La Mappa

Serie: L’Algoritmo Di Falken


Edmond continua a guardare il foglio dattiloscritto con i riferimenti catastali.

«E cosa me ne faccio?»

La domanda sembra non trovare risposta, anche perché nelle sue passeggiate l’uomo si rende conto di non aver mai visto nulla che potesse assomigliare a un ufficio comunale. Solo casette bianche e ordinate. Piega il foglio, lo mette in tasca ed esce. La voce che, solitamente, lo aveva accompagnato con informazioni e consigli sulle sue uscite è, stranamente, silenziosa. Edmond non se ne cura e chiude la porta.

E’ un po’ in anticipo rispetto all’orario della passeggiata.

Lungo il viale non nota nulla di strano. Tutto è come sempre. I soliti curiosi e, forse un po’ timidi, dietro alcune tende e il medesimo e profondo silenzio.

Si avvia rapidamente verso la caffetteria di Vercauteren. Una volta giunto nei pressi lo vede, a media distanza, immobile all’ingresso. Lo sta osservando. Edmond si tocca la tasca posteriore dei pantaloni assicurandosi di non aver perso il foglio e si avvicina.

«Buongiorno!» il tono di Vercauteren è fermo e cortese.

«Buongiorno a lei!» risponde Edmond con altrettanta fermezza e cortesia «posso sedermi per prendere una boccata d’aria?»

Il tono passa rapidamente dal cortese al beffardo, come se ci fosse una sfida in corso.

«Ah! E mi raccomando! Il cornetto di colore rosso, che tanto mi piace!» aggiunge con sarcasmo.

«Come desidera, signore» replica Vercauteren senza curarsi dell’ironia. Dopo alcuni minuti viene servito. Edmond lo prende per un braccio e lo ferma. Vercauteren, visibilmente infastidito, tenta di sottrarsi alla presa ma non ci riesce.

«Senta un po’, gentilmente, ma qui esistono solo case e la sua caffetteria?»

«Non comprendo la sua domanda, signore» poi alcuni strattoni nel tentativo di sottrarsi nuovamente alla presa. Ma Edmond rimane ben saldo.

«Non comprende la mia domanda? E cosa c’è di scarsamente comprensibile nelle mie parole?» il tono ora sembra diventare minaccioso «glielo domando di nuovo. In questa oasi di tranquillità e pace esistono solo case e la sua amabile, profumata e confortevole caffetteria?»

Edmond stringe il braccio di Vercauteren ancora più forte. 

«Le ribadisco che non comprendo il suo quesito, signore». Edmond allenta la presa e Vercauteren si libera sospirando.

«Un’altra domanda: e il suo aiutante?» Ma non riceve risposta.

Dopo una decina di minuti, Edmond vede Falken scendere dalla scala che porta al piano superiore del locale. Ha sempre pensato che Vercauteren abitasse di sopra. Lo sguardo di Falken incrocia quello di Edmond. Sembra sorpreso.

Edmond se ne rende conto e segue i movimenti di Falken con lo sguardo. Sta parlando a bassa voce rivolto a Vercauteren che annuisce. Poi Falken si avvicina a Edmond «buongiorno signor Maden, anche oggi approfitta di una bella giornata».

«Assolutamente sì, come non godere appieno delle meraviglie di questa ridente e splendida cittadina» il tono è sarcastico, ma Falken sembra non cogliere «ha ragione, signor Maden. Lei sì che ha compreso il vero significato della vita».

Edmond sposta un po’ la sedia e domanda «ho visto che stava scendendo dal piano di sopra. C’è un altro locale? magari più ampio per feste o cose simili?»

Falken fa una pausa e rimane qualche secondo ad osservare Edmond «no, signor Maden».

«E’ l’abitazione di Vercauteren?» lo sguardo indagatore di Edmond sembra spazientire Falken che risponde comunque sorridendo «assolutamente no, signor Maden». La breve conversazione viene interrotta da un suono molto forte a metà tra una sirena e il fischio di una locomotiva a vapore.

«Accidenti!» esclama Edmond. «Non si preoccupi. Non è nulla. Sa…sono un vecchio appassionato di radio d’epoca. E in questa cittadina, come avrà capito, non ci sono molti esperti. Vercauteren, oltre ad essere un ex collezionista è anche pratico nella riparazione. Ne ho portata una che funzionava male e devo aver dimenticato di staccarla dalla corrente» fa una piccola pausa poi si allontana «mi perdoni signor Maden, devo salutarla».

Edmond fa un cenno col capo. Vercauteren lo sta osservando da quando è iniziata la sua conversazione con Falken. «Così lei è esperto e ripara radio d’epoca» le parole fanno fermare il Governatore che è giunto a metà della scala. Lo sguardo in direzione di Vercauteren che non si scompone e risponde a Edmond «così pare, signore. Ma chi può mai definirsi realmente esperto di qualcosa». Falken prosegue e scompare dalla vista.

«Ora è meglio che vada». Edmond si alza, si avvicina all’uscita, paga e si avvia verso casa.

Durante il tragitto di ritorno si trova nuovamente di fronte al bivio. In lontananza, appena visibile, il muro con i graffiti confusi e la spoglia vegetazione. Ma decide di proseguire e tornare a casa. Toglie dalla tasca il foglio dattiloscritto e lo appoggia sul tavolo. Dopo un pranzo consumato rapidamente inizia a guardare ossessivamente i dati catastali.

«Eppure deve esserci un modo per venirne a capo» esclama mentre batte per tre volte i pugni violentemente sul tavolo. «Bentornato Edmond».

«Ah! Ci sei ancora» urla guardandosi intorno «il tuo silenzio mi aveva fatto dimenticare che esistessi. Ma a quanto pare sei tornata».

«Bentornato Edmond» poi uno strano suono simile a una sirena «Livello 5».

«Livello 5? Bah…lasciamo stare…non ho voglia di discutere con una carcassa metallica!» poi si ferma di scatto, come se nella mente avesse riascoltato le sue ultime parole. «Ho detto carcassa metallica?» inizia a guardarsi intorno con fare quasi convulso. Apre l’armadio e butta per terra tutti i vestiti. Poi va in bagno, apre la doccia, alza la tavoletta del water, apre i mobiletti e li richiude sbattendoli violentemente. Ritorna di corsa in cucina e apre tutti i pensili della cucina «dove sei! Maledetta carcassa!».

Per più di due ore mette a soqquadro l’abitazione, poi si siede sconsolato «Edmond, non c’è nessuna ferraglia».

Nel frattempo il pavimento si è colorato di rosso. Ma Edmond, stanco e un po’ affranto non se ne cura.

Dopo cena si siede sul divano per provare a riposare dopo la confusione pomeridiana. 

Suona il telefono. Edmond si alza di scatto e va a rispondere «Chi è!»

«Zzzzz….esci…zzzz….esci….zzzz».

«E perché mai dovrei uscire? Dimmi chi sei!»

«Zzzzz….idiota….zzzz….esci….zzzz….idiota».

Edmond va su tutte le furie, sbatte la cornetta facendola cadere per terra, apre la porta ed esce. La luce dei lampioni, sul marciapiede opposto a quello di casa sua, va e viene. Edmond attraversa la strada e si avvicina all’abitazione. Con fare guardingo si avvicina alle finestre. Poi va verso la porta d’ingresso. A parte la luce intermittente dei lampioni, non nota altro. Poi la porta di casa si apre improvvisamente e una voce femminile si rivolge, a bassa voce, a Edmond «non da qui, dalla porta secondaria, sbrigati!». La porta si richiude. E qualcuno bussa, dall’interno, sul vetro di una delle finestre.

Edmond si sposta sul retro. E’ aperto. Entra e si guarda intorno. Non ha con sé nulla per difendersi e si piega in una posizione da pugile sul ring, agitando i pugni un po’ a caso.

«Stai andando a farfalle?»

La voce femminile risuona nel silenzio della casa mentre una luce si accende e una figura si presenta davanti a Edmond. Gli tende la mano. «Piacere, sono Alicia».

«Alicia chi?» rimanendo distante e guardingo.

«Alicia e basta, finiscila! Non temere, non voglio farti del male…anzi…»

Edmond si guarda intorno. La confusione regna sovrana. Il pavimento è sfondato. I mobili sono a pezzi. Sembra che sia passato un tornado nell’abitazione. O che qualcuno abbia avuto una pesante crisi di nervi.

«Stai pensando…questa è la casa di una pazza…Edmond? Beh…non è così! Seguimi…»

Edmond continua a guardarsi intorno. Non c’è un angolo della casa che non sia stato smontato, preso a martellate, danneggiato. Poi giungono in cucina. Le sedie sono gambe all’aria. Il divano è di traverso, ma integro.

«Non potevo distruggere anche questo. Sennò dove mi sedevo?» Il tono di Alicia è amichevole, sorride. Edmond guarda per terra. Grandi buchi sul pavimento mettono a nudo le travi delle fondamenta.

«Accomodati, non fare complimenti». Edmond si accomoda «sei tu che mi hai telefonato?» Alicia annuisce.

«Sei tu che mi hai dato dell’idiota?» Alicia annuisce nuovamente.

«E perché mai?»

«Perché ho capito che tipo sei e dandoti dell’idiota sapevo che saresti uscito di casa come una furia» fa una pausa e un cenno con le mani «ed eccoti qua».

«Ma bando alla ciance. Ho sentito sai il casino che hai fatto in casa qualche ora fa. Scommetto che stavi cercando questa». Alicia mostra a Edmond un piccolo cubo di plastica con dei fili colorati pendenti. 

«E che cos’è?» domanda Edmond.

«E’ la stronza che ti chiede se hai passato una bella giornata. E sai dove l’ho trovata? Dietro l’armadio».

«Ho guardato dietro l’armadio, ma non ho trovato nulla».

«Hai sfondato la parete dietro l’armadio?»

«No, non ci ho pensato» Edmond fa una pausa si alza di scatto «adesso torno a casa e….» ma Alicia lo ferma bruscamente «siediti! Non è il momento Edmond! Non fare lo stupido. Sei qui per un altro motivo. Hai ricevuto il foglio con le coordinate?»

«Me l’hai fatto avere tu?» domanda Edmond sorpreso.

«Certamente».

«E perché qui è tutto distrutto? Non mi dirai che hai sfasciato mobili e pavimento per cercare la scatoletta misteriosa!»

Alicia fissa Edmond «assolutamente no. Hai presente la gabbia di Faraday che isola un ambiente interno da un campo elettrostatico esterno?»

L’uomo è confuso e Alicia prosegue «lo sapevo…ma te lo spiegherò. Ora dobbiamo agire e andare a prendere le informazioni che ci servono».

Edmond è interdetto.

«Ascolta attentamente».

Serie: L’Algoritmo Di Falken


Avete messo Mi Piace4 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Ullallà! Questo episodio segna una bella svolta nella vicenda.
    Mi piace molto il modo in cui gestisci i dialoghi, che alla fine sono tutti duelli di nervi tra Edmond ed i suoi interlocutori.

  2. Bell’episodio, finalmente viene svelata l’identità dell’interlocutore (se così si può dire) di Edmond. Mi chiedo se Alicia abbia uno scopo e se per lui sarà fonte di guai. Sono particolarmente curiosa riguardo alla gabbia di Faraday: associandola alla casa, mi chiedo quale tipo di barriera offra. Quale minaccia incombe su Grosskrautz?