
La lupa
Serie: IL TRENO DELLE ANIME
- Episodio 1: Il piano – 1
- Episodio 2: Il piano – 2
- Episodio 3: Sabato 29 marzo
- Episodio 4: L’incontro con la madre
- Episodio 5: Il processo e il carcere
- Episodio 6: Mario
- Episodio 7: Lo scarafaggio
- Episodio 8: La proposta
- Episodio 9: La prova
- Episodio 10: Il concerto
- Episodio 1: Il sogno
- Episodio 2: Sara
- Episodio 3: Il Santo Graal
- Episodio 4: Michele
- Episodio 5: Il professore
- Episodio 6: L’incontro con Gigi
- Episodio 7: L’inquisitore
- Episodio 8: La rabbia di Nico
- Episodio 9: La lupa
- Episodio 10: Gorka – 1
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Tonio ascoltava e disse: «Poveraccio… così giovane… in fondo era un bravo ragazzo».
Mario era seduto a terra; a quelle parole, si alzò di scatto e, tentando di colpire Tonio, gridò: «Non ti permettere mai più di parlare di Nico come se fosse morto… È vivo, hai capito? È vivo!»
«Non ci provare… e poi perché ti scaldi? Mica è colpa mia» disse Tonio, afferrando Mario per il polso.
«E finitela, che le guardie guardano da sopra… Ma poi vi pare il momento?» disse Michele, separando i due compagni; poi, guardando in lontananza, aggiunse: «Ah, ecco, arriva il professore… Magari lui sa qualcosa in più… Visto che sua moglie lavora nell’ospedale dove hanno portato Nico, gli ho chiesto se poteva farci sapere qualcosa».
«Hai fatto bene… Finalmente uno che non dice cazzate» disse Mario.
«Buongiorno professore, allora ha saputo qualcosa?» chiese Michele.
«Sì, pare che sia stato operato d’urgenza e adesso è in rianimazione» disse il professore.
«Perché è stato operato? Si è fratturato qualcosa quando è caduto?» chiese Mario.
«No, Mario, ascolta: Nico è svenuto perché è malato… ed è stato necessario rimuovere ciò che lo ha fatto stare male.»
«E dove aveva questa cosa?» chiese Michele.
Il professore rispose indicando la testa con il dito indice.
«Io lo vedevo che si comportava in modo strano» disse Tonio.
«Sì, in questo hai ragione… Diceva che incontrava nei sogni quella ragazza. Per lui non erano sogni, diceva che lei era reale… Ho fatto male a non dirlo prima, ma lui mi aveva fatto giurare… Non voleva curarsi» ammise Mario.
«Non fartene una pena, Mario, forse la malattia lo portava a immaginare quello che non esisteva, oppure… gli aveva dato la chiave per aprire porte in luoghi e tempi inaccessibili… ma reali» concluse il professore.
Nico era in uno stato di incoscienza profonda indotta. È impossibile sognare in quella condizione; eppure i farmaci, invece di proteggere la sua mente, stranamente diventavano per lui un biglietto per un triste viaggio verso i sogni, dove era costretto a vivere anche il dolore di Leon: l’altro se stesso. Ma, in fondo, a Nico non dispiaceva sognare. Forse sperava di trovare ancora una risposta.
Vedeva un bosco ricoperto di neve. Era notte; Leon aveva freddo, i suoi abiti erano logori e non lo coprivano a sufficienza.
Si sentivano i lupi ululare e avvicinarsi… Leon aveva acceso un piccolo fuoco per riscaldarsi e pensò di prendere dei rami per farne delle torce, con la speranza di tenerli lontani, ma invano.
Un branco di lupi ormai lo aveva attorniato. Lanciò una torcia verso di loro. Scapparono, meno uno che restò lì a guardarlo: era una femmina molto giovane. Leon pensò che, se l’avesse uccisa, avrebbe potuto prenderne la pelliccia. Prese un bastone e si avvicinò alla lupa. Lei lo fissava; lui alzò il bastone per colpirla, ma si fermò e lo lasciò cadere.

«Non ce la faccio… se hai fame, sbranami… ha più senso che viva tu che io» disse Leon, poi andò a distendersi nella capanna e chiuse gli occhi.
Sentì sul corpo qualcosa di caldo e morbido: era la lupa che si era distesa accanto a lui e teneva il capo sul suo petto. Leon cominciò ad accarezzarle la testa e disse: «Mi dispiace, non ho niente da darti. Domani cercherò qualcosa da mangiare…» poi si addormentò.
Al mattino, la sua piccola amica era sparita: lui provò a cercarla, ma inutilmente.
Faceva sempre più freddo. La galaverna aveva lasciato il suo ricamo di ghiaccio su ogni cosa. Leon era affamato e non riusciva a trovare cibo: tutto era fermo in un incantesimo bianco e silenzioso.
Si sedette nella sua capanna, con il capo chino sulle ginocchia e le braccia che cingevano le gambe. Sentì cadere qualcosa sui suoi piedi. Aprì gli occhi e vide una lepre morta. Accanto c’era la lupa.
«Ecco dove eri andata» disse Leon sorridendo.
Poi accese il fuoco, scuoiò la lepre, l’arrostì e divise il pasto con la sua amica. Tutti i giorni la bestiola portava una preda, e Leon, con le pellicce di queste, riuscì a farsi un piccolo mantello.
Ormai la lupa era sempre accanto a lui: dormivano e mangiavano insieme; a volte, quando Leon era triste e si avvicinava alla tomba di Sara, lo afferrava con la bocca e lo portava a giocare con lei. In quei momenti, Leon si sentiva sollevato e meno solo, anche se questo gli dava la sensazione di tradire Sara.
L’inverno, quell’anno, sembrava non passare mai. Leon diventava sempre più debole. Si nutriva solo di piccoli animali. Avrebbe dovuto comprare ciò che la natura non offriva, ma non aveva soldi e nessuno lo avrebbe fatto lavorare vedendolo con un aspetto che diventava sempre più selvatico e assente. A volte andava al villaggio per elemosinare.
Un giorno si avvicinò ai banchi alimentari del mercato e chiese a una venditrice: «Signora, per carità di Nostro Signore… potreste donarmi qualcosa da mangiare? Ho fame… per favore…»
La donna lo scrutò, poi, vedendolo così malconcio, gli regalò un pane.
«Grazie, signora, che Dio vi benedica, grazie.»
Leon, più che mangiare, ingoiò quel pane.
Camminando, vide un gruppo di mercenari che discutevano. Si fermò. Ricordò che un tempo anche lui era stato un soldato.
Uno dei mercenari si accorse di lui e disse: «Perché guardi? Cosa vuoi?»
«Niente, signore… mi ero solo fermato per riposare… È stato un caso che ho guardato voi… perdonate.»
Leon pensò di allontanarsi, ma il soldato lo trattenne dicendo: «Aspetta, fatti guardare… io già ti ho visto».
«Io non ricordo… forse mi avete visto per strada… perdonate, devo andare.»
Il soldato lo fermò di nuovo.
«No, non ti ho visto per strada… adesso ricordo… tu sei quello che ha tentato di uccidermi.»
«Quando, signore? Io non ricordo…»
«Tu fai finta di non ricordare… tu eri uno di noi, poi hai tradito per liberare quella gente che neanche conoscevi.»
Leon adesso ricordava ed era sollevato che perlomeno uno di quegli uomini che credeva di aver ucciso per salvare Sara fosse sopravvissuto.
«Neanche l’Inquisizione è riuscita a farti fuori… forse è il diavolo che ti protegge, ma adesso ci penso io a fartela pagare… prendi questa e combatti… vediamo questa volta chi vince» disse il soldato, lanciando una spada a Leon e impugnandone un’altra lui.
Serie: IL TRENO DELLE ANIME
- Episodio 1: Il sogno
- Episodio 2: Sara
- Episodio 3: Il Santo Graal
- Episodio 4: Michele
- Episodio 5: Il professore
- Episodio 6: L’incontro con Gigi
- Episodio 7: L’inquisitore
- Episodio 8: La rabbia di Nico
- Episodio 9: La lupa
- Episodio 10: Gorka – 1
Mi è piaciuto molto il modo in cui Nico continui a sognare, mentre da fuori discutono sull’impossibilità di ciò che sta accadendo. La comparsa della Lupa è quasi commovente, come Arianna, anche io ho subito pensato fosse lo spirito di Sara, tornata a proteggerlo!
Grazie per il bel commento, Irene.❤️
Bellissima la scena della lupa! (Confesso di aver pensato che fosse Sara 😍 tornata per proteggerlo).
Sì, hai fatto centro: è lo spirito di Sara che non vuole lasciarlo solo. Grazie, Arianna.😊❤️❤️
I nostri eroi non se la passano bene!😔Questo episodio mi ha lasciato senza fiato specialmente il passaggio su Leon. La lupa
si presenta come uno spirito guida, una sorta di angelo custode. Interessante. Brava, un esempio che ti conquista dalle prime battute👏👏
Sono felicissima che ti piaccia questo nuovo episodio. Grazie, Tiziana. ❤️
Bene, mi è molto piaciuto! E poi, che titolo!
Grazie mille Kehji.🙂