
La guerra dei becchi
Pino amava raccontare di un passato mitico. Molto prima che tutti loro uscissero dalle uova e prima ancora che i loro genitori, nonni, bisnonni e trisavoli facessero lo stesso, in quel pianeta si muovevano esseri definiti “umani”. Erano loro a comandare tutto, ma dopo un’epidemia erano morti tutti e di loro non erano rimaste neppure le ossa, ma solo delle gabbie.
Le gabbie erano i templi.
Se Pino parlava di queste cose, Tino voleva combattere. Lui e gli altri becchi ricurvi erano incendiati dalla rabbia, dal desiderio di vendetta. I becchi dritti erano arroganti e presuntuosi, dovevano essere puniti, ridimensionati una volta per tutte.
Tino e gli altri becchi ricurvi volarono fino all’alta quercia, il covo dei becchi dritti. Erano più una massa multicolore, di piume che si staccavano e che li rendevano belli allo sguardo. Pino diceva che il loro nome, al tempo degli umani, era “pappagalli”, ma a Tino non piaceva quel termine, lui era un becco ricurvo.
Al sentire quel baccano, i becchi dritti uscirono dai loro nidi e dai buchi dell’alta quercia. A poco a poco uscirono tutti e si disposero in campo.
Tino voleva sangue.
Allora, i becchi ricurvi e i becchi dritti volarono gli uni contro gli altri sbattendo e frullando le ali per spaventare i contendenti. Così le fazioni si scontrarono e iniziò il combattimento.
Tino morse con il becco ricurvo e con le zampette graffiava, i becchi dritti facevano stoccate e cavavano occhi. Quella battaglia fu tutto uno scontro disordinato e molto sangue, molte piume, molti corpi caddero in terra.
Dopo un po’ di tempo che la battaglia continuava e i corpi si accumulavano in terra, si sentì un boato.
Tutti scapparono e Tino vide delle creature strane, che nulla avevano a che vedere con loro becchi ricurvi o i becchi dritti.
«Sono gli umani… e quello è un fucile» disse Pino, sempre saccente.
«Ma finiscila!» cinguettarono gli altri becchi ricurvi osservando con astio i becchi dritti.
Che quelli fossero umani o no, presero la gabbia per cui si era combattuto e andarono via.
Becchi curvi e becchi dritti rimasero a guardarsi senza sapere cosa fare.
Avete messo Mi Piace1 apprezzamentoPubblicato in Sci-Fi
Una lettura piacevole soprattutto per un appassionato di pappagalli come me.
Riesci sempre ad essere originale.
Pure tu sei un appassionato di pappagalli? A me sono sempre piaciute le cocorite.
Grazie per il tuo commento!
Ciao Kenji, pensavo a un distopico apocalittico ma a quanto pare qualche “umano” è sopravvissuto
Io sono ancora qua… eh già!
Grazie Micol 🙂
Sempre molto originale! Mi è piaciuto!
L’importante è saper ideare storie sempre nuove, poi vedrai che la fantasia parte come un razzo. Grazie!
Davvero molto bello.
Grazie! L’idea mi è venuta perché mi sono sempre piaciuti i pappagallini…
Brano divertente, mi sono divertito a leggerlo
Grazie Alessandro!