caldo sangue la faccia che riapparve magicamente.
Disgustata da se stessa si racconta che si isolò nella foresta divenendo la strana creatura simile ad un albero che uccise il suo primo compagno. Si aggirava nella zona attorno a dove la madre s’impiccò. La luce non avrebbe mai raggiunto quell’albero poiché troppo basso e nascosto. Ella tuttavia attendeva speranzosa.
Tuttavia fece prima ad arrivare nuovamente un nefasto evento: la luna piena dinanzi la neve.
E così scorse un altra madre dirigersi verso l’albero come se vi fosse attirata. Mossa da compassione si frappose rivelando la propria esistenza per bloccare la donna.
Si racconta che quella notte centinaia di cittadini entrarono con torce nella foresta cercando l’orripilante creatura ed alla fine le fiamme divamparono inviluppandola.
Al sorgere del sole gli alberi attorno quello della madre erano caduti e così finalmente venne illuminato. Poteva vedere in lontananza la donna che aveva fermato con in braccio la figlia appena avuta. La corteccia sulla pelle della ragazza cadeva mentre alla neonata spuntavano i lineamenti liberandola dalla sua stessa tragedia. Dalle ceneri della creatura emerse la ragazza e rimase a guardia della foresta nonché dell’albero. Giace nel luogo più difficile da raggiungere, si narra che in pochi siano riusciti a fissarla senza distogliere lo sguardo. L’accettazione di se stessi d’altronde fa sempre paura.
Fine.
Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Fiabe e Favole
Una favola dark con diverse chiavi di lettura. Concordo, accettare se stessi fa paura ma bisogna lottare per far emergere il vero “io”.
Sono veramente contenta ti sia piaciuta 😊♥️
Ciao Ginevra, una storia tanto affascinante quanto inquietante, con una bella morale alla fine (come da ottima fiaba) mi è proprio piaciuta
Grazie, sono contenta che ti sia piaciuta ✌🏻 penso di scriverne un bel po’ così infatti ho terminato le serie che scrivevo. Preferisco queste storie brevi ultimamente, trovo divertente scriverle