La mazza-prosciutto.
Serie: Il maledetto cacciatore di fantasmi - with Lorenzo R. Gennari
- Episodio 1: “Adrianaaaaa!”
- Episodio 2: Temi tu la morte?
- Episodio 3: Una serie di sfortunati tentativi.
- Episodio 4: Ivan, il capo del gabinetto.
- Episodio 5: C’è gente che dormono!”
- Episodio 6: il caffè non si nega.
- Episodio 7: L’haboob di caffé nero nerissimo
- Episodio 8: Per il buon nome del caffè.
- Episodio 9: Ti presento Vapor.
- Episodio 10: Conversione all’ a-tè-ismo.
- Episodio 1: L’arrivo di Hippie Jackson
- Episodio 2: Il ritorno dell’affittuaria.
- Episodio 3: La mazza-prosciutto.
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Eugenio, vedendo la via veramente libera, afferrò un vecchio vinile degli 884 e riaprì la porta.
Attraversò il corridoio per sincerarsi delle condizioni della sua casa e della battaglia. Gli venne uno scompenso cardiaco come sopraggiunse al salotto. Sembrava che il Katrina, l’Harvey ed una bomba al napalm ci avessero transitato. E la caratteristica peggiore di quel salotto; oltre ai frammenti di mobili sparsi, il centro del salotto carbonizzato e il divano misteriosamente attaccato al soffitto; era la presenza di Hippie Jackson, ancora lì immobile ad attenderlo.
Eugenio, per la prima e forse unica volta nel corso della sua esistenza, percepì l’imbecillità del suo essere, riferendosi a quel vinile stretto nella mano. Non poteva sperare di battere il re del pop con della musica retrò, aveva bisogno di un’arma fatta di maggior… sostanza. Fu il suo cervello a suggerirglielo tramite il brontolio nervoso del proprio stomaco. Aveva l’arma segreta perfetta. Lanciò l’inutile vinile mirando alle… ehm… le ghiandole seminali. Purtroppo ma anche per fortuna, Hippie Jackson fece il “cavalletto” evitandolo e proteggendo al contempo gli organi ormai non più così sensibili.
Eugenio, infuriato e ingiuriato, corse diretto verso il luogo della divina sazietà e della risoluzione a tutti i problemi, sentendo la voce del re del Pop evocare il suo melodico urlo da battaglia: – OOOOOOOH! –
Schiuse le ante del frigo. Il prosciutto ultimo, di un metro e mezzo, troneggiava sul suo ripiano. Eugenio lo afferrò tenendo il grasso e l’osso tra le sue mani e, ponendolo con superbia sulla sua spallona, si voltò verso il suo nemico, con gli occhi ruggenti come motori ed il sorriso deciso sulle striminzite labbra da vecchio. Sapeva che sarebbe tornato utile.
Hippie Jackson, pieno di orrore e disgusto nel vedere la coscia martoriata e dissanguata di un povero maiale indifeso, si mise una mano sul cuore lanciando ad Eugenio uno sguardo di pura compassione.
– Paura eh? Lo sapevo! Le femminucce come te sono sempre vegetariane! –
Eugenio, con il suo prosciutto-mazza, si sentì ringiovanire di trent’anni. Qualche anno prima, tale indole da centauro lo aveva spinto a prendere una fiorentina al solo scopo di schiaffeggiarla a tutti in un ristorante vegano. Una scarica di adrenalina aveva scosso i suoi muscoli lardominali da panda e il ricordo di tale mattanza di vegani salutisti, ambientalisti, animalisti e opinionisti, lo risollevò dal suo baratro di terrore.
Così prese in mano la situazione e il prosciutto, menando fendenti e mazzate all’agile cantante. Hippie, per grazia divina o qualcos’altro, danzava con la raffinatezza di una ballerina classica. Nei suoi capelli agitanti di brillantina e fondotinta, fletté la gambe nel suo famoso calcio, sollevando il mento di Eugenio di almeno mezzo prosciutto. Ritornò al suo posto con un passo indietro ed uno spin. Mai Eugenio aveva assistito ad uno zombie così agile e aggraziato. Un sorriso di sfida si dipinse sul suo viso, come se avesse appena trovato il suo miglior avversario.
Infatti, incassò il colpo e con stoicità ammirevole si risollevò fiondandosi contro il suo nemico. Hippie, nella sua infinita abilità, gettò un grido musicale e, dopo un ultimo spin, il suo pugno scattò in avanti sfondando la più che meritevole faccia di Eugenio, poi fece un passo indietro inclinando il cappello sul viso… a tradimento. Quel colpo di Hippie lo spronò ad imitare le movenze del suo avversario, avvitandosi sul posto come un’unta trottola di carne.
Per evitare il colpo, il favoloso artista si alzò sulle punte, piegando il bacino all’indietro. Il prosciutto gli sfiorò di poco la giacca al passaggio. Fu allora che, contro ogni onore nei confronti del suo avversario, Hippie umiliò il povero Eugenio con un Grab Cock, con somma soddisfazione da parte mia che ve lo sto raccontando. La performance venne tanto apprezzata dal televisore che quest’ultimo si sentì in dovere di far rimbombare degli applausi lungo tutta la casa tramite le casse.
Egli si rialzò seppur barcollante. Hippie attese che il vecchio si avvicinasse per ammorbidirlo a colpi di danza. Stremato, confuso dai colpi, gli urli e gli applausi, lasciò andare il prosciutto sul pavimento, col braccio indolenzito.
Era stato uno sciocco a pensare di poter competere con la diabolica abilità di Hippie Jackson, l’uomo o il fantasma che per anni aveva monopolizzato il televisore. L’eco dei suoi gridi e le sue risate scavavano il vuoto dentro al suo animo già in pena. Era finita, o almeno così pensava. Perché la Provvidenza non aveva ancora detto l’ultima parola.
Serie: Il maledetto cacciatore di fantasmi - with Lorenzo R. Gennari
- Episodio 1: L’arrivo di Hippie Jackson
- Episodio 2: Il ritorno dell’affittuaria.
- Episodio 3: La mazza-prosciutto.
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