La luce del tramonto

Serie: La ricerca del vento


Le foglie secche non cadono più

dall’albero del tempo;

c’è un’aria fresca ora

a ricordarmi di te

e tutto sembra oro.

Però, come imparerò a camminare lungo questa strada?

Il tempo a volte mi riporta indietro, sai?

I miei passi lenti e certi si fermano in un istante.

C’è la voglia di andare,

ma dove?

                                                                                 ***
Dafne scriveva. Era dolcemente appoggiata col suo braccio sinistro alla scrivania; la testa leggera era inondata di morbidi capelli castani, lunghi e mossi come il mare increspato dal vento. L’aria assorta. 
Sedeva su una poltrona rossa, di pelle; un regalo lontano e preziosissimo di una persona a cui teneva molto. Ogni volta che lasciava andare il peso del suo corpo su quella poltrona, si sentiva a casa, ovunque la portasse, ovunque si trovasse. Il pomeriggio stava per finire; il tempo correva verso la sera, verso il blu del cielo e il brillare delle stelle. Rileggendo velocemente la poesia appena scritta, un tormentato e profondo respiro le riempì i polmoni. Forse avrebbe dovuto aspettare ancora per avere una risposta. Pian piano sarebbe arrivata, ne era certa.
Il
tempo intanto scorreva e lei aveva iniziato a cercare.

                                                                                   * * *

La sua stanza affacciava su un’immensa distesa verde. Quasi la metà di una parete era occupata da un’ampia finestra ad arco; da lì poteva vedere la linea dell’orizzonte farsi via via più arancione, come il confine di una terra sconosciuta che abbraccia l’oceano. Dafne ne guardava il segno invisibile, affascinata e trasognante, e si domandava mai avesse avuto quel coraggio, lo stesso slancio. Totale, radicale. Doveva.
Tutto si spalancava su quell’orizzonte sconfinato e andava perdendosi verso quella linea sottile e dorata, come fosse una danza di foglie in un soffio di vento.
C’era stato un tempo che ormai le sembrava un’altra vita, in cui abitavano memorie lontane, pensieri che adesso non le appartenevano più. E ora c’era il presente con la sua pienezza. Un’altra vita. Erano passati secoli.
Sulla scrivania, sparsi, centinaia di fogli scritti. Assomigliavano a gocce di pioggia della sua memoria che avevano bagnato un terreno un tempo arido.
Scrivere aveva reso di nuovo fertile il suo essere. “Di nuovo”, perché sapeva che almeno una volta nella sua vita passata, anche solo per un momento, quel terreno era stato fecondo e pieno. Poi tutto era sparito. Lei stessa aveva permesso che succedesse, che tutto rotolasse nel fango e nel buio. 
Ma che importava ora?  Qualcosa di grande in lei era nuovo. Assolutamente nuovo. I sorrisi, i pensieri, il suono delle parole.

                                                                                     * * *

Il sole aveva ormai toccato la linea invisibile di confine tra cielo e terra. Dafne immersa negli scritti continuava a cercare una risposta, quando una voce calda e profonda da dietro la porta della sua stanza, chiamò il suo nome.  Bussò delicatamente.
Dafne si sentì scossa nelle viscere, profondamente. Sapeva chi sarebbe entrato. Sapeva. 
Sapeva che sarebbe stato difficile per lei, ma indispensabile per entrambi.
Ebbe un momento di trasalimento poi scattò dalla comoda poltrona, come risvegliata improvvisamente da un sogno.
Attese in piedi, quasi tremante, davanti a quella porta che si apriva lentamente, sospinta dalla mano decisa di chi la stava aprendo.

Serie: La ricerca del vento


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Discussioni

  1. Ciao Giulia 🙂
    Mi piace la tua poesia, il tratto sfumato e un po’ misterioso con cui descrivi eventi e sensazioni, lasciando il lettore incuriosito e affascinato. Ottimo linguaggio, curato nella forma, delicato ma efficace. Brava!